Buona la prima. Il docufilm sulla Legnano di una volta emoziona il pubblico del Ratti
Il docufilm "Regalaci la tua storia", progetto della Biblioteca Civica di Legnano per il Centenario, è stato proiettato la sera del 28 gennaio in anteprima per intervistati e parenti. Un racconto collettivo della città attraverso le storie di donne e uomini comuni
Tutte le storie sono importanti. È nato con questo spirito “Regalaci la tua storia”, progetto della Biblioteca Civica di Legnano per il Centenario di Legnano città, che ha dato vita al docufilm proiettato in anteprima la sera del 28 gennaio alla Sala Cinema Ratti di Corso Magenta. Un viaggio nella Legnano di una volta attraverso i ricordi di uomini e donne comuni diventati protagonisti di un grande racconto collettivo capace di emozionare, commuovere e fare riflettere.
La guerra, il lavoro e la miseria
La prima proiezione è stata riservata agli intervistati – 15 quelli selezionati su 50 storie raccolte – e ai loro parenti; in meno di 24 ore tutte le poltrone del cinema cittadino sono state prenotate. L’attesa era tanta e le aspettative sono state soddisfatte. Durante la serata non sono mancate lacrime e nemmeno risate. La guerra, il lavoro (duro) e la miseria hanno strappato la giovinezza a chi è nato nei primi decenni del ‘900 ma non hanno tolto loro il sorriso: «C’era solo miseria quando ero una ragazza ma eravamo felici e c’era tanta solidarietà». Queste considerazioni tornano di continuo nelle interviste realizzate dalle biblio-volontarie che, insieme ai registi della Bendo Film (Lorenzo Silvestri e Andrea Santaterra), sono entrate nelle case dei legnanesi e hanno preso in dono le loro storie per regalarle a tutta la città.
La Legnano solidale
Meno si aveva e più si stava bene, nonostante la paura e le fatiche quotidiane. Nei racconti catturati dalla telecamera ci sono le sirene, le bombe – anche quella esplosa nel bosco dell’Olmina provocando diversi morti a Legnano -, e c’è la sofferenza di chi è stato in un campo di concentramento. C’è il ricordo della fame, e lo strazio del lavoro in fabbrica, 10- 12 ore al giorno, nelle tessiture, alla Cantoni, con ritmi sfiancanti in ambienti roventi. Ma quello che è rimasto nel cuore sono le amicizie con colleghi e colleghe compagne anche di scioperi e lotte sindacali che hanno portato alla conquista di diritti oggi scontati. Dal docu-film emerge il ricordo una Legnano operaia, con le masse di lavoratori che uscivano dalla Franco Tosi. Una Legnano solidale, dove tutti si conoscevano e si aiutavano. Oggi tutto questo sembra essere venuto a mancare: «Non vedo più nessuno nel cortile», dice una legnanese oggi ultraottantenne. Quei cortili che tornano spesso nelle testimonianze: nei giardini delle case di corte si giocava e si ballava. Vite semplici ma ricche di valori: «Il mio augurio è che le parole delle persone intervistate possano accendere la scintilla sui valori che davvero contano», ha detto il regista invitato a salire sul palco prima della proiezione
Proiezioni itineranti
Il sindaco Lorenzo Radice, visibilmente emozionato dopo avere visto il docufilm, ha ringraziato tutti i volontari per il lavoro che stanno facendo, «un lavoro che travalica le generazioni e le unisce». Un lavoro partecipato e collettivo: «La biblioteca è un luogo dove le idee e la creatività di tutti trovano spazio e questo progetto lo dimostra – ha aggiunto la responsabile Selene Buia – Le Bibliovolontarie sono ambasciatrici di comunità. Con la loro passione contribuiscono a creare benessere sociale e cambiamento». Dopo l’anteprima “Regalaci la tua storia” sarà proiettato in tanti altri luoghi della città, con una proiezione ogni mese: la prima si terrà al Centro civico Pertini la sera del 26 febbraio. Le prenotazioni per assistere alla proiezione apriranno a metà febbraio: «Abbiamo privilegiato le storie di vita quotidiana, di persone comuni, nelle quali molti potessero ritrovarsi e molti giovani potessero conoscere la Legnano di una volta – ha detto Gabriella Oldrini, in rappresentanza delle Bibliovolontarie -. Le storie che non compaiono nel docufilm sono state conservate in un archivio come frammenti di una storia collettiva e non escludiamo che possano diventare protagoniste di un altro progetto».
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