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GRUPPO UNIONE PARABIAGO: CESSIONE ALE E IL VIZIO DI “FARE CASSA”

12 Luglio 2011

La Giunta di Legnano ha deciso, il Consiglio Comunale di Legano ha approvato, Giunta e Consiglio Comunale di Parabiago hanno preso atto: AMGA può procedere all’avvio della dismissione (80%) della partecipata AEMME LINEA ENERGIE S.p.A. (ALE) operante sul libero mercato della vendita di gas ed energia elettrica.

Tale operazione di finanza straordinaria è stata presentata come necessaria alla vita del Gruppo AMGA stante la marginalità dell’apporto reddituale della Società ALE al Gruppo e la necessità di sostenere il programma di investimenti del gruppo per il prossimo triennio (circa 44 milioni di euro, sopratutto per la realizzazione dell’impianto di compostaggio).

Dal punto di vista industriale ALE è una realtà piccola in un mercato dove i grandi competitori nazionali quotidianamente occupano i diversi media con messaggi pubblicitari a sostegno delle loro offerte commerciali di vendita di gas e di energia elettrica.

Il tentativo di ovviare alle ridotte dimensioni con la stipula di accordi consortili di approvvigionamento della materia prima a prezzi competitivi non hanno portato gli effetti sperati e la società anche nel 2010 ha continuato a perdere clienti ( 2773 clienti -gas pari al 3,21% degli stessi).

Per invertire la tendenza ALE avrebbe bisogno di investimenti pubblicitari e risorse finanziarie che la capogruppo AMGA, stante il rilevante indebitamento finanziario, non può garantire: nel 2010 il Gruppo AMGA ha dichiarato oneri per interessi passivi per circa 3 milioni di euro a fronte di un margine operativo lordo di 4,5 milioni.

Sotto il profilo industriale l’operazione può essere condivisa al pari della struttura contrattuale proposta che prevede fra l’altro: l’ inserimento delle clausole di salvaguardia occupazionale e degli standard del servizio alla clientela; la corresponsione del corrispettivo di cessione in parte con trasferimento di quota del debito di AMGA e per la restante parte in contanti.

Non si può invece essere d’accordo in primo luogo su tempi, modi e documentazione prodotta per valutare l’operazione e soprattutto sulla distribuzione ai comuni soci di una quota parte non meglio quantificata dell’incasso per contanti sotto forma di utile straordinario come indicato nelle delibere.

L’operazione è stata presentata ai consiglieri di Parabiago il 30 giugno u.s. su scorta dei soli dati economici tratti dal bilancio ALE al 31 dicembre 2009, vecchi ormai di oltre 18 mesi, periodo estremamente lungo soprattutto per imprese operanti in mercati fortemente concorrenziali; dati per di più presentati senza alcun confronto con gli esercizi precedenti, decorsi 37 giorni dal deposito del bilancio al 31 dicembre 2010. Di norma le operazioni di questo tipo sono presentate sulla base dei dati più recenti a disposizione ( in questo caso quelli al 31 dic. 2010) comparati almeno con l’andamento dell’ultimo triennio e le previsioni per l’esercizio in corso.

La vetustà della documentazione prodotta mi fa però ritenere che la stessa sia stata predisposta nell’esclusivo interesse del socio di maggioranza Comune di Legnano per acquisirne preventivamente il consenso, nulla rilevando le opinioni dei restanti comuni soci. Nel caso di aziende di vendita è altresì importante valutare i flussi di cassa e le conseguenze derivanti dalla perdita di disponibilità liquide generate dagli incassi giornalieri pervenuti e utilizzati dalla capogruppo ridurre gli oneri bancari: temi non affrontati in commissione ed in Consiglio comunale anche se ALE nel 2010 ha fatturato circa 97 milioni di Euro (IVA esclusa) con conseguente notevole apporto giornaliero di incassi.

Il punto di maggior disaccordo è rappresentato però dalla distribuzione sotto forma di dividendo straordinario di una parte non meglio quantificata dell’incasso della vendita. In questo modo il senso industriale dell’operazione viene meno e si traduce in una vendita di patrimonio dei cittadini per far fronte all’esigenza di “far cassa” del socio di maggioranza.

L’operazione diviene quindi il frutto della demagogia del non mettere le mani in tasca ai cittadini portata avanti dell’amministrazione legnanese che avendo deciso di non adottare l’addizionale comunale IRPEF per potersene vantare l’anno prossimo in campagna elettorale, decide di vendere il patrimonio dei cittadini, suoi e degli altri comuni aderenti all’AMGA, impoverendoli tutti, compresi quelli che l’addizionale IRPEF la pagano.

La maggioranza parabiaghese si difenderà sostenendo che impiegherà i soldi per investimenti, senza però precisare quali. Voglio ricordare che il patrimonio pubblico si può vendere per acquisirne dell’altro socialmente più utile (esempio: impianto di compostaggio) compatibilmente con le spese correnti derivanti dalla gestione della nuova infrastruttura. Sicuramente non si può vendere per sostenere spese correnti, allo stesso modo che una famiglia non vende l’appartamento per i consumi o per andare in vacanza: se ciò avvenisse sarebbe sintomo di una profonda crisi economico-finanziaria e di una prossima bancarotta. Ancora una volta AMGA si conferma un’azienda pubblica estremamente sensibile alle esigenze di cassa dei comuni soci: la invito ad una analoga sensibilità informativa nei confronti dei cittadini pubblicando e rendendo disponibili sul proprio sito internet i bilanci societari ed il consolidato di gruppo.

Per concludere ritengo che come amministratori di Parabiago abbiamo il dovere non solo di verificare efficacia, efficienza ed economicità della gestione AMGA, ma anche valutare approfonditamente gli affidamenti in atto, analizzando anche opzioni alternative, e riesaminare i rapporti societari in essere. 

Agostino Marazzini Consigliere comunale di Parabiago – gruppo Unione.

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