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“Ognuno di noi faccia la sua parte contro l’odio”, Gorla Minore ha ricordato i crimini del nazifascismo

Con la presentazione del libro "Il gemello di Olonia" di Mario Alzati, Gorla Minore ha celebrato il Giorno della Memoria

Giorno della memoria Gorla Minore

Una parabola invisibile ha unito il 2025 e ottant’anni prima.
Lunedì 27 gennaio, per qualche ora Villa Durini a Gorla Minore ha annullato la distanza fra passato e presente, con una vera e propria immersione negli eventi storici che carstterizzarono la dittatura fascista e la seconda guerra mondiale.

Il Giorno della Memoria è stato celebrato così, con un approfondimento storico offerto dalla narrazione del libro “Il gemello di Olonia“, che lo scrittore Mario Alzati ha presentato a un nutrito gruppo di gorlesi. Nonostante la pioggia e l’evento in settimana, c’è chi ha scelto di uscire di casa e regalarsi la possibilità di riflettere su ciò che fu, ma anche sulle contraddizioni della società moderna, dove l’odio continua a manifestarsi, seppur in forme nuove.

La serata, organizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la biblioteca e l’associazione Italia Israele, ha coinvolto il sindaco Fabiana Ermoni e la Giunta, rappresentanti dei gruppi di maggioranza e opposizione, il presidente di Anpi Gorla Minore e tanti cittadini pronti a mettersi in ascolto.

Alla regia, come detto, la biblioteca comunale con la bibliotecaria Monica Marongiu, sempre piena di idee e entusiasmo, con accanto la neo presidente della biblioteca Luisella Pontiggia e la giornalista di VareseNews Santina Buscemi, che ha moderato la serata.

Lo sguardo attento del pubblico presente è stato rivolto per tutto il tempo a Mario Alzati, scoprendo dettaglio dopo dettaglio quanti elementi del romanzo siano legati a eventi storici realmente avvenuti in Valle Olona, nel tradatese e nel resto della provincia.

Giorno della memoria Gorla Minore

Oltre a particolari e personaggi frutto della fantasia dello scrittore – seppur resi verosimili da verità storiche dell’epoca – “Il gemello di Olonia” permette di trovarsi di fronte a persone realmente esistite,  come il capostazione Andrea Albisetti, che a Tradate salvò decine di ebrei deviando treni o leggendo in controluce gli ordini di arresto arrivati per posta, prima che venissero consegnati.

Fu lui a salvare anche Edgardo Levy e proprio del Violino della Shoah a lungo si è parlato, ascoltando anche una registrazione del suono dello strumento che Eva Maria Levy, sua figlia, fu costretta a suonare davanti alle SS, prima di trovare la morte nel campo di Auschwitz.

Una parentesi tutta al femminile è stata dedicata all’apporto dato dalle donne durante quegli anni difficili, partendo da un episodio reale: la protesta delle massaie davanti al podestà. I relatori hanno evidenziato quanto le donne siano state fondamentali durante le privazioni della guerra e nella Resistenza al regime nazi-fascista. Un inno alla forza femminile che ha conquistato tutte e tutti i presenti.

Tanti discorsi, dunque, sulla storia e l’orrore portato da antisemitismo e dittatura, riassunti dallo spirito pratico del buon Angioletto Pessina, uomo comune, ma capace nel suo piccolo di non voltarsi dall’altra parte e rischiare in prima persona per aiutare alcuni fuggitivi.

L’Angioletto non capiva il perché delle leggi razziali, trovava assurda la pretesa di affermare la superiorità degli ariani, reputava le discriminazioni contro gli ebrei o contro i neri una negazione dell’idea stessa di umanità. (…) Quelle vicende lo avevano toccato nel profondo del cuore e le avrebbe custodite per sempre nella memoria. Gli servivano per orientarsi nel mondo, gli dimostravano l’abisso fra i comportamenti criminali o comunque insegni e le scelte esemplari degli uomini veri

-Il gemello di Olonia – “

L’esempio di questo personaggio ha contribuito a sfondare il muro dell’indifferenza – l’indifferenza assassina scelta come termine chiave al Memoriale della Shoah a Milano, al Binario 21.

È questa la lezione più grande che i gorlesi si sono portati a casa dalla serata organizzata per il Giorno della Memoria: riflettere su ciò che accadde e, ancora oggi, fare il proprio dovere per difendere i più deboli dinanzi a odio e pregiudizi.

«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.»

Redazione
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Pubblicato il 28 Gennaio 2025
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