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S.GIORGIO SU LEGNANO: POCHE IDEE, TANTA FANTASIA

6 Novembre 2012

La maggioranza Cecchin è alla ricerca spasmodica di nuovi significati del termine “democrazia rappresentativa”, pare non accontentarsi delle possibilità garantite e percorribili.
L’impressione netta è che, in mancanza di idee e progetti, la fantasia prenda il sopravvento sulla realtà e costringa a procedere a strappi, cercando di forzarla per poi ripiegare banalmente su espedienti e scorciatoie.
L’iniziativa di istituire consulte, dimostra il bisogno irragionevole, privo di dati oggettivi e di fondamentali culturali, di evitare il vero confronto democratico che prevede il rispetto di tutti i livelli di rappresentanza politici, istituzionali, sociali e culturali. Prende piede l'idea agghiacciante di un "democrazia su misura", costituita da gruppi amici ed associazioni amiche,  che escluda chi viene considerato potenzialmente conflittuale. Prevale la tendenza all’emarginazione con infamia di chi si oppone alla maggioranza che immagina di rappresentare tutti e tutto. Molti settori della politica di destra, di centro e anche di sinistra sono affetti in varia misura da una vera e propria malattia: la democrazia pilotata. Tale malattia, tanto combattuta finché gli stessi siedono ai tavoli dell’opposizione, diventa un pilastro portante del proprio “sentire” politico quando sono al governo.
Le “consulte” spacciate come fulcro della democrazia, adeguatamente eterodirette  dall’assessore di turno, sono un vero e proprio atto demagogico e un grande tragico imbroglio a danno di tutti i cittadini sangiorgesi.
Si tratta di un grande imbroglio per il semplice fatto che ci troviamo di fronte alla proposizione di un formalismo, di un escamotage esteriore e superficiale, di un vero e proprio artificio, di un espediente finalizzato a creare, azzerando qualsiasi livello di confronto intermedio, un rapporto diretto con la propria “gente” quasi fosse una “cosa” di proprietà.  La consulta sarà un soggetto impalpabile ed indefinibile senza una struttura delineata e programmatica, senza regole fisse di rappresentanza, ma con un unico criterio di costituzione: i componenti saranno designati dalla giunta e il presidente sarà l’assessore di competenza.
A noi pare che dietro l'apparente egualitarismo della libertà di parola (ben orchestrata dal Sindaco o dall’Assessore), per cui “ognuno dice la sua” senza criticare quella altrui (e senza quindi poter venir criticato), si cela in effetti l'incomunicabilità piena. In sintesi: un parlare a salve e tra sordi che impedisce sostanzialmente qualsiasi decisione sensata: ovvero strutturata, articolata, capace di evidenziare e selezionare l'”offerta” politica, votabile nella chiarezza delle diverse posizioni. In tale modo tutto finirà con la frase di rito del brillante amministratore locale più o meno fintamente esasperato: “ci abbiamo provato, ma poi dovevamo prendere una decisione e l’abbiamo presa”.
Insomma: la democrazia senza istituzioni e gerarchie, senza “riconoscimento” e “senza delega”, senza vincoli chiari e regole esplicitate che lasci ampi margini ai manovratori (Sindaco e Assessori) di gestire a piacere strategie e scelte amministrative.
Da parte nostra riteniamo che si ci sia un modo per uscire dalla logica degli espedienti e delle scorciatoie della democrazia pilotata, ne esiste uno solo: la maggioranza governi sulla base del rispetto delle regole democratiche rendicontando ai cittadini e coinvolga gli stessi in modo serio e totale (informandoli costantemente) sulle grandi scelte prevedendo, a tale scopo, il ricorso alla democrazia referendaria.

Evelyne De Conti
Capogruppo consiliare
Uniti per San Giorgio su Legnano

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