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EMERGENZA FREDDO: LETTORI A CONFRONTO

22 Novembre 2013

Continua il dibattito sul piano di emergenza freddo programmato dall'amministrazione comunale per le fasce più deboli della comunità Rom. Di seguito pubblichiamo alcune lettere arrivate in giornata alla redazione.


Egr. Direttore,

non voglio entrare nel merito del problema Rom, visto il clima già abbastanza infuocato, ma se Lei mi permette vorrei fare alcune considerazioni.
Non penso che la precedente  Giunta presieduta dal Dott. Vitali abbia voluto la morte per freddo di un bambino, e comunque speriamo che la cosa non si ripeta più.
Al sindaco di Legnano vorrei dire che lo Stato ha delle leggi, che vanno fatte rispettare da tutti i residenti sul territorio italiano, dagli italiani e dagli stranieri. Gli suggerirei di chiedere con forza la collaborazione dei sindaci confinanti, cominciando da quello di San Giorgio su Legnano, coinvolgendo anche i primi cittadini di Rescaldina, Cerro Maggiore, Canegrate, Castellanza, Parabiago, per fare in modo che anche loro si attrezzino su aree comunali (dovrebbero averne) e  servite  a favore dei Rom, dando quindi una mano alla nostra città, alla quale non può essere scaricato per intero il problema.
Un appello inoltre ai cittadini pro Rom. Pregherei questi signori, nel caso in cui avessero locali o appartamento sfitti, di metterli a loro disposizione,  in modo da passare dalle parole ai fatti.
I cittadini legnanesi abitanti nella zona di via Oberdan  o quartiere S. Paolo, tacciati in diverse occasioni di essere intolleranti, egoisti, fascisti, non cristiani a seguito del  loro comportamento, hanno tutta la mia comprensione e non  solo.
Vorrei inoltre ricordare a quella persona che ha scritto in merito alle vicende sopra descritte non firmandosi , e quindi non prendendosi nessuna responsabilità, che col suo comportamento si è automaticamente esclusa dalla dialettica in atto.
 
Distinti saluti.

 
Giancarlo Biaggi


Buongiorno Direttore,

 mi sento di dover dire la mia a proposito della questione Rom, avendo vissuto di persona i fatti dello scorso anno in via Romagna e nel quartiere San Paolo.

A prescindere dalle questioni politiche, vorrei solo fare delle considerazioni oggettive.

I campi rom di via Novara/Romagna sono andati formandosi dal settembre 2011: da un accampamento di poche tende ci siamo ritrovati in pochi mesi un villaggio di 70-80 nomadi sotto casa che sporcavano i boschi, disturbavano la quiete notturna e bruciavano ogni sorta di rifiuti e materiali rendendo l’aria irrespirabile. Ho visto la precedente amministrazione impegnarsi in decine di sgomberi assolutamente inutili: i rom facevano la sola fatica di radunare due cose e fare il giro dell’isolato, per poi tornare con tutta serenità esattamente nello stesso posto, avendo ottenuto anche un minimo di pulizia del campo dagli operatori ecologici, ovviamente pagati da noi, e non poco.

Con il cambio di amministrazione le nostre segnalazioni sono continuate e il sindaco Centinaio, a fine Giugno 2012 è venuto di persona a confrontarsi con gli abitanti del quartiere,  stanchi della situazione critica per problemi di sicurezza e ambientali,  e ha predisposto un piano di sicurezza e di integrazione che comunque avrebbe richiesto diversi mesi per l’attuazione. Nel frattempo ci aveva promesso (ed è stato immediatamente attuato) una vigilanza costante da parte della polizia locale e dei militari per garantire un minimo di tutela ai residenti.  Noi abitanti non eravamo comunque felici di questa proposta: sicuramente molti avrebbero preferito lo sgombero immediato e definitivo e il malcontento è continuato. Abbiamo aspettato ancora mesi in quelle condizioni di degrado di quartiere.

Ma finalmente a Marzo, grazie al piano di integrazione svolto durante l’inverno, si è reso possibile lo sgombero definitivo e massiccio del campo nomade di via NovaraRomagna, per tutti i rom che non avevano accettato gli accordi: le baracche sono state smantellate e c’è stata la bonifica dell’intera area occupata.

Purtroppo il problema rom non  riguarda solo il nostro comune ma è un massiccio problema nazionale. Queste persone sono cittadini della comunità europea, in regola con documenti sia personali che dei loro veicoli. Quindi non sono legalmente perseguibili se non per atti di delinquenza, qualora vengano scoperti. E’ facile parlare in modo superficiale e senza conoscere le leggi (giuste o sbagliate che siano) proponendo soluzioni scontate ma inattuabili a livello legale.  

Conosco bene il disagio di avere un campo rom sotto casa perché ho vissuto questa situazione per quasi 2 anni e perciò sono molto vicina e solidale al problema dei cittadini di Via Oberdan.

Ma  ritengo che gli slogan infantili usati attualmente o lo schierarsi sempre e comunque contro l’amministrazione senza dar diritto di replica sia una buonissima provocazione ma un approccio poco intelligente; con ciò non intendo dire che bisogna rendersi remissivi e disposti a sopportare le situazioni ingiuste, ma  solo che si può sollevare il problema in modo razionalmente propositivo.

In base alla mia esperienza posso solo dire di avere trovato disponibilità al dialogo da parte del Sindaco e dell’amministrazione e che la promessa fatta  di far fronte al problema nel nostro quartiere è stata mantenuta. Bisogna, a mio parere,  predisporsi con atteggiamento di confronto costruttivo (da entrambi i fronti)  e non con una propensione alla sola sterile polemica politica. A volte, infatti,  mi sembra ci sia solo una presa di posizione politica a qualsiasi risoluzione proposta. E’ ovvio che questi gruppi rom si spostino di quartiere quando vengono sgomberati….e il problema, risolto da una parte, si ripropone in un’altra zona…certo se qualcuno riuscisse a trovare una proposta intelligente, fattibile e risolutiva a livello nazionale….ben venga!

Lettera firmata.


Sett. redazione,
 leggo, segnatamente sulle vostre pagine, innumerevoli prese di posizione, pro e contro, riguardo il possibile insediamento di moduli abitativi d'emergenza in via Oberdan. Ma tra tante voci noto anche, se non mi sfugge qualcosa, uno strano silenzio: quello della Parrocchia di San Magno, che è pure molto presente nel quartiere.

Mi piacerebbe che dalla Chiesa uscisse una voce forte sull'argomento, magari quella in prima persona del nuovo Parroco. 
Grazie e saluti,

Mario Airaghi


Buona sera Direttore,

Sto leggendo in questi giorni le varie lettere favorevoli e/o contrari alla scelta del Sindaco di fornire i container per l’emergenza freddo ai ROM.

In una società civile ci sono dei diritti inalienabili che devono essere garantiti a tutti, non è quindi pensabile che ci siano persone che muoiono di freddo.

C’è però un valore che per me vale più di ogni altro ed è la libertà. La libertà di ogni individuo ha un suo confine che è quello di non prevaricare la libertà degli altri individui.

Da quando le frontiere sono state aperte migliaia di persone hanno deciso di venire in Italia alcune si sono integrate, hanno un lavoro, hanno degli affetti, altri hanno pensato di venire nel paese dei balocchi, spacci furti ecc. Ogni volta che le persone si lamentano si attacca la litania del razzismo, dei pregiudizi, della mancanza di solidarietà della paura del diverso.

Qualcuno ogni tanto reagisce, e subito viene condannato pubblicamente, Ku-Klux-Kan, razzista, insensibile.

Se penso al quartiere San Paolo, quando per rendere più monitorabili i Rom si è deciso di abbattere gli alberi……. stiamo scherzando vero ?

Container in via Oberdan, va bene sono favorevole ma per il principio che la tua libertà finisce dove inizia la mia al primo furto, al primo spaccio provato di un ROM alzano le tende pardon i contaniner e se ne vanno via da Legnano.

Dove ? A casa del sindaco di San Giorgio o a chi concretamente e non a parole li vuole ospitare a casa propria.

Le regole del vivere civile e della libertà devono sempre essere rispettati chi non si adegua non può rimanere, se la politica non è in grado di capire questo vuol dire che è distante dal cittadino e non lo rappresenta più.

Lettera firmata

 

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