I giovani e la professione medica: “Un amore legato solo al danaro? Assolutamente no!”
La questione analizzata dal prof. Antonino Mazzone, convinto dalla esperienza quotidiana che le giovani leve non siano interessate ai soldi, ma ai valori dell’etica, del rispetto, dell’empatia, dell’amore per la professione

I giovani si avvicinano alla professione medica solo per danaro? Assolutamente, no. Ne è convinto il prof. Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento di Area Medica e Continuità Assistenziale della ASST Ovest Milanese: «Ci sono giovani capaci, competenti, empatici che sono in grado oggi di promuovere speranza, idee e futuro. Arrivo in studio mi cambio e vado per i tanti reparti che dirigo, ci sono molti giovani, che mi salutano sorridono, gli chiedo come va la vita, mi rispondono bene. Scherzano tra di loro, sono giovani belli e felici di fare il medico l’internista. Mi guardano e mi dicono “I problemi qui li hanno i nostri pazienti allettati non noi, che lavoriamo e siamo felici di farlo”. E’ così fare il medico, mai un ostacolo: c’è da fare questo si fa, c’è da andare in PS si va, c’è da andare in Ospedale più piccolo si va. La disponibilità completa, a restare a lavoro senza guardare l’orario, solo per il bene del paziente. I miei giovani internisti si comportano così».
Questo, un passaggio della lettera del medico legnanese pubblicata dalla rivista online Quotidiano Sanità in cui l’origine della domanda iniziale nasce da un pensiero di Sant’Agostino: «“La speranza ha due componenti, lo sdegno per quello che accade ed il coraggio di cambiare le cose” – racconta il medico legnanese -. Sono tutti a denigrare il lavoro stupendo che facciamo ed i giovani che non hanno motivazione. Leggo i giornali mancano i medici, i giovani vogliono fare le specialità che hanno una redditività economica. Ho pensato ai miei anni di Università a Pavia, dove per poter trovare lavoro aspettavi anni ed anni. Pensavo tutte queste cose mentre in macchina dopo soli pochi minuti mi recavo al mio posto di lavoro attuale, Primario, così ancora mi chiamano della Medicina di Legnano. Mi chiedevo se oggi fare il medico sia così difficile, e se l’etica, il rispetto, l’empatia, l’amore per la professione non appartengono più a nessuno. Siamo sicuri che davvero oggi, i giovani sono così?» Non è cosi! si risponde il professor Mazzone.
«Oggi abbiamo bisogno di giovani così, che scelgono di curare i malati e non le malattie, che non siano interessati ai soldi, e con i loro principi etici e comportamentali onorano una generazione. La bellezza non è fisica, come si sa, si cambia e tutti invecchiamo. La bellezza è valori, è umanità ed empatia. E’ saper dire le parole giuste al momento giusto a chi in un letto sta per morire ed essere in grado di consolare e sedare il dolore, quando non puoi guarire. Questa è essenza del valore umano ed etico della professione medica».
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