Negozi inaccessibili a Legnano, la disability manager: “Difficile anche prendere un gelato”
Il Comune di Legnano ha presentato il Piano per abbattere le barriere. Abbiamo chiesto quali sono gli ostacoli più evidenti. In arrivo il bollino per i negozi più inclusivi
Il Comune di Legnano ha presentato di recente il PEBA, il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, che punta a promuovere accessibilità, usabilità, inclusione e benessere ambientale. Si tratta di un progetto importante che coinvolge sei disability manager, figure incaricate di individuare le priorità e raccogliere i bisogni reali della cittadinanza per costruire una città davvero inclusiva.
A margine dell’incontro, abbiamo chiesto proprio a loro quali siano gli ostacoli più evidenti. Se da un lato la barriera più difficile da abbattere resta quella culturale, anche quelle architettoniche continuano a condizionare pesantemente la vita quotidiana di chi ha una disabilità.
«Fino ai 40 anni non avevo alcuna disabilità – racconta Salima Tajè, disability manager –. Oggi, convivendo con diverse problematiche, mi rendo conto di quanto la maggior parte dei negozi e degli esercizi commerciali di Legnano siano del tutto inaccessibili. Molti non hanno nemmeno una pedana: se non sono accompagnata, evito di entrare. Non ho voglia di farmi sollevare in qualche modo. Anche solo prendere un gelato può diventare complicato. Questo ci fa sentire diversi».
La cittadina sottolinea come solo i negozi di nuova realizzazione siano realmente privi di barriere. Negli altri casi si ricorre alle pedane mobili oppure si è costretti a chiedere aiuto al personale per entrare.
Anche lungo le strade non mancano le difficoltà: «Marciapiedi troppo stretti, dissestati, pieni di buche… tutto questo scoraggia le uscite, perché ogni spostamento diventa una fatica. Da sola non riesco neanche a salire sul treno. Il problema è che, se non si è toccati in prima persona – o indirettamente, magari tramite un amico – spesso non si notano tutte queste criticità», conclude con amarezza.
Stesse difficoltà anche per Emanuela Roveda, che con grande determinazione è riuscita a convincere alcuni commercianti ad adottare soluzioni per rendere accessibile il proprio negozio: «È una battaglia che porto avanti da tempo – spiega –. Ma credo che la vera barriera da superare sia quella culturale: dobbiamo iniziare a pensare che la città è di tutti».
Nel nuovo piano del Comune è prevista anche una forma di riconoscimento per gli esercizi commerciali virtuosi, attraverso un bollino o una vetrofania che segnali l’impegno verso l’accessibilità e l’inclusività. L’auspicio è che questo progetto possa contribuire concretamente a migliorare la qualità della vita di tante persone.
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