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Lezione di calcio alla Liuc con Abete e Marotta

E' stato presentato all'università Carlo Cattaneo di Castellanza lo studio condotto da Liuc e Pwc sul sistema dei trasferimenti dei calciatori in Europa...

Il sistema dei trasferimenti dei calciatori in Europa. Attorno a questo tema, giovedì 15 maggio, si è acceso il dibattito all'interno dell'aula magna dell'università Carlo Cattaneo di Castellanza. Dopo l'introduzione del rettore Valter Lazzari, è stato presentato lo studio realizzato dalla Liuc e da Pwc, su commissione dell'ECA (European Club Association): una fotografia approfondita di tutti i trasferimenti internazionali realizzati dai club europei, avvenuti nelle stagioni sportive 2011/12 e 2012/13. A commentare la ricerca Ernesto Paolillo, docente Liuc e consulente ECA ed Emanuele Grasso, partner Pwc.

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Il sistema dei trasferimenti dei calciatori in Europa: se ne parla alla Liuc 4 di 16

Il sistema dei trasferimenti dei calciatori è uno dei principali motori del mondo del calcio. Il numero dei trasferimenti analizzati sono stati 14.322 per un valore di 5 miliardi di dollari. Dallo studio emerge che il 66% dei trasferimenti in Europa avviene fra squadre europea, il 17% sono transazioni in entrata e il restante 17% è rappresentato dai giocatori trasferiti in paesi extraeuropei. Un sistema di trasferimenti che, tutto sommato, funziona. Un dato interessante della ricerca è che il sistema però incide negativamente sulla solidarietà. La percentuale del contributo di solidarietà che deve essere destinato ai club come riconoscimento è per aver formato i giocatori risulta essere dell'1,15%, quando invece le normative Fifa stabiliscono un contributo del 5%. Positiva, in questo senso, la posizione dell'Italia che si dimostra essere la più virtuosa. 

«Il calcio – ha commentato Giancarlo Abete, presidente Figc – è un grande fenomeno sociale, bisogna però saperlo gestire bene, altrimenti se ne perdono i valori. L'aspetto economico viene dopo». (QUI IL VIDEO di Abete interpellato sulle convocazioni di Prandelli in Nazionale)

«Il calcio non è una scienza esatta – è intervenuto Mario Macalli, presidente della Lega Pro – ma ha una regola: il buon senso. Insigne non ha fatto il Napoli, ma è la società che ha formato la squadra nella storia. Bisogna sempre di più incentivare la produzione di calcio italiano. Quando si discute di calcio, bisogna prima capire di cosa si tratta. E' uno sport che nasce da sotto, dai bambini, dal mondo dilettantistico, dai settori giovanili e poi arriva al grande calcio che si vede in tv». 

Interpellati da Macalli due grandi club italiani presenti alla tavola rotonda, nella rappresentanza di Umberto Gandini, vice presidente ECA e direttore dell'organizzazione sportiva del Milan, e Giuseppe Marotta, amministratore delegato della Juventus. «Noi sentiamo il dovere sociale – ha commentato Marotta – di far crescere i giovani, uomini di domani. Il calcio ha una grande lacuna che è l'abbandono scolastico dei calciatori e bisogna cercare di contenere il fenomeno. Noi siamo l'unico club con un liceo interno. L'Italia possiede un grande valore calcistico dal punto di vista dei giocatori, ma anche degli allenatori e della formazione che auspico vada sempre di più migliorando».

manuela zoni

Redazione
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Pubblicato il 15 Maggio 2014
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