Quantcast

Ricerca

» Invia una lettera

IL VERDE CITTADINO HA “TOPPATO”

28 Maggio 2013

La situazione del nostro verde pubblico cittadino è oggetto delle seguenti considerazioni di un lettore che la butta sull'ironia, ma che in ogni caso fanno emergere  la necessità di una maggiore attenzione.


Nel mese di maggio la nostra città si è sempre fatta bella per le importanti manifestazioni di fine mese: la provaccia, il volo delle colombe, le cene di contrada, la sfilata del carroccio, la corsa per il Palio.

Il tempo atmosferico non ha certo facilitato la pulizia nelle nostre strade e nelle nostre piazze; la pioggia e il vento hanno disperso foglie, rami e cartacce un po’ per ogni dove. Lame selvagge hanno fatto il resto dello scempio.

L’erba gradisce essere “rasata” con amore, come un trilama fa con la barba di una pelle delicata, e non frustata e ferita proprio nel momento di maggiore freschezza e di clorofilliano splendore. Le rotonde e le aiuole sono state devastate senza ritegno e hanno invidiato sicuramente le loro omonime inglesi, svizzere o tedesche, proprio quest’anno, che per le piogge, erano sicure che avrebbero fatto una degna concorrenza.

Analogo maltrattamento l’hanno subito i ciuffi di foglie ai piedi dei tronchi d’albero. Quanti fiori hanno sperato di essere invitati alla grande festa, ma non hanno avuto il piacere di colorare e profumare il centro cittadino. Solo il papavero rosso e selvatico si è dato un tono lungo gli argini di un fiume maleodorante.

I prati che fanno cornice a Piazza GF Ferrè e agli Istituti Professionali Dell’Acqua e Bernocchi, avrebbero voluto manifestare il loro sdegno per non essere stati sottoposti a doveroso maquillage per l’occasione, ma visto il trattamento riservato alle altre aiuole si sono guardati bene dal protestare e hanno preferito esibire con dignità il loro aspetto rigogliosamente incolto, quasi savanico.

Sicuramente non c’è stato tempo, sicuramente non c’è denaro a sufficienza in dichiarati tempi di vacche magre, ma sicuramente è mancata anche la buona volontà di fare un lavoro fatto bene, rispettando quel che di buono c’è ancora nella natura e quel che di buono c’è nella cultura. Semplicemente quel che di buono c’è nel bello.

La tecnologia ci aiuta da decenni ad una rispettosa chirurgia dell’erba e delle piante e a raccogliere fieno pregiato, che avrebbe dopato in maniera sana gli otto cavalli pronti ai canapi di partenza, invece di lasciarlo marcire su aiuole vergognosamente ferite e abbandonate senza neppure una caritatevole medicazione.

Filippo Bonzi

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.