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DIBATTITO SULLA SCUOLA: DOVESSERO CHIUDERE LE PRIVATE, MAGGIORI ONERI PER TUTTI

25 Maggio 2013

In relazione al dibattito sulla scuola attualmente in corso sulla nostra testata, di seguito un contributo  della Associazione Genitori Scuole Cattoliche della nostra Regione. 


Rispondiamo volentieri a chi di Rifondazione Comunista ha risposto alla lettera di una nostra associata proprio per ribadire che le motivazioni sostenute sono pura ideologia.
Infatti chi ha scritto si dimentica che in Italia è prevista dalla Costituzione la possibilità di scegliere una scuola diversa da quella statale potendo contare su un trattamento equipollente.
Si continua a ripetere il passaggio dell’art. 33 “senza oneri per lo Stato” ignorando che gli estensori hanno precisato che questo vale solo per chi decide di istituire scuole non statali e non invece per chi ne usufruisce il servizio. Ci sono migliaia di chiarimenti sostenuti in primis da Antonio Gramsci ma ci rendiamo conto che non si conosce la storia, se ancora si sostengono queste motivazioni ideologiche.
Inoltre dall 2000, con la legge 62, lo Stato riconosce che il sistema nazionale di istruzione è formato da scuole pubbliche statali e scuole pubbliche non statali paritarie, con pari diritti, anche se, purtroppo, ancora oggi, i genitori che scelgono le scuole pubbliche paritarie non hanno il dovuto riconoscimento economico come invece avviene in tutti i paesi europei (tranne che Grecia) compresi quelli a gestione comunista o ex.
Perché quindi non si vuole comprendere che la giunta Formigoni prima e Maroni ora non ha fatto altro che aiutare le famiglie perché possano continuare a scegliere la scuola pubblica paritaria per il loro progetto educativo, evitando inoltre che lo Stato debba sostenere costi in più, togliendo ulteriori risorse alla scuola pubblica tutta, compresa la statale?
Ma è così difficile capire che se le scuole pubbliche paritarie chiudono, come purtroppo sta accadendo in molte parti d’Italia, compresa la Lombardia, il costo per lo Stato e quindi per tutti noi, è maggiore proprio perché un alunno di scuola statale costa più di 7.000€ anno mentre nella scuola pubblica paritaria costa 4000 e che lo Stato sostiene solo 500€ anno?
Non a caso la Francia, la Spagna e tutti gli altri Paesi hanno adottato questo sistema integrato, e l’hanno fatto per due motivi: il primo per rendere possibile una reale scelta della scuola da parte delle famiglie senza condizionamenti economici, in un plurale sistema di formazione, e il secondo perché, pur sostenendo in buon parte i costi di queste scuole, lo Stato risparmia ancora più del 50%.
Gli stessi amministratori di Bologna hanno compreso bene che è meglio sostenere le famiglie che scelgono le scuole pubbliche paritarie, riconoscendo 536€ per ogni alunno, piuttosto che istituire loro stessi scuole comunali o statali, che costerebbero alla collettività 6.900 € a bambino (vedi dibattito su referendum).
Ma, ancora oggi, il Governo italiano, pur essendo stato sollecitato più volte dal Parlamento Europeo affinché renda effettivamente libera in Italia questa scelta, è ancora oggi inadempiente a causa, appunto, di una resistenza culturale e ideologica incomprensibile, dannosa, e non orientata al bene comune e alla scuola tutta.
Non è quindi un problema di reddito, perché chi sceglie una scuola pubblica paritaria versa, come tutti, nelle casse dello Stato le imposte per il servizio della scuola statale che non utilizza e chiede che perlomeno lo Stato o la Regione lo sostenga, in parte ,sul pagamento della retta. Da qui la scelta
della Regione Lombardia che non va contro la Costituzione. L’esempio della scuola professionale va invece nella direzione giusta; le scuole accreditate, statali e non, hanno diritto ad avere un contributo dalla Regione uguale per tutti perché il servizio è pubblico e identico.
Non si capisce infine perché lo stesso sistema possa funzionare per la sanità pubblica convenzionata e non invece per la scuola.
Ricordiamo che a noi tutti sta a cuore tutta la scuola pubblica italiana, statale e non, perché è la scuola tutta che va migliorata, per una buona formazione ed educazione dei nostri figli.
Se questo governo e la Regione Lombardia avranno finalmente la capacità di rendere effettiva una vera libertà di scelta, senza condizionamenti economici, potremmo assistere, come abbiamo visto nei paesi europei che per ultimi l’hanno fatto, ad uno spostamento graduale da un sistema statale a quello pubblico paritario con un miglioramento, nel contempo, di tutto il sistema di istruzione.
Inoltre si potrebbero utilizzare i fondi resi disponibili per poter fare investimenti nella scuola statale iniziando dalla sicurezza degli edifici, alla gestione autonoma ecc..
Certo per fare questo bisogna avere il coraggio di andare oltre le ideologie, gli sbarramenti culturali di molte persone che come voi, purtroppo, pensano ancora che la scuola pubblica debba essere solo quella statale. A prescindere.

Agesc Lombardia

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