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Bollate, tensione nel “carcere modello”: Polizia penitenziaria sequestra droga nei reparti, due agenti aggrediti

La denuncia dei sindacati: "Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Le carceri sono in mano ai delinquenti e dunque serve forte ed evidente la presenza dello Stato"

carcere di Bollate

Giornata ad alta tensione, quella di lunedì 20 gennaio, nel carcere di Bollate, nel Milanese, penitenziario spesso preso a modello per la gestione a trattamento avanzato dei detenuti. Come denuncia Matteo Savino, vicesegretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “lunedì mattina, a seguito di perquisizione ordinaria, sono stati sequestrati dalla Polizia Penitenziaria 100 grammi di hashish presso il I Reparto (in cui sono ristretti detenuti assegnati al lavoro all’esterno in relazione all’articolo 21 dell’Ordinamento penitenziario) ed altri 16 grammi al III Reparto”. “Poi, nel pomeriggio”, prosegue il sindacalista, “verso le ore 17, al Reparto Femminile, sono state aggredite due colleghe, poi accompagnate in ospedale, da una detenuta psichiatrica. A loro va la solidarietà e la vicinanza del SAPPE, che auspica immediati interventi a tutela delle donne e degli uomini del Corpo in servizio nella prima linea delle sezioni detentive”.

Alfonso Greco, segretario lombardo del primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, evidenzia che “da anni il SAPPE denuncia che la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri della Lombardia e delPaese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione. Ogni giorno nelle carceri, per minori e adulti, succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Anche la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, che hanno invaso le carceri dopo la chiusura degli O.P.G., merita attenzione ed una urgente e compiuta risoluzione. Certo è che la loro presenza ha fatto aumentare il numero degli eventi critici nelle carceri”.

Solidarietà al personale di Polizia Penitenziaria del Reparto di Bollate arriva anche da parte di Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “questo è lo scenario quotidiano in cui opera il Corpo di Polizia Penitenzia. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Le carceri sono in mano ai delinquenti e dunque serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE. Che torna a fare appello ai vertici lombardi e nazionali dell’Amministrazione penitenziaria per un incontro urgente: “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamo dell’organico del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dei prossimi annunciati pensionamenti”. “Servono”, conclude il leader nazionale del SAPPE, “tutele, garanzie funzionali e nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, come le bodycam ed il taser per potersi difendere dai detenuti violenti adeguate tutele legali”.

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Pubblicato il 22 Gennaio 2025
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