IL MIO PALIO, DI GIAN LUCA ROSSI
Il noto giornalista di Telelombardia, conduttore della diretta TV, commenta così la sue due esperienze al Campo del Palio...
Gian Luca Rossi, giornalista di Telelombardia, per il secondo anno ha commentato la diretta televisiva del Palio. Di seguito, proponiamo i suoi giudizi sia sull'edizione del 2011, che su quella del 2012.
A Gian Luca, qui sul verrocchio legnanese in un ruolo, quello del mossiere, che tanto gradisce, il nostro ringraziamento per la collaborazione fornita.
27 maggio 2012
Legnano 2012: il Palio di Gian Luca Rossi
Quest’anno la mia esperienza di conduttore delle quattro ore di diretta dedicate da Telelombardia al Palio di Legnano insieme a Marco Tajè, Giorgia Colombo, Nathalie Goitom è stata assolutamente straordinaria, molto più gratificante di quella di un anno fa all’esordio. Questo perché mi sono subito reso conto che stavolta ero in grado, grazie alle lezioni proprio di Tajè, di ‘maneggiare’ meglio l’argomento e ho compreso molte delle sfumature che l’anno scorso mi erano sfuggite. Da milanese, quindi da forestiero a tutti gli effetti, devo dire che continuo a non riuscire a schierarmi fino in fondo per una contrada specifica, e forse non è sbagliato, da giornalista, mantenere una certa neutralità. Da un lato ci sono le contrade che mi ricordano, un po’ alla lontana per la verità, almeno uno dei due colori sociali dell’Inter, visto che nessuno degli otto sodalizi ha il nero tra le sue caratterizzazioni cromatiche. Quindi, da questo punto di vista, sarebbero favoriti San’Erasmo e San Martino, mentre La Flora, pur avendo il blu, col rosso finisce per assomigliare più a Bologna o Genoa. Dall’altro c’è il nome di Sant’Ambrogio, i cui colori, giallo e verde, non mi richiamano alcuna associazione cromatica ma Ambrogio è comunque il santo patrono di Milano e, da milanese purosangue, non nel senso di cavallo però, dovrei sentirmi più vicino a questa contrada. Ma, detto tra noi, sono comunque tutte forzature. Meglio allora mantenersi il più possibile equidistante, almeno in questo ambito, anche se c’è sempre qualcuno che mi tira per la giacca da una parte e dall’altra. Certamente del Palio di Legnano, adoro il merchandising, ossia tutta quella serie di polo, T-shirt, felpe e giubbini che i contradaioli sfoggiano ad ogni Palio. Fosse per me, comprerei tutto e, anzi, suggerisco alle contrade di lanciarsi in una vendita via internet per certi articoli. Negli USA, dove ad ogni evento sportivo si partecipa vestiti quasi come i protagonisti, sarebbe un successone!
Particolarmente azzeccato lo slogan della 66.a edizione: ‘cardioPalio’ voleva essere e Palio al cardiopalma è stato per i quasi 5.000 spettatori sugli spalti dello Stadio Mari e per chi lo ha visto in Tv. Le tre batterie, semifinali e finale, sono state avvincenti e quest’anno se l’è cavata alla grande anche il mossiere Renato Bircolotti, tornato sul verrocchio a furor di popolo dopo la disastrosa esperienza del contestatissimo ex-olimpionico Dino Costantini un anno fa.
Venerdì sera la Provaccia era stata vinta dai giallo-rossi di Legnarello che, dati per favoriti anche nel Palio, non si sono però confermati.
Il Palio 2012, al termine della consueta bellissima sfilata delle otto contrade con oltre 1.200 figuranti in costumi e accessori d’epoca coinvolti come ogni anno, è andato a Sant’Ambrogio, tornato a prendersi la Croce di Ariberto da Intimiano dopo otto anni di attesa, grazie al fantino Silvano Mulas, che un anno fa era stato tolto di mezzo da una brutta caduta: una bella rivincita insomma! Oderint dum metuant ossia ‘mi abbiano in odio, purché mi temano’, recita l’aforisma del poeta latino Lucio Accio (170-84 a.C.) scelto come motto della contrada di Sant’Ambrogio. Forse nessuno ha mai ‘odiato’ questa contrada, l’unica a non aver mai avuto particolari attriti con le rivali, dalle quali ora è però tornata ad essere temuta!
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29 maggio 2011
Legnano 2011: il Palio di Gian Luca Rossi
Quest’anno ho condotto per la prima volta la lunga diretta, oltre quattro ore, di Telelombardia per il Palio di Legnano. Mi do un 6, diciamo un 6,5 per il mestiere, perché era la mia prima volta con Giorgia Colombo e Nathalie Goitom. Gli altri compagni di viaggio, Sergio La Torre e il maestro Marco Tajè il Palio lo conoscono invece come pochi altri. Io tante suggestioni, a dir la verità, non le ho afferrate al volo. Se non altro, da appassionato di storia, conoscevo abbastanza bene la Battaglia di Legnano vinta il 29 maggio 1176 dagli eserciti della Lega Lombarda contro Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, commemorata ogni anno dal Palio fin dal lontano 1935.
Però non è stato facile districarsi tra Priori, Capitani e Castellane nella sfilata storica delle otto contrade che coinvolge sempre oltre mille figuranti in costumi medievali, con abiti, scudi, armi e accessori, che sono fedeli riproduzioni di quelli del XII secolo al vaglio di una severa commissione tecnica. Come non bastasse, sapevo anche di dover fuggire a Milano un istante dopo la conclusione del Palio per precipitarmi a Qui Studio a Voi Stadio per la finale di Coppa Italia tra Inter e Palermo per altre quattro ore di diretta. Per il Palio 2011, la grande favorita era La Flora, che veniva da tre successi consecutivi e che venerdì sera si aggiudicata anche la Provaccia. Ma alla fine l’ha spuntata San Magno con il fantino Giovanni Atzeni su Aberrant, a dieci anni dall’ultimo successo rosso-biancorosso.
Peccato per i pasticci dell’anziano mossiere Dino Costantini, ex-olimpionico, contestato praticamente da tutti i contradaioli per la sua imbarazzante performance sul verrocchio.
In fondo il 65° Palio di cavalli purosangue partiva quest’anno con lo slogan ‘Un palio da urlo’ e non a caso si è urlato parecchio, soprattutto dalle parti della contrada Sant’Erasmo, rimasto al canapo sia nella Provaccia, sia nella seconda batteria di semifinale. In effetti è successo di tutto, tra mosse dubbie e invalidate, tra fantini disarcionati e calpestati e cavalli seduti letteralmente sulla propria monta, fino all’ira collettiva e all’abbandono per protesta di San Erasmo.
Per non parlare della paura per il fantino di Sant’Ambrogio Silvano Mulas caduto a terra privo di sensi e salvato dal pronto intervento di alcune comparse. Con tutto questo, la finale è slittata oltre il tramonto quando San Magno ha vinto, conquistando la croce di Ariberto da Intimiano per l’11.a volta.
Ora appuntamento al prossimo anno, quando sarò senz’altro più ferrato sull’argomento e grazie a tutti i legnanesi e ai telespettatori per le
graditissime manifestazioni di affetto.
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