OLTRE 1 MILIONE DI EURO SEQUESTRATO DALLA FINANZA
Si è conclusa l'operazione delle Fiamme Gialle "Metal Connection". Numerose le verifiche effettuate che, contestando circa 400 milioni di euro di false fatture...

Si è conclusa l'operazione "Metal Connection" che, nell'aprile dell'anno scorso, ha portato all'arresto di 19 persone e altre 26 denunciate a piede libero per i reati di associazione delinquere, frode fiscale, emissione ed utilizzo di fatture false e riciclaggio di denaro.
La Guardia di Finanza ha eseguito sequestri preventivi per oltre 1 milione di euro ed effettuato numerose verifiche contestando circa 400 milioni di euro di false fatture in relazione ad una frode fiscale di enormi dimensioni di cui erano coinvolte ben 30 società, tutte attive nel commercio di rottami metallici, distribuite nel territorio del Nord Italia, principalmente in Lombardia.
Fra queste molte le aziende anche della Brianza e del Milanese come MP Metal di Pregnana Milanese, Metalmarsa di Cinisello Balsamo, Mex di Sovico, Recal Trading di Biassono, Vergani Renato di Carate Brianza,Cusago Metalli di Cusago, Pram Metal di Caponago, Ecoisteel di Concorezzo, Fusion Trade di Desio,Fa.Mar di Desio.
"Il meccanismo fraudolento – ha spiegato Domenico Morabito comandante della Guardia di Finanza di Legnano -, attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, emesse grazie alla creazione di societa’ cartiere, ha consentito ai membri di un’associazione per delinquere, nel giro di pochi anni, di abbattere l’imponibile, con un notevole risparmio di imposta. I sequestri preventivi hanno colpito le societa’ utilizzatrici delle fatture false: i provvedimenti cautelari, in particolare, hanno riguardato un’autovettura di lusso una ferrari 360 cabrio, un casale con piscina e terreni in casale monferrato ed altre 2 unita’ immobiliari nel milanese".
Le indagini, effettuate dalla compagnia di Magenta, hanno preso il via a seguito della scoperta di una societa’ di Castano Primo la quale presentava una operativita’ praticamente inconsistente. sono cosi’ partiti gli approfondimenti sui soci pregiudicati che conducevano un tenore di vita elevatissimo.
"Essi, infatti, gestivano societa’ di comodo allo scopo di emettere fatture false ai loro clienti – ha puntualizzato Francesco Randon capitano dela compagnia di Magenta – per attestare e giustificare contabilmente acquisti e trasporti di rottami effettuati in nero. ovviamente, anche le fatture false avevano un prezzo: per ogni documento i gestori delle cartiere trattenevano, quale compenso, una percentuale del 4% sugli importi bonificati dai clienti a saldo degli acquisti fittizi e che successivamente riconsegnavano nelle mani degli stessi imprenditori da cui erano partiti. A loro volta gli imprenditori, rientrati in possesso del denaro, lo utilizzavano per acquistare nuovo rottame in nero, a prezzi vantaggiosi, per poi rivenderlo alle fonderie con regolare fattura a prezzi di mercato, curandosi di far “quadrare” la contabilita’, attraverso la sovraffatturazione degli acquisti in nero, in modo da ottenere un margine minimo di guadagno sul quale poi, finalmente, pagare le tasse".
Il sistema permetteva inoltre di riciclare enormi quantità di denaro che andava ad arricchire i componenti del sodalizio che li investivano in case e terreni intestati a prestanome, orologi di pregio oppure li occultavano in ingegnosi nascondigli nelle proprie case o automobili o, più prudentemente, li custodivano in cassette di sicurezza in banca. Basti pensare che solo in 4 cassette di sicurezza sono stati rinvenuti contanti per oltre 700mila euro.
Gli approfondimenti di polizia economico–finanziaria hanno permesso di individuare l’ingegnoso meccanismo fraudolento creato per abbattere l’imponibile delle societa’, permettendo cosi’ un indebito risparmio d’imposta.
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