Ad Euro.PA la gestione dell’area nord e della piscina del centro sportivo Libero Ferrario di Parabiago
Quello di via Marconi sarà il terzo impianto natatorio gestito dalla multiservizi, dopo la piscina della città della calzatura e quella di Cerro Maggiore

Sarà Euro.PA a gestire la piscina al centro sportivo Libero Ferrario di Parabiago. L’area nord del centro sportivo dal 17 marzo 2025 fino al 16 marzo 2035 sarà gestita dalla multiservizi, che dal 1° gennaio scorso è ufficialmente al timone anche della piscina di via Carso dopo essersene occupata già da dicembre 2023, quando era arrivata a fine corsa la gestione di Amga Sport. Quello di via Marconi Parabiago sarà il terzo impianto del Legnanese guidato dalla partecipata, cui lo scorso anno è stata affidata anche la gestione della piscina di Cerro Maggiore.
L’affidamento dell’area nord dell’impianto ad Euro.PA porterà con sé investimenti da parte della multiservizi per quasi 400mila euro, finalizzati alla realizzazione di uno spray park e di un park slide nelle vicinanze della piscina e di campi da calcio in gabbia e da basket, nell’ottica di un’offerta diretta principalmente – ma non solo – ai più giovani, centri estivi ed oratori in primis.
«Lo scorso anno in seguito alla fase sperimentale di utilizzo di questi spazi Euro.PA ha avuto modo di interfacciarsi con oratori e centri estivi non solo del Comune di Parabiago ma anche dei Comuni limitrofi, rilevando l’assenza di un servizio specifico come questo e ricevendo una serie di richieste per integrare l’offerta – ha sottolineato il sindaco Raffaele Cucchi -. La piscina in sé oggi è una buona piscina, ma per i ragazzi di elementari e medie c’è anche la necessità di spazi per attività motorie e ludico-creative».
Il via libera all’affidamento dell’impianto ad Euro.PA per i prossimi dieci è arrivato durante l’ultima seduta consiliare ma con i soli voti favorevoli della maggioranza. Se il PD ha optato per l’astensione, da parte di riParabiago c’è stata invece una vera e propria levata di scudi, con la civica critica – ed è quantomeno un eufemismo – rispetto all’intero intervento di riqualificazione del centro sportivo messo in cantiere nel 2018.
«Questa vicenda è paradigmatica, rappresenta come questa giunta e quella precedente abbiano compiuto nel loro corso delle scelte scriteriate e abbiano effettuato dei veri e propri sprechi di risorse pubbliche», è stato l’attacco frontale del consigliere Giacomo Sartori, che ha snocciolato i numeri di un’analisi economica del nuovo progetto di gestione portata avanti dalla civica che “sconfessa” il piano economico-finanziario presentato dalla partecipata e non ha risparmiato critiche a giunta e maggioranza, parlando di «arroganza totale» e tacciando il primo cittadino di «aver rotto la relazione con cittadinanza, maggioranza, associazioni e professionisti».
«Il sindaco, dopo tre anni di palese e scandaloso insuccesso di questa riqualificazione, ora prova a cogliere questa opportunità arrivata da una società pubblica partecipata dai Comuni per salvarsi la faccia – ha aggiunto Sartori, protagonista di un botta e risposta anche con il capogruppo della Lega Diego Scalvini, assessore allo Sport ai tempi dell’approvazione del progetto -. Emerge la totale sudditanza dei consiglieri di maggioranza, che pur conoscendo benissimo la totale assurdità di questa situazione, dopo non essere stati coinvolti nelle fasi preliminari come dovrebbe succedere nella maggioranza, arrivano ora ad approvare l’affidamento a testa bassa».
«La nostra amministrazione, quando ha avviato questo progetto nel 2018, aveva l’obiettivo di arrivare alla riqualificazione di quell’impianto e restituire alla città un bene storico e architettonico, una delle poche colonie elioterapiche ancora oggi nella sua conformazione originaria che viene così conservata e utilizzata dalla cittadinanza – ha replicato il sindaco -. Qua non c’è nessun tentativo di salvarsi la faccia: Euro.PA è un’azienda in house che ha presentato liberamente e in autonomia la domanda di utilizzare in concessione questo spazio credendo in questa opportunità».
«Quell’edificio prima della riqualificazione era totalmente fatiscente – ha aggiunto l’assessore ai Lavori pubblici Dario Quieti -: era diventato un deposito di rifiuti, un rifugio di piccioni con tetto in eternit che perdeva pezzi, e internamente era a tratti pericolante oltre che totalmente ricoperto di deiezioni dei piccioni. È questa forse la scelta scriteriata: far diventare un bene del Comune qualcosa di obbrobrioso, pericoloso e pericolante. Il recupero dell’area era necessario e fondamentale».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.