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«Facci lavorare»: la richiesta a Renzi dei cassaintegati Tosi

In diretta a Piazzapulita (La7) il collegamento con Sala degli Stemmi del Comune, trasformata per l'occasione in una grande agorà occupata da quasi 200 lavoratori...

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I lavoratori della Tosi a "Piazzapulita" 4 di 29

Legnano torna ancora sul piccolo schermo come città simbolo del lavoro che crolla per la presenza di una fabbrica, la Franco Tosi, ex colosso per la produzione di turbine che rischia di scomparire a causa della crisi economica e della mancanza di una seria politica industriale.

Questa sera la troupe di Piazzapulita, il programma di La7 condotto da Corrado Formigli, era nella Sala degli Stemmi di Palazzo Malinverni, trasformata per l'occasione in una grande agorà pubblica occupata da quasi 200 lavoratori, tra operai, sindacalisti, piccoli artigiani e liberi professionisti. «Per la prima volta una sala consiliare riempita dal paese reale, quello  di cui parla Renzi – ha detto Formigli dallo studio – questi lavoratori sono arrivati in corteo e come in una grande agorà hanno ascoltato il discorso per la fiducia del nuovo Premier»

Insieme all'amministrazione comunale, il mondo del lavoro legnanese in collegamento con lo studio – «Quello che mi colpisce – ha rimarcato il conduttore – è l'unione d'intenti delle differenti categorie presenti a Legnano: operati e piccoli imprenditori sono uniti» –  ha chiesto di intervenire con urgenza per salvare la loro industria e i 400 cassaintegrati che ci lavorano. 

Dopo una lunga attesa, incalzato dalla giornalista Valentina Petrini è stato Mirco Rota, segretario regionale Fiom Cgil Lombardia (presente insieme alle altre rappresentanze sindacali) a suggerire al nuovo Governo le ricette per uscire dalla crisi: «Al Governo suggeriamo di salvare questa azienda, la Franco Tosi ha detto Rota alle telecamere – Le condizioni tecnologiche per ripartire ci sono, e ci sono anche due imprese pronte ad acquistarla; questa fabbrica rappresenta una vetrina importante per l'Italia intera. Matteo Renzi, falli lavorare questi lavoratori. Non ci interessano gli ammortizzatori sociali, se l'azienda non ripartirà il Governo Renzi avrà le sue responsabilità».

Su una lavagna il sindacalista ha quindi fissato tre priorità: stop ai licenziamenti e alla cassa integrazione (gli operai Tosi hanno davanti a loro un anno di cassa straordinaria) per agevolare i contratti di solidarietà (in sostanza lavorare meno per tenere i lavoratori collegati alle imprese); più chiarezza su chi paga le tasse e chi non lo fa investendo altrove per una tassazione più equa; stop alle grandi opere come la Tav per dare spazio ad un piano di investimenti sui territori. 

Ermes Mazzoleni, piccolo imprenditore, ha riposto le sue ultime speranze in Renzi: «Le nostre proposte e quelle degli operai sono interscambiabili – ha detto ai microfoni – qui le larghe intese funzionano. Dal Governo vorremmo un stato etico, che restituisca i soldi che deve agli imprenditori. Noi non pagheremo le tasse fino a quando questo non avverrà»

«Cari Ministri ci volete portare come a Kiev alla guerra civile?», ha concluso un operaio, Pasquale. 

Presenti anche il sindaco Alberto Centinaio, con il suo vice, Pierantonio Luminari.

In studio erano presenti: Alessandra Moretti, Pd, Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, Wirman Cusenza, direttore del Messaggero, il blogger e attivista del M5S Daniele Martinelli e Alessandro De Nicola, Presidente di Adam Smith Society.

Valeria Arini

Galleria fotografica a cura di Gea Somazzi

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 24 Febbraio 2014
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