DALL’EDITTO DI MILANO ALLA CROCE DI ARIBERTO
Pierantonio Galimberti rilancia l'idea di un volume sulla Croce di Ariberto e ricorda una pietra miliare del Cristianesimo: l'Editto di Milano voluto da Costantino 1700 anni fa...

Un progetto editoriale con tema la Croce del vescovo Ariberto d'Intimiano, simbolo religioso del Palio di Legnano, è l'ultima iniziativa di Pierantonio Galimberti.
In questo servizio, egli ci ricorda che: "documenti, foto e testi preparati per l'idonea pubblicazione del volume "Il Crocifisso, un simbolo dimenticato" tracciano la storia del Cristianesimo vista da varie angolazioni e descrivono il suo lungo e variegato evolversi dalle origini con la storia di Gesù e si chiude nel XII secolo con la presentazione storico/politica della Croce di Ariberto da Intimiano, simbolo importante per la storia della mia città".
Con l'avvicinarsi del febbraio 2013, ho estrapolato dai succitati testi quelli riguardanti il periodo del IV secolo che vede Milano capitale imperiale, dove la figura di Costantino il Grande e la sua politica avveduta sono affiancate da Elena, sua celebre madre, e la sua assidua azione devozionale determinano una svolta per la diffusione del Cristianesimo.La spinta iniziale e significativa di questa azione, forte e qualificante, si identifica nell'emissione nel febbraio 313 d.C. dell'Editto di Milano.
Nella storia del Cristianesimo ritengo sia stata determinante l’opera di Costantino e della madre Elena, che contribuirono al diffondersi di questa nuova religione, e fissarono un inizio riconoscibile che si consolida in un evento: L’editto di Milano.
QUEST’ANNO MILANO CELEBRA I 1700 ANNI DEL FAMOSO EDITTO DI “TOLLERANZA”- Emesso nel Febbraio 313. d.C.
Dopo la vittoria di Costantino su Massenzio a Ponte Milvio il 29 ottobre 312, questi fu proclamato imperatore, rinunciò alle consuete funzioni di “Pontifex Massimo” non partecipò agli onori militari che Roma gli attribuì, forse per la contemporaneità dei festeggiamenti con le Idi di Giove e si portò a Milano, nuova capitale dell’Impero di Occidente. Qui si era trasferita tutta la gerarchia romana e la corte con il comando militare. In Oriente nella capitale Nicomedia, il Tetrarca Galerio, aveva già emesso (pur essendo un convinto pagano) un suo editto il 30 aprile 311 dove concedeva ai Cristiani la libertà di culto purché rispettassero tutte le leggi romane.
Galerio, come già lo furono Nerone, Decio e Massimino, fu persecutore acerrimo ma “la ragion di stato” gli fece capire come questa politica fosse fallimentare. Il Cristianesimo era oramai largamente diffuso nell’esercito e quando poco dopo il 5 maggio del 311 Galerio morì, il suo editto aveva già proclamato forse una politica nuova: la tolleranza .
Il quadro politico ci presenta varie vicissitudini storicamente determinanti con Costantino e la sua politica di apertura praticata in Occidente, ma in Oriente, Licinio, da pagano, non ne condivide pienamente il pensiero.
Li divide un aspro conflitto politico-religioso, che scoppierà in uno scontro militare inevitabile.
I comportamenti controversi di Licinio, ricordano un po’ quelli di S.Paolo, che da nemico e persecutore acerrimo dei Crtistiani, diviene in seguito fedele apostolo di Gesù che subirà per mano di Nerone il martirio con Pietro a Roma.
Costantino muove l’esercito contro Licinio e lo sconfigge ad Adrianopoli nel 323.
Come si può vedere il periodo non è ben chiaro e definito ma Costantino, acuto stratega, aveva già intuito in vari frangenti precedenti, l’espandersi “rapido” del Cristianesimo, ne coglie l’importanza politica in una città: Milano, ancora prevalentemente pagana, dove l’aristocrazia venera molti dei greco/romani, ed i cristiani nel popolo sono una piccola comunità, pari al 10% degli abitanti. Lo stesso imperatore aderisce al culto divino del Sole.
Non è certo una scelta devozionale quella di Costantino che in una lettera ad un suo collaboratore descrive e spiega come richiestogli i contenuti dell’editto:
… Quando noi, Costantino Augusto e
Licinio Augusto, felicemente ci
incontrammo nei pressi di Milano e
discutemmo di tutto ciò che attiene al
bene pubblico e alla pubblica sicurezza,
questo era quello che ci sembrava di
maggior giovamento alla popolazione,
soprattutto che si dovessero regolare le
cose concernenti il culto della divinità, e
di concedere anche ai cristiani, come a
tutti, la libertà di seguire la religione
preferita, affinchè, qualsivoglia sia la
divinità celeste possa esser benevola e
propizia, nei nostri confronti e in quelli
di tutti i nostri sudditi …..
Inoltre si ordinava la restituzione di tutti i beni confiscati ai Cristiani, fossero abrogate le precedenti leggi vessatorie sulle libere professioni, vennero proibiti i combattimenti dei gladiatori, e per la prima volta vi si parla non di dei ma di una fede monoteista (in modo esplicito e utilitarista) che invochi il loro Dio in favore dei “monarchi e sudditi”.
E’ indubbia l’importanza politica dell’Editto e gli effetti che favorirono lo sviluppo del Cristianesimo su tutto il vasto territorio imperiale di Roma.
E’ singolare come l’Armenia (posta su territorio d’Oriente) abbia elevato a religione di stato il Cristianesimo ancor prima dell’editto di MilanoPiù tardi Teodosio, con l’Editto di Tassalonica del 380 condiviso ed auspicato da Ambrogio, vescovo di Milano dal 374 al 397 d.C. Il Cristianesimo è dichiarato religione di stato e sono proibiti e perseguiti tutti i vari culti pagani.
Ambrogio parlando di Elena che in Terrasanta nel 326 ritrovò la “Vera Croce”, dichiara: “Costantino fu si beato, ma lo fa per una tale madre”. Tutto è stato possibile a questo imperatore, grazie a colei che l’aveva generato – afferma ancora Ambrogio – prima nell’ombra e poi nello splendore delle Vittorie.
Costantino l’11 maggio 330 fonda a Bisanzio sul Bosforo la città di Costantinopoli e con la madre Elena, edifica le prime Basiliche: Bisanzio, Roma e Gerusalemme.
P.Galimberti
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