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PERIFERIA: OLTRE ALL’EMERGENZA ROM, ANCHE QUELLA DEL BULLISMO?

8 Settembre 2012

Ho letto con attenzione un articolo apparso sulla stampa locale, riguardante il problema del  bullismo che pare stia “imperversando” nella nostra città. Nell’articolo il rione Oltrestazione viene definito da un residente, come la periferia di Damasco …

Senza nulla togliere al problema descritto, però tale definizione mi sembra, oltre che ridicola, offensiva per tutte quelle persone che, nella vera Damasco, ci hanno lasciato e ci stanno lasciando la vita.

Tornando a Legnano, purtroppo, quando il problema bullismo ciclicamente torna alla ribalta, vengono presi in considerazione principalmente solo gli effetti e quasi sempre si tralasciano (anche per comodità) le cause.

Certamente essere vittime di azioni di bullismo non piace a nessuno, ma qualcuno si chiede con onestà perché dei giovani compiano tali azioni e quali potrebbero esserne le cause scatenanti? Senza scomodare illustri psicologi o sociologi di fama, basta pensare che i giovani e gli adolescenti, come i bambini, gli anziani e soprattutto la famiglia, sono la parte ancora più debole di una società ormai economicamente, culturalmente e socialmente disastrata e devastata, senza per ora nessuna prospettiva di un futuro e un ambiente migliore.

Se a un giovane si toglie la possibilità di avere un futuro degno di questo nome, gli si toglie anche la possibilità di sognare e, senza sogni e ideali, gli incubi peggiori possono diventare realtà. Mi fermo qui perché potrei essere frainteso e dare l’impressione di giustificare azioni ingiustificabili.

Tornando a cose concrete, mi chiedo cosa Legnano possa attualmente offrire a tutti quei giovani, che, trovandosi spesso in gravi situazioni di disagio familiare, di abbandono scolastico o di disoccupazione, vivono la maggior parte del loro tempo diurno e notturno in strada o in parchi e parchetti … Molto poco: a Legnano o ci si omologa in oratorio e in parrocchia o si sta  per la strada o in qualche bar (se si ha qualche spicciolo). Non esistono strutture pubbliche alternative di aggregazione, che possano essere almeno di qualche utilità e contenimento, e perché no?, magari anche un aiuto alla crescita ed educative.

Ci auguriamo che la nuova amministrazione comunale non sottovaluti questo problema e lo voglia affrontare in maniera più concreta e con una visione più laica e sociale di come abbia fatto finora. Non lasciamo che il tutto possa veramente diventare una emergenza pubblica. I problemi vanno affrontati partendo dalle cause e risolti non soltanto reprimendone gli effetti.

Rino Lattuada
Movimento del Cactus

http://movimentodelcactus.blogspot.it

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