‘Siamo rimasti molto colpiti dalla vicenda della giovane donna rumena che nei giorni scorsi era stata “sfrattata” dalla sua abitazione da un connazionale che, spacciandosi per un sacerdote, aveva approfittato della sua buona fede, trasformando il favore che gli era stato fatto temporaneamente (quello cioè di essere ospitato nei locali di via Gramsci di cui la signora è proprietaria) in un diritto acquisito.
Non potendo riprendere possesso della sua casa, la signora nella notte tra domenica e lunedì aveva dormito su una panchina della stazione insieme ai suoi due bambini e quando si è presentata da noi nella mattinata di lunedì era davvero disperata.
L’abbiamo fatta accomodare nei nostri uffici, cercando anzitutto di tranquillizzarla: a causa dell’ansia che le minacce del connazionale le avevano creato, faticava addirittura a respirare.
Abbiamo capito subito che era vittima di un mascalzone, che era stato evidentemente molto abile a convincerla che nella sua casa non avrebbe più potuto rimettere piede: per questo abbiamo contattato i Carabinieri di Parabiago e, nell’attesa di accompagnarla in caserma (i militari ci avevano infatti dato appuntamento per il giorno seguente), le abbiamo prenotato una camera in albergo, in modo che potesse trascorrere la notte insieme ai suoi bambini in un luogo confortevole, pulito e sicuro.
Fortunatamente nella serata di martedì tutto si è risolto con l’arresto del rumeno, a seguito del quale la signora e i due minori hanno potuto finalmente potuto rientrare a casa.
Come Servizi Sociali, abbiamo ribadito la nostra piena disponibilità a questa famiglia che, tra l’altro, ha subito la perdita del padre, deceduto in Romania nel dicembre scorso’.