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IL DISAPPUNTO DI UN CAPITANO DI CONTRADA NON REGGENTE

23 Marzo 2009

Da Capitano non reggente ma soprattutto da amante del Palio, sono veramente disgustato da quello che sta succedendo alla nostra Festa.

Principalmente sono 2 i motivi, anche se ce ne sarebbero parecchi altri, che mi hanno lasciato senza parole: la volontà di modificare il cerimoniale riguardante l’Iscrizione delle Contrade ma soprattutto l’intenzione di rivoluzionare la consegna della Croce.

Sul primo argomento ritengo che il solo fatto di costringere i Contradaioli a pagare un biglietto per vedere i propri Reggenti iscrivere la propria Contrada al Palio dica già tutto.
Quello che proprio non riesco a comprendere è come degli uomini di Palio, almeno così “loro” si definiscono, possano anche solo pensare ad un cerimoniale diverso da quello attuale per quanto riguarda la consegna della Croce.

Lunedì ho avuto la possibilità di leggere la proposta pensata dalla Commissione Cerimonie; oltre a stravolgere tutto quello che è stato fino ad ora, abolendo in toto la Traslazione della Croce (chissà poi perché !?!), la parte più incredibile è quella relativa ai momenti che precederanno la finale, dove uno speaker spiegherà quello che accadrà alla fine della corsa invitando i contradaioli a non entrare in campo al termine della gara per far sì che si svolga il nuovo cerimoniale.

Il nuovo cerimoniale dovrebbe prevedere la consegna della Croce ad 8 portantini scelti da ciascuna Contrada, alla presenza dei Magistrati e di Monsignor Galli e alla consegna della Croce Pettorale al Capitano vittorioso da parte del Supremo Magistrato, il tutto con i Contradaioli immobili sugli spalti.
Secondo questa gente quindi, la corsa termina e nessun Contradaiolo della Contrada vincente dovrà entrare in pista ad esultare. Ma mi chiedo: “dove vivono?”. I

l Palio di Legnano, come tutti i Palii d’Italia, vive il suo tripudio al termine della gara ippica quando all’interno del campo si mischiano gioia e delusione, emozione e pathos. Il momento più bello è senza dubbio quando un popolo si raccoglie festoso intorno al suo fantino ed al suo cavallo, vedere gente di tutte le età piangere ed abbracciarsi; ebbene “loro” vogliono privarci di tutto ciò, “loro” vogliono trasformare la nostra Festa in una rappresentazione teatrale dove il pubblico deve stare seduto composto sul proprio seggiolino e poi andare a casa.

Si parla tanto di tradizione e “loro” vogliono ribaltare il tutto in nome di che cosa?
Ma soprattutto sarebbe opportuno che tutti sapessero chi sono questi “loro” che vogliono rovinare il nostro Palio trasformandolo in uno spettacolo sempre più per pochi.Mi auguro che quando questa proposta verrà presentata in Capitolo, le 8 Reggenze si rendano conto del grave danno che ciò comporterebbe e votino contrari all’unanimità.

Questo è solo il mio parere ma noto con piacere che è condiviso dalla maggioranza dei Contradaioli che in questi giorni stanno scrivendo sui siti dedicati al nostro Palio.

Per concludere, mi hanno insegnato che per migliorare bisogna sempre guardare ai più bravi: secondo voi una cosa del genere potrebbe mai accadere a Siena ?
 

Cristiano Poretti

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