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IL GIARDINO DI LEGNANO

9 Febbraio 2013

Egr. Direttore, sono un residente del quartiere San Paolo da diversi anni. Ho rifiutato le comodità del centro per spostarmi in periferia che a suo tempo offriva un ambiente incontaminato. Veniva chiamato “il giardino di Legnano” ed oggi assisto al degrado ambientale  lento ma sembra inesorabile: una cementificazione irrazionale, isole di discariche disperse sul territorio boschivo,traffico intenso su via Sardegna, l’accumulo di rifiuti da parte di tribù di persone insediatesi abusivamente su questo territorio.

Se al cemento inadeguatamente sprecato non si può ormai far nulla, all’endemica distribuzione di scarichi abusivi  invito il Comune a promuovere una giornata di ricupero ambientale di questo territorio. La bretella Ospedale-SP12  dovrebbe snellire in parte la circolazione di mezzi all’interno del quartiere.

Al problema dei territori stuprati dall’inciviltà degli occupanti  mi permetto quanto segue.

Oltre alla Amministrazione comunale sento di coinvolgere nella responsabilità oggettiva i proprietari dei terreni che nel corso degli anni hanno dimostrato poco interesse e cura delle loro proprietà tanto da essere colonizzate da anni dai rom. Dovrebbero avvertire almeno una  responsabilità etica nei confronti degli attuali residenti  e possibili essi stessi futuri residenti del San Paolo i quali, causa in parte della loro incuria o “menefreghismo”, subiscono la situazione attuale.

Come da tempo questi territori sono stati a disposizione ad uso e consumo degli abusivi, (fossi in loro avanzerei un “diritto di proprietà per usucapione”). Oggi i proprietari di quei terreni  potrebbero accettare dal Comune una proposta che vede il recupero del territorio con l’insediamento di strutture temporanee, facilmente rimovibili, quali panchine ed altro (il cosiddetto ”arredo verde” che costerebbe assai meno di uno sgombero) in modo che possono essere fruibili dai cittadini residenti. Si sostituirebbe l’abusivismo  con un luogo comune d’incontro per famiglie ed anziani come avviene tutt’ora al Parco Alto Milanese  zona Castellanza. La presenza nel bre ve delle forze  dell’ordine  e il contributo del quartiere faciliterebbero il rinnovamento umano del territorio.  Basta un impegno da parte dell’Amministrazione comunale, supportato semmai  dalla stipula di un contratto di affitto simbolico, alla restituzione, quando il singolo proprietario lo riterrà, della disponibilità della proprietà.

E’ opinione comune nel quartiere che i rom, con la frequente presenza di gente diversa dalla propria etnia, automaticamente abbandonerebbero il territorio  e rinuncerebbero a nuovi insediamenti. Coloro che vogliono  perseguire una scelta d’integrazione possono seguire le direttive del “Patto locale di sicurezza urbana” promosso recentemente  dall’Amministrazione comunale di Legnano.

Ringraziando, porgo distinti saluti

Lettera firmata

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