Ordinanza “anti-degrado” per il caseggiato di via Dante a Cerro Maggiore: via i rifiuti e ingressi sbarrati in 30 giorni
L'ordinanza dà 30 giorni ai proprietari dell'edificio per rimuovere i rifiuti «depositati e abbandonati in modo incontrollato» e sbarrare le aperture

Nuova ordinanza da Palazzo Dell’Acqua per provare ad arginare il degrado in cui versa il caseggiato al civico 68 di via Dante a Cerro Maggiore, sgomberato ormai due anni e mezzo fa dopo essere stato dichiarato inagibile, e le occupazioni abusive dell’immobile. Il sindaco Nuccia Berra ha dato 30 giorni ai proprietari dell’edificio per rimuovere i rifiuti «depositati e abbandonati in modo incontrollato nell’area in oggetto» e sbarrare «le aperture al piano primo, o quelle facilmente raggiungibili ai piani superiori, che possano consentire l’accesso al fabbricato in oggetto da parte di estranei».
L’ordinanza arriva a valle degli ultimi sopralluoghi effettuati a gennaio 2025 da Polizia Locale e Carabinieri per monitorare l’area, durante i quali «sono state rimosse scale che potrebbero essere state utilizzate da vagabondi e/o senza fissa dimora per tentare di introdursi nell’immobile dai piani superiori, stante il fatto che le aperture alle parti comuni sono a tutt’oggi bloccate con mezzi fisici, inamovibili manualmente, che non pregiudicano la proprietà privata». A fine gennaio, peraltro, nell’ambito di un’operazione della Polizia di Stato nel caseggiato sono stati fermati alcuni abusivi non autorizzati. Da lì la scelta di Palazzo Dell’Acqua si procedere con una nuova ordinanza, avallata dalla Prefettura ad inizio febbraio.
«Dalla fine del 2022 ad oggi – sottolinea l’ordinanza della prima cittadina – i proprietari del complesso immobiliare in via Dante 68 non hanno provveduto a nominare un tecnico abilitato che effettuasse una verifica statica del fabbricato, né hanno dato avvio a qualsivoglia opera di ripristino delle condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza dell’immobile. Il trascorrere del tempo, senza alcuna attività da parte dei proprietari, continua ad aggravare la precaria stabilità dell’immobile, come rilevato anche in precedenza dai Vigili del Fuoco di Milano. Ad acuire la situazione si sottolinea che dal 10 ottobre 2022 (giorno dello sgombero, ndr) l’immobile sito in via Dante 68 risulta essere privo di ogni allacciamento relativo alle utenze di acqua potabile, gas ed energia elettrica».
«La possibile occupazione abusiva non autorizzata da parte di persone dell’immobile sito in via Dante 68, oltreché pregiudizievole per le condizioni igenico-sanitarie in cui versa lo stesso immobile, è da monitorare anche dal punto di vista della sicurezza pubblica – aggiunge il documento -. È indispensabile provvedere immediatamente alla chiusura degli accessi finestrati ai piani superiori del complesso immobiliare per evitare ulteriori possibili occupazioni abusive non autorizzate ed evitare l’aggravarsi delle condizioni igenico-sanitarie dovute al fatto che l’immobile sia completamente privo di utenze primarie come acqua potabile, gas ed energia elettrica, e rimuovere i rifiuti accumulati all’interno della proprietà al fine di evitare ulteriori pericoli igenici».
La situazione di via Dante, da anni al centro dello scontro politico, è tornata recentemente anche tra i banchi del consiglio comunale cittadino attraverso un’interrogazione presentata dall’opposizione. In quella sede, tra accuse reciproche – neanche tanto leggere – volate da un’ala all’altra del parlamentino, era stata preannunciata l’ordinanza adottata mercoledì 26 febbraio.
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