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“PERCHE’ VIETARE IL GIOCO DEL PALLONE?”

25 Settembre 2013

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una mamma indignata dopo avere saputo che nel parchetto di via Mazzini, a Legnano, è "vietato il giuoco del pallone".

La donna lamenta la mancanza di poca tolleranza da parte del Comune e chiede di prendere ad esempio quanto fatto da Milano liberalizzando il gioco nei luoghi pubblici della città. A tal proposito il genitore contesta anche l'atteggiamento a suo parere poco corretto da parte degli agenti della Polizia Locale che hanno preso i nomi dei bambini che lunedì scorso stavano giocando a pallone nonostante il divieto. "Siamo troppo lontani da Milano – scrive la mamma – per prendere il buon esempio e ritenere il gioco, il buon gioco, non certo quello sregolato e vandalico (ma non di questo si trattava!) un diritto sacrosanto dei bambini?"

Interpellato il comandante della Polizia Locale, Daniele Ruggieri replica: "Dopo aver ricevuto le lamentele di una signora indignata per gli schiamazzi e i rumori provocati da ragazzi che giocano il gioco del calcio in quei giardini, ho disposto alcuni controlli. La persona che segnalava parlava di venti ragazzi che tirano il pallone contro i pannelli per la pubblicità elettorale, che lanciano la palla fuori dai giardini e provocano a volte anche danni alle finestre e alle automobili. Gli agenti hanno preso i nomi dei bambini e le loro età proprio per dimostrare che la lamentela non era fondata, almeno quel giorno a quell’ora (è possibile che durante la stagione estiva i giardini siano frequentati da altre persone).Gli agenti hanno anche spiegato ai genitori presenti perchè stavano chiedendo i nomi e le età dei bambini e la cosa è stata gestita in modo giocoso, non mi risulta affatto che si siano spaventati e siano rimasti impauriti o addirittura che abbiano pianto".  Ruggieri conferma l'atteggiamento tranquillo da parte degli agenti che hanno radunato i genitori e i ragazzi per spiegare il divieto.

Resta il fatto che la mamma chiede che si possano effettuare attività ludiche in un'area verde, vicino a una scuola. Di seguito la lettera completa della lettrice.


Scrivo questa lettera a chi di competenza un po’ per indignazione e un po’ per richiedere informazioni.

Mi presento, sono una mamma, un genitore, felice di esserlo e felice di vedere mio figlio felice, soddisfatta quando lo vedo preferire la compagnia dei coetanei alla diabolica televisione e contenta  di poter scambiare due chiacchiere con miei coetanei, persone che  vivono le mie stesse gioie e le mie stesse preoccupazioni/difficoltà di genitore oggi.

Sono una mamma compiaciuta di leggere che il sindaco di Milano Pisapia il 29 giugno 2012 avanza una proposta di delibera, poi approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Milano,per sancire il ‘diritto al gioco per i bambini’, delibera che, cito testualmente, ‘’apporterà una modifica al Regolamento di Polizia urbana in modo da rendere sacrosanto, anche sulla base della legge, il tempo dedicato al divertimento con gli amici per tutti i bambini milanesi. Delle tante scritte “vietato giocare al gioco del calcio al di fuori delle aree ad esso destinate“, che campeggiano in molte aree esterne di condomini milanesi, resterà soltanto il valore di testimonianza storica di un’epoca, quella fascista, in cui soffocare il diritto alla spensieratezza infantile è ancora oggi testimonianza tangibile dei metodi di prevaricazione messi in pratica dal regime.’’

Mi chiamo Consuelo Richelmi, ma questo è davvero un dettaglio perché questa lettera la sto scrivendo a nome di molti altri genitori che come me hanno vissuto un quarto d’ora di smarrimento lunedì pomeriggio all’uscita di scuola e che troveranno il modo di sottoscrivere un disappunto davvero condiviso.

I fatti: Lunedi pomeriggio, complice un bel sole tiepido, molti bambini usciti dalle scuole Mazzini hanno preferito fare merenda  al parchetto antistante l’edificio scolastico e giocare liberamente qualche minuto prima di andare a casa; stiamo parlando di una scuola che ai miei tempi veniva chiamata elementare e che adesso è definita primaria,ma che, questo non è cambiato,, accoglie sempre bambini,perché di questo si tratta, di una fascia d’età  compresa dai 6 agli 11 anni.

Alcuni bambini correvano rincorrendosi, altri usufruivano dei giochi (onestamente piuttosto scarsi) presenti al’interno dell’area e molti, la maggior parte, giocavano a pallone.

Tirare calci ad un pallone, non si tratta certo di partite e tornei organizzati, si tratta di correre dietro ad una palla. Giocare con il pallone: il gioco più semplice, pulito ed entusiasmante per i bambini,da sempre…non è forse rincorrendo una palla che pochi anni prima  molti di loro hanno iniziato a camminare?

Ad un certo puto, noi genitori, abbiamo notato la presenza di  alcuni vigili all’interno del parco giochi e abbiamo inizialmente accolto questa presenza con soddisfazione, perché, come è giusto che sia, le forze dell’ordine danno sempre un senso di protezione,di sicurezza ..di ordine per l’appunto..il sentimento è un po’ cambiato quando, nell’arco di pochi minuti, abbiamo visto radunare i nostri figli,BAMBINI, a cui è stato imposto permanentemente e perentoriamente  il divieto di giocare a pallone.

A bambini intimoriti e basiti le forze dell’ordine hanno anche chiesto ed appuntato  nomi e cognomi dei presenti i..e mi chiedo se questo fosse proprio necessario, prchè semplicemente li hanno spaventati,davvero spaventati.

Cosa hanno fatto i bambini?

Hanno pianto,come è normale che sia, e hanno chiesto ‘perché’.

Perché’ il parco che è di tutti non può essere, in questo senso, anche il loro? Perchè alle 16.30, perciò in un orario assolutamente fuori da qualsiasi fascia di riposo, non sia consentito loro divertirsi liberamente; perché sia contro la legge usare un pallone di pochi etti,perché la forze dell’ordine invece di’ occuparsi’ di loro, li abbiano dovuti spaventare chiedendo nomi e cognomi come se avessero commesso chissà quale reato? perchè li hanno dovuti sgridare?.Perchè?

Quello è pur sempre un parco giochi..devo aspettarmi una lista di giochi 'proscritti’? Io, noi, a molti di questi ‘perché’ non abbiamo saputo rispondere e onestamente mi hanno sdegnato.

Ho trovato assurda la richiesta e del tutto fuori luogo questa ‘retata’. Sono andata a leggere e a cercare questo divieto scritto tanto citato dalle forze dell’ordine presenti,è vero, c’è scritto..

All’ingresso del parco,insieme ad altre norme che richiamano un comportamento civile, si legge che è vietato il gioco del pallone fuori dalle aree attrezzate e qui sorgono le mie domande:

Dove sono queste aree attrezzate?Non è pensabile che si impongano dei divieti e delle ristrettezze senza fornire gli strumenti necessari all’attuazione degli stessi,perciò, chiedo,ignorando, dove si trovino queste aree pubbliche attrezzate per il ‘giuoco del pallone’?

Era necessaria questa infelice reprimenda?

Siamo troppo lontani da Milano per prendere il buon esempio e ritenere il gioco,i l buon gioco, non certo quello sregolato e vandalico (ma non di questo si trattava!) un diritto sacrosanto dei bambini?

Consuelo Richelmi

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