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ELCON, ECCO IL PROGETTO

Nella sede della BP SEC di Magnago presentato il progetto della Elcon per l'impianto per lo smaltimento e la depurazione di reflui industriali nell'area della ex-Montedison...

 
Nelal foto a sinistra Daniele Barbone, fondatore e direttore di BPSEC; a destra, Yaron Bar, vicepresidente della società e responsabile di Elcon Italia

La vicenda Elcon pare giunta a una conclusione. O meglio, all'avvio ufficiale.

Dopo settimane di commissioni congiunte, conferenze stampa e assemblee “popolari”, stamattina la società israeliana ha depositato in Regione Lombardia il progetto per l'installazione di un impianto per lo smaltimento e la depurazione di reflui industriali nell'area della ex-Montedison.

“La tecnologia sviluppata da Elcon Recycling – esordisce Yaron Bar, vicepresidente della società e responsabile di Elcon Italia – prevede un trattamento chimico-fisico dei rifiuti, alternativo a quello dell'incenerimento. Tale sistema permette l'abbattimento dell'impatto ambientale del processo di smaltimento e una sensibile riduzione dei costi”.

Niente inceneritori né rifiuti solidi, dunque, come invece dicevano le molte voci allarmate che si sono susseguite negli ultimi tempi. Daniele Barbone, fondatore e direttore di BPSEC, società di Magnago incaricata del progetto ambientale, ha spiegato più nello specifico il processo di smaltimento: “le acque di tipo chimico che provengono dall'industria chimico-farmaceutica contengono una serie di inquinanti che le rendono difficilmente trattabili. La capacità di Elcon è stata quella di capire che, se si divide un rifiuto di questo tipo nelle sue singole componenti, è più facile che trattarle tutte insieme. E siccome l'80% di questi rifiuti è costituito da acqua, sarà necessario smaltire solo il rimanente 20%”.

“In Italia il trattamento dei rifiuti avviene quasi esclusivamente fuori dal Paese, con conseguente inquinamento acustico e atmosferico”, continua Yaron Bar. “abbiamo scelto il sito di Castellanza perché c'è una tradizione industriale, professionalità disponibili nel settore della chimica e le infrastrutture adatte a questo tipo di attività, per non parlare del vicino polo universitario della LIUC con cui vorremmo instaurare una proficua collaborazione”.

Con il deposito odierno in Regione Lombardia, comincia un iter autorizzativo che avrà una durata stimata tra i nove e i dodici mesi e che coinvolge dodici enti. Se il progetto sarà approvato, ci vorrano altri 18 mesi (e 20 milioni di euro) per l'installazione dell'impianto. “Elcon – continua Daniele Barbone – si farà inoltre carico della bonifica degli 8.000 mq che andrà ad occupare, eliminando tutti gli inquinanti (primo fra tutti il mercurio) depositati sul terreno del sito durante le precedenti attività e rimuovendo i 2.000 mq di amianto che ancora ricoprono gli edifici”.

Ma la principale novità è relativa alla scelta di adottare un sistema di monitoraggio delle emissioni continuo e aperto: "Per la prima volta per un impianto di questo tipo, le emissioni del camino non saranno controllate periodicamente e a campione, ma in tempo reale, 24 ore al giorno e con collegamento a soggetti esterni. Questa scelta dovrebbe fugare le preoccupazioni di chi teme che, una volta approvato l'impianto, la soglia d'attenzione cali e il controllo sulle emissioni potenzialmente inquinanti sia insufficiente", ha concluso Barbone.

Giorgia Wizemann

Redazione
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Pubblicato il 03 Maggio 2012
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