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IL DNA DEI ROM, LO SCONCERTO DEL PROF. GIANCARLO RESTELLI

8 Febbraio 2012

Gentile Direttore, leggo con sorpresa che Daniele Berti (candidato Sindaco) ha dichiarato che “i Rom non hanno alcuna intenzione di integrarsi, non è nel loro DNA”.

Non entro nel merito del giudizio sulle difficoltà di integrazione (sicuramente ci sono). Faccio notare però che non è possibile lamentare le difficoltà dei rapporti tra cittadini e Rom e poi cacciarli via ogni volta che tentano di fermarsi da qualche parte. Ma il mio sconcerto è soprattutto nell’espressione “non è nel loro DNA”, che indica nei Rom caratteristiche immutabili e non derivabili dall’ambiente in cui una persona vive. Quindi i Rom non possono integrarsi perché nel loro “genoma” (?) esiste solo la tendenza al nomadismo e da qui a vivere di espedienti e furti. C’è appena stato il Giorno della Memoria e sono sicuro che Daniele Berti, che considero una persona curiosa e preparata sul piano culturale, conosce la parola Porrajmos che nella lingua dei Rom vuol dire “divoramento, annientamento” delle comunità degli zingari d’Europa. È l’equivalente della parola Shoah nello sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale.

Ebbene gli zingari furono sterminati (le cifre vanno da un minimo di 200.000 a un massimo di mezzo milione) perché i nazisti erano incrollabilmente convinti che fossero una “razza” degenerata e non modificabile. Avevano addirittura individuato il gene responsabile del loro “vagare senza meta”, l’avevano chiamato Wandertrieb (il “gene del nomadismo”). L’ “asocialità” zingara, infatti, secondo i nazisti non era dovuta a ragioni di comportamento: gli zingari erano ladri, truffatori, assassini, nomadi per cause genetiche, perché tali caratteristiche erano nel loro sangue, irrimediabilmente tarato e perciò irrecuperabile. La convinzione che fossero una “razza” pericolosa e non migliorabile portò circa 19.000 Sinti tedeschi a morire ad Auschwitz, ma prima ancora negli anni Trenta in Germania vennero sterilizzati in massa. È inutile dire che nella “genetica” nazista anche gli ebrei rappresentavano una “razza” pericolosa, ossia un insieme omogeneo di individui affetti dalle stesse “tare genetiche” che li portava a “inquinare” il mondo dovunque vivessero fino a volere fermamente il dominio del mondo (!). Queste concezioni fatte di stereotipi e pseudo-scienza provocarono sei milioni di morti.

Con questo non intendo dire che Berti condivide queste idee. Per carità!! Ho avuto una sola volta il piacere di parlare con lui (il tema era il Risorgimento italiano) e ho avuto un’ottima impressione. È sicuramente una persona preparata e attenta alla realtà in cui viviamo. Anzi, avevo apprezzato il suo desiderio di evitare l’ovvio e la retorica del 150esimo. Però facciamo attenzione alle parole! Parlare di DNA immutabile sembra di sentire il puzzo dei camini di Auschwitz! Per ultimo non vorrei che si equivocasse pensando che queste mie parole siano legate alla campagna elettorale: screditare Berti per favorire un altro candidato. Assolutamente no! Da sempre astensionista sono davvero poco interessato al nome del vincitore della campagna elettorale. Il mio vuole essere solo un piccolo contributo a non utilizzare categorie di pensiero che nel passato tanto sono costate in sofferenza e vite umane.

Vorrei concludere con questa riflessione di Moni Ovadia, che sicuramente molti lettori di Legnanonews faranno propria. “Un tempo gli zingari erano calderai e artigiani, prima che fossero costretti ad abbandonare i mestieri tradizionali per le continue vessazioni. Ma invece di approfondire la loro storia ci limitiamo a parlare dei Sinti e dei Rom solo come di un problema di ordine pubblico. E invece i rom sono l'unico popolo sulla faccia della Terra a meritare per davvero il premio Nobel per la Pace: non hanno mai fatto la guerra ad altri popoli, non hanno mai avuto un esercito. Non conosciamo la loro storia, abbiamo persino dimenticato l'olocausto dei Sinti e dei Rom”.

Cordiali saluti
Giancarlo Restelli

La più bella canzone dedicata agli zingari,
“Khorakhanè (a forza di essere vento)” di Fabrizio De Andrè
http://www.youtube.com/watch?v=khVk4pTS0bE  

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