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LA FLORA PROTESTA PER LA MANCATA ESPOSIZIONE DELLA BANDIERA

29 Aprile 2011


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A nome della Contrada La Flora e del Consiglio di Contrada, esprimo il mio dissenso per la mancata esposizione del nostro vessillo in Piazza San Magno per la durata di 4 giorni. Sottolineo, inoltre, che la stessa emissione del bando di tutte le otto Contrade rinforza il diritto di ciascuna all’esposizione della propria bandiera, simbolo di storia e tradizione.

La sostituzione della bandiera della Flora con quella d’Italia in onore della Festa Nazionale del 25 Aprile, é sicuramente per tutti noi fonte di orgoglio, soprattutto per il suo significato: libertà, rispetto e democrazia. Riteniamo, però, che questo atto abbia anche rappresentato per la nostra Contrada un danno d’immagine.

Ci permettiamo di asserire che sarebbe stato più opportuno che il Collegio dei Capitani, in occasione della Celebrazione Nazionale e previa comunicazione alle otto Contrade, decidesse di togliere tutti i vessilli o trovasse un’equa alternativa.

Ricordiamo che il nostro amato Palio vive della passione, del volontariato, della tradizione e della cultura di tutte le otto Contrade e che tutto questo debba essere rispettato per tutti gli otto popoli.

Con stima


Ezio Vinco
Gran Priore Contrada la Flora


Tratti in inganno dall'assenza della bandiera della contrada La Flora, la sera di venerdì 22 aprile, come tanti altri, abbiamo pensato subito a uno scherzo paliesco con il ‘ratto’ del vessillo ad opera di qualche contradaiolo burlone.
Sappiamo che questo nostro commento ha creato qualche problema.
Chiediamo scusa a quanti coinvolti nel problema, ma proprio per quella cultura del Palio che si vorrebbe tanto radicata in città, mai e poi mai avremmo pensato che si potesse togliere una bandiera ufficiale, lasciando il pennone ‘nudo’ per così tanto tempo. Logico, almeno per noi, pensare a uno… scherzo (anche se un po' forte) tra contrade.
Adesso, non sappiamo se si possa parlare di una responsabilità diretta del Collegio o di altri Enti organizzatori, ma sicuramente la protesta del gran priore Ezio Vinco è assolutamente da condividere.

marco tajé

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