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MENSA: “I NUMERI DANNO RAGIONE AL COMUNE'”

7 Ottobre 2013

(m.t.) – Dopo una lunga serie (meglio dire quasi infinita) di commenti da parte di aderenti al Comitato Agorà, tutti ovviamente a favore della protesta in atto nelle mese scolastiche legnanesi, ecco una voce fuori dal coro… decisamente fuori dal coro.
Andrea Di Carlo, questo il lettore che prende una posizione diametralmente opposta alle lettere sin qui pubblicate, analizza sul suo blog "Lettera 22" l'intera vicenda.
Studente di ingegneria al Politecnico di Milano, si affida anche a numeri per arrivare alla sua conclusione: "
le richieste fatte dal Comitato sono avulse dalla realtà".


Intervengo sulla questione buoni pasto che da qualche settimana imperversa sulla stampa locale.

Sembra chiaro ed evidente che al di là delle ragioni di chi protesta, tutta la storia è un pretesto per acquisire visibilità da parte del promotore del comitato.
Già in un’occasione prima dell’estate, la sua personalità era uscita allo scoperto, quando in qualità di Presidente della Commissione Mensa, allontanò una cittadina legnanese dalla riunione della commissione stessa (in barba ad ogni regolamento e venendo meno ai principi di decenza e cortesia che bisogna osservare quando si tratta di res publica).
Il motivo del contendere era l’aumento del costo dei buoni pasto, ed allora ritenne che una cittadina non aveva il diritto di esporre la questione in quella sede, per cui fu allontanata dalla sala, accompagnata da urla ed in generale da un comportamento poco educato.

Qualche mese dopo, il signor Torraca, diventa paladino dei genitori circa i costi elevati dei buoni pasto.
Se condivide le preoccupazioni di quel cittadino, perché si era affrettato ad allontanarlo?
Aveva forse paura di perdere l’esclusiva, e/o l’opportunità di cavalcare il malcontento?
La coincidenza di avvenimenti fa propendere per la totale malafede dell’individuo che sembra voler sfruttare il disagio delle famiglie per meri fini politici.

Per quanto riguarda i costi dei buoni pasto, viste le contingenze economiche, anche mantenere i costi bloccati a quelli degli anni passati sarebbe stato gravoso per le famiglie, perciò l’attuale Presidente della commissione mensa e contemporaneamente presidente del comitato Agorà (a qualcuno non è venuto in mente che c’è un conflitto di interessi grosso come una casa?), avrebbe potuto combattere questa battaglia già da qualche anno, sia in tempi in cui le condizioni economiche (seppure svantaggiose) erano migliori delle attuali, sia nel momento in cui è stato affidato l’appalto alla Pellegrini.
La mancanza di tempestività della su azione, mi fa pensare ancora una volta, ad un suo fine ‘politico’.

E voi che rincorrete, decisi e intraprendenti
l’idea di una carriera tipo imprenditori sempre più rampanti
disponibili a tutto, all’occorrenza anche disonesti
[G. Gaber]

Veniamo ai numeri, questi sconosciuti, che pare i genitori aderenti al comitato ed il promotore Torraca sembrano non conoscere, o ignorano volutamente perchè contraddicono le loro pretese.

Per onore di verità, nella mia analisi ho considerato esclusivamente i comuni di Canegrate, Busto Garolfo, Cerro Maggiore, e Busto Arsizio. Dei comuni di Villa Cortese e Rescaldina, non ho trovato le informazioni necessarie ad una corretta comparazione delle tariffe.
Di seguito riporto una tabella descrittiva della fascia massima, del costo relativo ad essa, e delle tariffe per i non residenti.

Per il comune di Busto Arsizio è previsto inoltre un abbuono del 50% per il secondo figlio e la gratuità per i successivi figli, operazione lodevole, ma in netta contrapposizione ad una politica non equa e tendente a fare pagare in eguale misura tutti i cittadini Bustocchi.
Si ricorda che un principio costituzionale afferma che i prelievi fiscali (il costo mensa, può essere paragonato ad una sorta di prelievo) devono essere oltre che proporzionali, progressivi rispetto al reddito.
Appiattire o annullare le fasce ISEE viola la progressività.

Per quanto concerne le tariffe del comune di Legnano, il differenziale del costo è calcolato relativamente al costo della corrispettiva fascia ISEE del comune che risulta meno caro.

Nei comuni analizzati ,in genere, per i non residenti, si applica una maggiorazione del 10% rispetto al costo della fascia ISEE massima. A Legnano si applica una maggiorazione del 10% rispetto alla media fra le due fasce più alte (in linea con la politica degli altri comuni).

In generale i costi del comune di Legnano sono minori (e più improntate all’equità) rispetto ai comuni limitrofi, in quanto sono presenti più scaglioni ISEE i quali garantiscono maggiore distribuzione delle richieste. In particolare nei comuni confinanti, oltre i 15k€ si ricade nella fascia massima, e nel corrispettivo scaglione di Legnano vi è un risparmio del 46%, che scende al 25% fino ai 22k€, ed al 10% fino ai 25k€.
I rincari avvengono dai 25k€ in su, ovvero quelle famiglie che hanno disponibilità economiche (seppur ridotte dall’aumento del costo della vita, e delle tasse) maggiori.

A parer mio, le richieste del comitato sono di gran lunga irricevibili, ma l’amministrazione comunale (di cui non voglio essere il difensore, sia ben chiaro) ha proposto la seguente modifica, che rivela una diminuzione sensibile del differenziale con il comune meno caro.

La proposta, viene incontro alle richieste del comitato Agorà e mantiene una differenza tangibile rispetto ai comuni limitrofi, nella sola fascia massima (30k€).
In sostanza, se venisse accettata, le tariffe sarebbero allineate con quelle della zona, con maggior riguardo alle categorie più deboli.

Una polemica, se mi è permesso farla, riguarda i genitori aderenti al comitato. Essi hanno tutto il diritto di protestare nei limiti e nelle forme permesse dalla legge, quindi minacciare l’amministrazione di diventare morosi non rientra in questi casi, dal momento che passerebbero automaticamente dalla parte del torto, e rischierebbero di dover pagare ulteriori multe rispetto al costo del buono pasto, a loro dire già eccessivamente elevato.
Mi chiedo inoltre, in quanti, fra coloro che protestano, abbiano presentato una dichiarazione ISEE, visto e considerato che su circa 3300 utenti della ristorazione scolastica, il comitato Agorà afferma che abbiano aderito alla protesta dalle 700 alle 1000 famiglie.
Fa piacere constatare che il 30% degli utenti abbia un ISEE superiore a 30k€, evidentemente Legnano è una sorta di paradiso in cui in barba a qualunque statistica sui redditi, vi è una concentrazione di benessere superiore alla media regionale.
Infine, mi sembra doveroso che fra coloro che usufruiscono del servizio, gli aumenti maggiori debbano essere a carico delle fasce ISEE superiori piuttosto che spalmati in egual misura su tutti gli utenti. Semmai il costo del centro cottura andrebbe accollato a tutta la cittadinanza, dal momento che la formazione delle nuove generazioni deve essere supportata dalla collettività.

Questo articolo non vuole in alcuna maniera risultare offensivo nei confronti degli aderenti al comitato, bensì cerca di mettere in evidenza che le richieste fatte sono avulse dalla realtà, in quanto è ‘dimostrato’ che in larga parte le tariffe sono paragonabili ai comuni del circondario. Se qualche genitore si sentisse offeso per mancanza di tatto e rispetto, me ne scuso anticipatamente, in quanto non è quella la mia intenzione.

Trovo però alquanto squallido che in cambio di visibilità locale, e nazionale, si cavalchi un malconento generale, dovuto non ad azioni di governo del territorio, ma alle congiunture economico finanziarie sfavorevoli a livello globale.

Andrea Di Carlo

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