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L’esempio della famiglia rom Cretu: «l’integrazione è possibile»

Il racconto della coppia che viveva negli accampamenti a San Paolo. - Il Comune vuole partecipare ai bandi europei per l'integrazione...

(g.somazzi) – «L'esempio della famiglia Cretu è il primo "frutto" del Patto d'inclusione. E adesso il Comune vuole partecipare al bando Europeo dedicato all'integrazione rom, per proseguire il progetto, senza pesare sulle casse comunali».

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L'assemblea pubblica a Mazzafame per il Patto d'integrazione 4 di 9

Questo il messaggio lanciato durante la serata "Patto per la sicurezza e la coesione sociale" organizzata dalle consulte territoriali e svoltasi la scorsa sera nel salone del nuovo centro Polifunzionale di Mazzafame.

All'incontro hanno partecipato tutte le realtà coinvolte tra cui, oltre al Comune, anche gli operatori della Fondazione Padri Somaschi di Milano, Ambulamondo che dal 2012 hanno creato una vera e propria rete per contenere il fenomeno degli insediamenti abusivi a San Paolo da parte della comunità rom e promuoverne l'inclusione sociale, mettendo a disposizione i noti container di via Jucker.

Tra i risultati presentati, importante quello della famiglia rom Cretu composta da papà, mamma e un figlio che presto andrà all'asilo: fino a poco tempo fa vivevano negli accampamenti. E' stato proprio il papà (nella foto a sinistra) a raccontare la loro storia: «Siamo venuti in Italia nel 2008 e nel novembre del 2012 mia moglie è stata ospitata nei container di via Jucker: era troppo bello per essere vero, da li in poi la nostra vita è cambiata. Finalmente basta boschi. All'inizio è stato difficile – ha ricordato il rom -, in quanto nei container non era ammessa la presenza degli uomini. Poi, grazie alla voglia di migliorare la nostra vita, siamo entrati nel patto rispettandone tutte le regole. Per 5 mesi, ho lavorato come giardiniere, ora il mio contratto è scaduto e spero di ricominciare con una nuova occupazione. Noi ci troviamo bene e vogliamo avere una vita normale».

Tanti i dati snocciolati anche dagli operatori della Fondazione Somaschi responsabili del campo attrezzato di via Jucker: «È da 20 anni che ci occupiamo di rom. Siamo stati coinvolti, a Legnano, nel 2012. Non dobbiamo pensare di risolvere il fenomeno, ma piuttosto di contenerlo: di certo il percorso è lungo e difficile, ma alcuni risultati li possiamo già vedere. Dal censimento effettuato nell'estate del 2012 negli insediamenti in via Liguria e Romagna sono stati registrati ben 130 rom. Sono nomadi stanziali presenti sul territorio da 8 – 10 anni e provengono dalle regioni del sud- est della Romania. Il nostro obiettivo quindi è ridurre il numero, tutelando donne e minori a livello sanitario, dando una istruzione ai bambini».

Nel campo attrezzato nell'Oltresaronnese sono rientrati nel patto dalle 5 alle 7 famiglie: «Due le borse lavoro attribuire e due coloro che hanno trovato un posto di lavoro a tempo determinato – hanno ricordato gli operatori -. Attualmente nelle aree a San Paolo vi sono 60 presenze: è evidente quindi un calo. La famiglia Cretu è il primo risultato di un percorso d'integrazione l'obiettivo è che ce ne siano altre». 

Il bilancio del Patto è stato tracciato anche dall'assessore ai Servizi sociali Gian Piero Colombo che ha annunciato di voler partecipare al bando Europeo per l'integrazione delle comunità rom: «Con coraggio e concretezza abbiamo sostenuto il Patto d'inclusione – ha ricordato l'esponente della giunta, presente insieme al sindaco Alberto Centinaio, all'assessore Antonino Cusumano e al comandante della Polizia Locale Daniele Ruggeri -. Un anno e mezzo fa ci siamo trovati a gestire un'emergenza umanitaria. Grazie al coinvolgimento di tante realtà sociali abbiamo messo a punto questo progetto d'integrazione. Non abbiamo mai detto di avere la soluzione in tasca per risolvere questo genere di problematica. C'è comunque una novità: ci stiamo attivando per inserire questo progetto nella programmazione europea così da poter accedere ai fondi a disposizione. Ciò significa che per 7 anni il progetto non peserà sulle casse comunali».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Aprile 2014
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