Un palio già complicato e confuso per alleanze e strategue legate non solo al nostro palio, stamane, è diventato ulteriormente enigmatico, complice il malessere che ha messo in tribuna il fantino della Flora, Antonio Siri, e la decisione della commissione corsa di confinare nel box il purosangue di punta della contrada S.Martino, Abbashan.

Antonio Siri, nella notte, ha manifestato un malessere generale. Non ha disputato la prevista prova di stamane ed è stato portato al Pronto Soccorso di Legnano dove gli è stato diagnosticato il cosidetto "fuoco di S.Antonio". Nulla di grave, quindi e per fortuna, ma sufficiente per escluderlo dai giochi di domenica.

La contrada rossoblu è corsa ai ripari, affidando la giubba ufficiale ad Alessio Corda, che doveva correre questa sera il Memorial Favari, in cui sarà invece presente Andrea Coghe, fatto partire con urgenza nelle prime ore del pomeriggio da Monteroni d'Arbia.

Abbashan, cavallo dato da tutti per partente con S.Martino, non è stato giudicato idoneo dalla commissione veterinaria. Capitan De Pascali è apparso più amareggiato che preoccupato: "Sono dispiaciuto perchè, avessimo portato in pista il cavallo, il fantino sarebbe stato Gigi Bruschelli. Così, invece, ci affideremo a Sebastiano Murtas. Comunque, saremo sempre da corsa perchè i nostri cavalli sono pronti per l'impegno di domenica".

Intanto, nl centro del Campo, stamattina, è apparso l'ormai famoso congegno del mortaretto (nella foto) che sostituirà la storica campanella per segnalare le partenze false. Si tratta di una scatola di 98 chilogrammi, che a breve verrà nascosta tra gli addobbi floreali.

"Sono contento dei grandi passi avanti che sta facendo il Palio di Legnano –  ha spiegato il mossiere Renato Bircolotti, tornato dopo un anno di "riposo" – . Adottare il mortaretto è un ottima scelta. Lo scoppio a differenza del rumore della campanella è un richiamo chiaro e deciso per i fantini. Inoltre agevola il mossiere che deve soltanto schiacciare un pulsante. Non credo che Legnano perda una tradizione lasciando alle spalle la campanella, anzi".

marco tajè (con la collaborazione di gea somazzi)