“Date loro un pallone e lasciateli giocare, lasciateli liberi di dribblare e di inventare il calcio”.

È il consiglio agli allenatori e agli accompagnatori delle squadre dilettantistiche firmato da Sandro Mazzola, “bandiera” dell’Inter di Moratti ed Herrera, vice campione mondiale a Mexico 70 e campione europeo nel 1968. Invitato dall’Azione cattolica dell’Unità pastorale San Magno-San Domenico, il “baffo” – uno dei suoi soprannomi più noti – è intervenuto venerdì 6 giugno al centro parrocchiale di San Magno a Legnano per parlare dei Mondiali di calcio e del valore educativo dello sport.

Bersagliato dalle domande di Marco Tajè e Gianni Borsa, e da molti quesiti posti dal folto pubblico, Mazzola ha affermato che “è molto importante lo sport che si pratica negli oratori” così come hanno un notevole valore le società sportive che sorgono all’ombra dei campanili. “Ragazzi – ha aggiunto, rivolto ai bambini e ai giovani presenti in sala – guardatevi dentro, domandatevi perché una cosa si deve fare oppure no, cercate dentro di voi le energie e le capacità e poi, con l’aiuto di Colui che sta in alto, diventate grandi. Si cresce anche così”.

Nel corso della serata sono stati affrontati numerosi temi di attualità: il Mundial 2014 organizzato in un paese dove sono ancora infinite le sacche di povertà; il problema del doping e il calcio al servizio della finanza e della tv; la violenza negli stadi e i fenomeni di razzismo registrati dentro e fuori dai campi italiani.

“Bisognerebbe chiudere per un anno quegli stadi – ha affermato con foga Mazzola –. La violenza e il razzismo rovinano lo sport”.

Varie le domande sulla carriera del centrocampista-bomber, sulla sua infanzia, sugli esordi dopo la scomparsa di papà Valentino (morto nell’incidente di Superga con il “grande Torino”, nel 1949), ma anche sui mondiali prossimi. 

Chi vincerà i campionati mondiali di quest’anno? – gli è stato chiesto. “Vedo bene Brasile, Spagna, Germania e Italia. Anche se dopo le ultime partite…”. 

Quali i migliori giocatori di ieri e di oggi? “Pelè, certamente – ha spiegato Mazzola –, Garrincha, Cruyff, ma anche Rivera e Riva. Oggi il mio preferito invece è Cristiano Ronaldo”.

Galleria fotografica e video a cura di Luigi Frigo