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INSIEME PER LEGNANO: NOI, UMILIATI E OFFESI

13 Aprile 2011


Ancora una volta l’arroganza, la provocazione, l’ironia e quasi quasi la derisione si materializzano, durante una seduta importante del consiglio comunale, nelle parole di qualcuno che cerca di difendere, con la presunzione di chi è certo di essere dalla parte della ragione, non con la forza delle argomentazioni, ma con la veemenza verbale, scelte estreme e indubbiamente discutibili per la città e per i cittadini. Il consiglio comunale del 7 e dell’8 aprile era dedicato alla previsione di bilancio, con particolare attenzione alla scelta della giunta di mettere in vendita la nuova RSA.

Le minoranze sono state pesantemente e ripetutamente accusate di non saper fare proposte concrete, in alternativa alla scelta della maggioranza di mettere in vendita la nuova casa di riposo, di proprietà comunale, al fine di rispettare i vincoli del patto di stabilità, con gravi conseguenze economiche. Noi, cittadini come tanti, che in questi anni però sediamo sui banchi –scomodi- del CC, che, entro i nostri limiti, siamo certamente e sinceramente impegnati nel tentativo di capire il complesso funzionamento della gestione comunale, di valutare onestamente ciò che riteniamo sia un buon servizio per i cittadini, dobbiamo purtroppo subire il gesto politico, un po’ scontroso, di chi governa, che nulla, o quasi, accetta dalle minoranze, per una sorta di vecchio metodo, che è il gioco delle parti, che giova solo a chi non è disposto a ragionare con chi può avere visioni diverse, per un impegno costruttivo per la città, dimenticando che la complessità e la varietà delle idee sono una grande risorsa.

Il nostro Comune si priverà di una casa di riposo per anziani ed in città ce ne sarà una in più a gestione privata. Il nostro Comune ha oggi una casa di riposo con il bilancio in rosso; nel nostro comune essa si trasformerà in una residenza privata che avrà il bilancio in attivo. Cosa cambierà per chi ne avrà bisogno? Certamente la cosa appare come un impoverimento per la città ed è ovvio che generi delle preoccupazioni, che la giunta ha tentato di dissipare con la vaghezza di intenzioni a sostegno alle categorie in difficoltà, invitando i consiglieri a non creare allarmismo tra la gente.

L’allarmismo si è però autogenerato in molte persone, per almeno un motivo oggettivo: nessuno ha visto una comparazione tra la situazione attuale e quella che sarà dopo la privatizzazione della RSA e l’entrata in vigore delle nuove tariffe e dei nuovi parametri di sostegno agli interessati.

Certamente il comune garantirà sostegno alle fasce deboli, nessuna preoccupazione per le fasce ad alto reddito, e la penalizzazione ricadrà sulle fasce di medio reddito. Se è vero che non c’è nulla da temere, perché non viene resa pubblica una ipotesi, per gli anni futuri, di tariffe, parametri, condizioni, sostegni che rassicuri tutti? Esiste già qualcosa del genere? O ci si troverà di fronte a sorprese che, diranno, non si potevano prevedere? Ci saremmo aspettati un bel prospetto comparativo, chiaro ed esauriente che dissipasse ogni dubbio.

Non c’è. Bisogna accettare (anzi subire) ‘a scatola chiusa’. Sono dunque più che legittimi i dubbi di tanti consiglieri e di tanti cittadini. Purtroppo i nostri limiti, che sono quelli dovuti al non poter contare su esperienza, competenza amministrativa, strumenti e risorse di supporto all’attività, ci hanno impedito di formulare emendamenti più volte evocati dalla maggioranza, con toni di rimprovero, dal sapore vago del disprezzo.

Sorge spontanea una domanda: ma chi governa Legnano da circa 13 anni, chi ha esperienza di gestione del bilancio da tanto tempo, chi può contare su uffici e risorse umane competenti, perché non ha saputo studiare soluzioni alternative, entro le quali magari maturare una scelta più ampiamente condivisa? Sappiamo che ogni problema può essere affrontato e risolto per vie diverse, ma che la scelta è ispirata da una strategia predefinita.  

Insieme per Legnano

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