Dalla Protezione Civile di Parabiago un albero di Natale per dire basta alle morti sul lavoro
La Protezione Civile di Parabiago ha realizzato un albero fatto di caschetti per sensibilizzazione sull'importanza della sicurezza sul lavoro e della prevenzione
L’esplosione nel deposito Eni di Calenzano che ha fatto registrare 5 morti e oltre 20 feriti è solo l’ultimo, tragico, incidente sul lavoro che ha segnato il 2024, anno che tra gennaio e settembre ha visto morire sul lavoro ben 890 persone secondo i dati Inail. Dati che assomigliano ad un vero e proprio bollettino di guerra, se pensiamo che negli ultimi mesi si sono succeduti – e purtroppo l’elenco è molto meno esaustivo di quello completo – il crollo del soffitto nel cantiere Esselunga di Firenze, lo scoppio in una centrale Enel a Suviana, gli operai morti dopo essersi calati in un cunicolo da un tombino a Casteldaccia, l’espolosione di un condizionatore alla Toyota Material Handling a Borgo Panigale.
Per riaccendere i riflettori sulla sicurezza sul lavoro in un anno drammaticamente segnato da una scia di sangue, la Protezione Civile di Parabiago, nei giorni in cui tutti si dedicano all’albero di Natale, ha scelto di lanciare un messaggio addobbandone uno particolare in via Europa: le lucine – immancabili – anche in questo caso ci sono, ma al posto degli aghi dell’abete a dare forma al simbolo del Natale per eccellenza è una piramide di caschetti, quegli stessi caschetti che dovrebbero proteggere chi lavora.
«Un albero simbolo di vita, la stessa troppe volte messa a rischio nei luoghi di lavoro», spiegano dalla Protezione Civile di Parabiago, che ha lo scopo di «sensibilizzare su un tema di grande importanza, anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca e dei dati preoccupanti relativi agli infortuni sul lavoro e non solo». «Troppi i morti sul lavoro, troppi gli incidenti, spesso gravi – aggiungono dall’associazione -: con questo gesto simbolico, la nostra associazione vuole ancora una volta mostrare particolare attenzione verso il tema della sicurezza e sopratutto della prevenzione, lavoro già portato avanti con il “Progetto scuola” e la campagna “Io non rischio”».
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