16 Luglio 2013

Leggo qualche interessante opinione sull’inceneritore Accam e vorrei dare un contributo personale alla discussione.

Innanzitutto  sulla proposta di legge “rifiuti zero”; tutta condivisibile, ma comunque residueranno sempre rifiuti, in pur minima quantità, che abbisognano di termovalorizzatori efficienti e non inquinanti. Dai termovalorizzatori residueranno poi infime quantità di polveri e scorie che abbisognano di discarica, più piccola, non maleodorante, ben realizzata in modo da non inquinare.

Il più grosso problema dell’Accam sono i costi che già ora sono, e non di poco, superiori a quelli del mercato e che ricadono sulle spese delle famiglie dei comuni che se ne servono. Costi che presumibilmente aumenteranno ancora con il rewamping, e dopo, pur se tutto procederà  bene e presto, e se Accam dovesse restare il termovalorizzatore dei soli comuni consorziati e legato alle pesanti condizioni poste dal comune di Busto Arsizio.

I costi di Accam possono diminuire solo se i rifiuti che vi confluiscono aumentassero in modo significativo, con ciò utilizzando appieno la potenzialità dell’impianto, oppure se Accam non fosse solo una azienda che gestisce un termovalorizzatore, ma si facesse carico di altri servizi ora gestiti dai comuni o da altre aziende pubbliche a partire dall’intero ciclo dei rifiuti (spazzamento, raccolta, conferimento e smaltimento finale) con ciò realizzando economie di scala e verosimilmente migliorando l’efficienza di piccole gestioni dirette.  

Meglio ancora se entrambe le ipotesi si realizzassero.

Se invece le ipotesi non fossero realizzabili in brevi tempi meglio lasciar perdere e conferire i rifiuti agli impianti esistenti che praticano il minor costo.

Amedeo Amadei