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I RIFIUTI ZERO NON SONO UNA UTOPIA

10 Gennaio 2014

Riceviamo e pubblichiamo:

Il coordinamento regionale di Rifiuti Zero, in merito all'intervista rilasciata dal nuovo amministratore delegato di Accam, dott. Giorgio Ghiringhelli, risponde quanto segue.
Anzitutto vorremmo spiegare che la teoria "Rifiuti Zero" si basa su un principio elementare: viviamo in un pianeta con risorse "finite", ma ci comportiamo come se fossero illimitate consumando e bruciando materie prime preziose. Al contrario la Natura è etica, non spreca niente, non esiste il rifiuto in natura.
Rifiuti Zero prende esempio da quanto avviene in natura e propone un percorso per arrivare ad azzerare i rifiuti seguendo le 5 R: riduzione, recupero, riuso, riciclo, re-design. Ciò si attua, ad esempio, attraverso l'incentivazione della raccolta differenziata porta a porta, la separazione della frazione umida da quella secca, la riduzione dei rifiuti e degli imballaggi (i prodotti in plastica utilizzati per imballaggi usa e getta impiegano infatti centinaia di anni a degradarsi), la realizzazione di impianti di compostaggio diffusi sul territorio, una tariffazione differenziata in base alla quantità di rifiuti prodotti, la realizzazione di centri di riciclo e riparazione, la riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili (la frazione residua non riciclabile è un errore di progettazione). Bisogna che i produttori insieme alle università, agli enti di ricerca e al consorzio nazionale imballaggi collaborino per lo studio di materiali completamente riciclabili.
E' evidente che quando il dott. Ghiringhelli afferma che Rifiuti Zero è un'utopia, egli pensa al numero, mentre noi, al contrario, pensiamo allo sforzo continuo ed alla metodologia da applicare per arrivare a Rifiuti Zero. La differenza non è di poco conto perché, mentre ci muoviamo verso lo zero, dobbiamo evitare la rigidità operativa dell'inceneritore, che richiede di essere alimentato con flussi costanti.
In altri termini, pur senza richiamare l'impatto negativo delle emissioni da incenerimento (che è comunque un tema importante, come attestano tantissimi studi a livello mondiale), Rifiuti Zero indica un metodo per fare sempre meglio, ed in modo sempre più conventiente. Ma un inceneritore non consente di farlo. E' da queste considerazioni che è scaturita la risoluzione recentemente approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia sul progressivo "decommissioning" degli inceneritori, ovvero un programma che prevede la riduzione nei prossimi anni del numero degli inceneritori sul territorio lombardo, in linea con quanto afferma l'Unione Europea, secondo la quale entro il 2020 tutto ciò che è compostabile e riciclabile non dovrà essere né bruciato né portato in discarica.
Noi possiamo portare l'esempio di territori (anche vasti) che hanno aderito a Rifiuti Zero e hanno ridotto la produzione pro-capite di rifiuti urbani (RUR) prima a 100 e poi a 50 kg/abitante, e che hanno adottato l'impegno di scendere ulteriormente, a beneficio delle tasche dei loro cittadini. Quale è il RUR procapite nei comuni del Consorzio Accam? Questo vorremmo chiedere al dott. Ghiringhelli perché, siamo onesti, un piano di revamping costringerà alla dipendenza dall'incenerimento per altri 25-30 anni con poco margine per agire sulla minimizzazione del RUR.
Anche per questo, con la proposta di legge Rifiuti Zero, chiediamo la separazione tra chi gestisce la raccolta e chi smaltisce. Se, come nel caso di Accam, il gestore di un impianto di incenerimento accorperà anche la società che gestisce la raccolta – la nuova Newco – come può essere incentivato ad aumentare la raccolta differenziata?
Rossano Ercolini, il promotore di Rifiuti Zero, che ha vinto il prestigioso Goldman Environmental Prize
nel 2013, ha detto in un recente incontro:“il caso San Francisco dimostra che noi che non vogliamo gli inceneritori non siamo utopisti, non siamo velleitari, Rifiuti Zero è possibile, lo realizza una delle città più grandi del mondo, è questa la linea verso lo sviluppo, la modernità, ma allora perché non possiamo perseguirla anche noi ?”.
La risposta è sicuramente dipendente dalla volontà politica, ad oggi in Italia sono 200 i Comuni che hanno aderito a Rifiuti Zero e vaste aree del Paese hanno già dimostrato che – senza incenerimento – si può fare di più, meglio, ed a costi più contenuti di quelli pagati nel nostro distretto per la gestione dei rifiuti, e auspichiamo quindi che anche i Comuni del consorzio Accam aderiscano presto alla strategia Rifiuti Zero.
Come Comitato Ecologico Inceneritore e Ambiente di Borsano affermiamo che, dai recenti studi fatti da Regione Lombardia per la redazione del PRGR, appare sempre più evidente che riciclo e termodistruzione dei rifiuti viaggiano sempre più in antitesi. ecco alcuni dati:
Uno studio di Regione Lombardia del 2010 (“Valutazione statistico-economica dei modelli di gestione dei rifiuti urbani in Lombardia”) evidenzia chiaramente che all'aumento della percentuale di raccolta differenziata diminuiscono i costi del sistema di gestione dei rifiuti, a vantaggio dei cittadini, infatti si afferma che "Molteplici studi dimostrano che la piena valorizzazione energetica del rifiuto consiste nel suo riciclaggio, in considerazione del fatto che la produzione di un nuovo oggetto, realizzato partendo da materie prime, richiede più energia di quella necessaria per il suo riciclo e di quella ottenibile con la sua termovalorizzazione”
Analizzando poi in particolare i dati riguardanti Accam si nota la progressiva diminuzione della quantità di rifiuti urbani residui conferiti (68% nel 2011, 64,5% nel 2012) e il contemporaneo aumento dei rifiuti speciali (ad esempio i rifiuti ospedalieri hanno raggiunto negli anni il 10% dei rifiuti urbani, limite che viene considerato una soglia che è preferibile non superare per l’elevata presenza di clorurati) e, se diamo uno sguardo al futuro, gli studi fatti da Regione Lombardia prevedono, entro il 2020, un' ulteriore riduzione del 50% dei rifiuti urbani conferiti a incenerimento. Sembra quindi inevitabile per la sopravvivenza dell'impianto un'apertura ad altre realtà (altre tipologie di rifiuti? reperimento dei rifiuti fuori dai confini provinciali o regionali?) e ci riserviamo di verificare se la frase pronunciata dal nuovo amministratore delegato di Accam "non ci interessa andare sul mercato perché la nostra missione è servire il territorio" avrà riscontro nelle modifiche allo statuto da lui citate.
Se vogliamo fare una valutazione economica, inoltre, secondo le dichiarazioni O.R.SO, Accam risulta l'impianto di termovalorizzazione con tariffazione più alta in Lombardia (insieme a SILEA di Valmadrera) pari a 124€/ton, tra i motivi principali, individuati dalla Regione, c'è la taglia dell'impianto, infatti le tariffe decrescono all’aumentare della taglia impiantistica … come è possibile quindi dichiarare che, se il progetto di Revamping non verrà supportato dallo studio della società di consulenza esterna si potrà valutare di diventare un impianto più piccolo? Sarebbe un disastro economico (oltre al permanere del danno ambientale).
Prudenziale è anche l'atteggiamento della Regione rispetto alle nuove linee di teleriscaldamento con la motivazione che per tali nuove reti occorrerebbe effettuare ingenti investimenti una volta realizzate richiederebbero un utilizzo spinto della termovalorizzazione in un contesto internazionale di concorrenza legata alla sovracapacità già presente in altri stati europei. Mentre una soluzione economicamente più vantaggiosa risulta essere quella che punta alla realizzazione di impianti di trattamento meccanico a freddo. Perchè alla società "Bain" non è stato richiesto uno studio di questo tipo oltre a quello del revamping?
Consigliamo ai nostri amministratori, e a chiunque sia interessato, di leggere la mozione approvata prima dell'estate dal Consiglio Regionale nella quale si chiede di non autorizzare più nuovi impianti e revamping ampliativi degli inceneritori sul territorio lombardo e la risoluzione di "decommissioning" approvata il 3 dicembre 2013, sulla disattivazione progressiva del parco impiantistico degli inceneritori lombardi in coerenza con la diminuzione di produzione dei rifiuti urbani … così potranno decidere serenamente sulla base di dati oggettivi e non sugli interessi economici di pochi.

Cordinamento Regionale di RIFIUTI ZERO e Comitato Ecologico Inceneritore e Ambiente Borsano

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