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Tre infermiere dell’Asst Ovest Milanese in missione in Madagascar: screening per 403 bambini

È la storia di tre volontarie dell’associazione H&T ODV: tre infermiere dell'Asst Ovest Milanese che da anni offrono la loro competenza per portare avanti progetti umanitari utili ad aiutare i bambini del Madagascar

Tre infermiere  dell’Ospedale di Legnano in missione in Madagascar

Questa è una storia fatta di umanità, forza di volontà e passione. È la storia di tre volontarie dell’associazione H&T ODV, impegnata da anni in progetti sanitari ed educativi in Madagascar: tre donne del territorio del Legnanese, tre infermiere dell‘Asst Ovest Milanese che da anni offrono la loro competenza per portare avanti progetti umanitari utili ad aiutare i bambini. Maria Angela Poma, infermiera di automedica all’Ospedale di Legnano che abita a Ossona, insieme a Silvia Castiglioni di Cerro Maggiore e Laura Merlini di Parabiago, per l’appunto colleghe dell’azienda sanitaria legnanese, ha partecipato con un osteopata e ad altri volontari, ad una missione incentrata sull’alimentazione nella comunità di Mananovy, nel sud del Madagascar. Con loro anche Marina Cornacchiari presidente dell’associazione.

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In quest’area infatti la malnutrizione infantile è una piaga diffusa, aggravata da povertà, crisi climatica e mancanza di risorse a confermarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS). In collaborazione con le Suore Nazzarene,  sono stati sottoposti a screening 403 bambini, con rilevazioni di peso, altezza e circonferenza del braccio (Muac), parametro fondamentale per individuare casi gravi di denutrizione. Maria Angela racconta come questa esperienza abbia lasciato un’impronta profonda dentro di ognuna di loro: «Aiutare in contesti così difficili ti cambia. Non si tratta solo di dare, ma anche di ricevere: si torna arricchiti, più consapevoli e umanamente trasformati. Tutte noi abbiamo come adottato questi bambini e al di fuori del progetto stiamo aiutando anche chi ha espresso il desiderio di studiare».

Tre infermiere  dell’Ospedale di Legnano in missione in Madagascar

IL PROGETTO PER AIUTARE I BIMBI
I bambini a rischio sono stati inseriti in programmi nutrizionali basati su farine arricchite con vitamine e minerali, somministrate sotto forma di porridge. Le mamme sono state formate nella preparazione dei pasti, utilizzando ingredienti locali. È stato effettuato anche uno screening parassitologico con trattamento mirato. «Abbiamo effettuato screening e rilevazioni antropometriche, fornito consulenza sulle buone pratiche alimentari e distribuito alimenti fortificati per combattere la malnutrizione. Una volta raccolti i dati, è stato possibile classificare i bambini in diverse categorie di rischio nutrizionale. I bambini che presentavano malnutrizione sono stati indirizzati a programmi specifici di trattamento nutrizionale, che prevedevano l’utilizzo di farine arricchite con supplementi vitaminici e, in alcuni casi, l’ospedalizzazione. Inoltre, abbiamo partecipato a sessioni educative per insegnare alle mamme come preparare pasti nutrienti con risorse limitate, sfruttando al meglio gli ingredienti locali».

La missione ha incontrato ostacoli logistici e culturali, ma grazie all’impegno e alla professionalità del team è nato un legame di fiducia con la comunità. Le attività proseguiranno per almeno tre anni, con la distribuzione regolare di farine fortificate che, come spiegano le tre infermiere, sono «prodotti alimentari a base di farina che sono state arricchite con vitamine, minerali e altri nutrienti essenziali proprio per migliorare la qualità nutrizionale di una dieta che potrebbe essere carente di questi elementi vitali. Una delle modalità più comuni di preparazione delle farine arricchite è quello di creare un porridge. Le suore, infatti, prepareranno del porridge, da distribuire giornalmente ai bambini».

IL FUTURO
Il progetto è a lungo termine: Maria Angela infatti tornerà nel mese di novembre per verificare la situazione. «Quando ci si immerge in un contesto di volontariato, ci si rende conto della bellezza e dell’importanza di aiutare, ma anche delle difficoltà e delle sfide che si incontrano lungo il percorso. In progetti di volontariato come questi si provano emozioni forti come il desiderio di migliorare la vita di qualcuno, ma anche frustrazione o tristezza per la durezza delle situazioni che si affrontano e per le condizioni di estrema povertà della popolazione. La bellezza di queste esperienze sta anche nel fatto che non si tratta solo di dare, ma anche di ricevere».

PER MAGGIORIN INFO CONSULTARE IL SITO DEDICATO A H&T ODV

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Pubblicato il 11 Aprile 2025
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