Il tema era quello dei decennali lavori al Liceo Cavalleri di Parabiago. L'assessore ha subito messo le mani avanti, ricorrendo al solito trucchetto del “chi c'era prima di noi in provincia”, riferendosi all'amministrazione di CentroSinistra di Filippo Penati e scaricando su quella le colpe di tutti i ritardi. Una penosa arrampicata sui vetri. Infatti il progetto di ampliamento del liceo a Parabiago ha radici che interessano più giunte provinciali di diverso colore politico. Inoltre non è quanto interessava né all'opposizione cittadina, né a studenti, genitori e docenti della scuola.
Sappiamo tutti benissimo che l'opera è in mano alla provincia e che se non è conclusa non è una responsabilità imputabile alla nostra amministrazione comunale. Ma abbiamo sentito tutti l'assessore provinciale all'istruzione Lazzati dichiarare in modo perentorio che a settembre 2011 gli studenti sarebbero entrati nella nuova sede. Ora invece non solo non si ha garanzia di tale scadenza, ma anzi lo stesso Cucchi ha parlato ormai del 2012.
La scusa è la solita: il rispetto del patto di stabilità. Ma tale vincolo impone di fare scelte di investimento ed evidentemente il nostro liceo è finito in fondo alla scala di priorità.
Ebbene a Parabiago ci siamo sentiti traditi. Se il nostro vicesindaco ha un ruolo importante anche nella giunta provinciale (come voleva far credere nella campagna elettorale parabiaghese e quando Podestà e i suoi sono venuti a fare la loro messa in scena qui da noi ad ottobre con una pubblica assemblea), allora avrebbe dovuto far sentire di più la sua voce.
Ma delle due l'una: o Cucchi non ha tutto il peso che vuol far credere; o non era neppure per lui una priorità. In ogni caso il completamento del liceo è ancora lontano.
Adesso siamo in attesa di capire, visto che neppure su questo c'è stata chiarezza, se nel gennaio 2012 verranno stanziati gli ultimi fondi (ma la Lazzati aveva detto di aver messo lì 2 milioni di euro nell'autunno scorso.
Son già finiti? Sono stati usati?) o se invece in quella data verrà consegnata l'opera. Nel primo caso però i tempi si allungherebbero ancora in modo intollerabile. Insomma, finora rimangono tutti i soliti problemi e disagi di prima e a tutti noi non rimane che continuare a protestare.

Roberto Morgese
Giacomo Sartori