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Le nuove sfide del sindacato in una Legnano che cambia

Mentre nelle piazze si parla di lavoro povero senza diritti, si fa spazio la contrattazione del tempo libero al posto di quella su straordinari o ore di lavoro

Generico 02 Dec 2024

Contro le logiche di questi tempi Legnano resta la città del lavoro grazie alla caparbietà del mondo industriale e all’impegno costante delle rappresentanze sindacali. Cgil, Cisl e Uil sono, oggi più che mai, unite per fronteggiare le nuove sfide del futuro. Lo spiegano Mario Principe, segretario della Cgil Ticino Olona, Luigi Tripodi, coordinatore confederale Legnano, Magenta, Abbiategrasso Uil Lombardia, e Luca Paglialonga, responsabile territoriale della Cisl Milano Metropoli. Nel loro ricordare la città di ieri, emerge una chiara fotografia della Legnano di oggi e domani.

Il XXI secolo ha portato, con la digitalizzazione dei processi produttivi e la transizione ecologica, ad una rivoluzione socio-economica anche sul territorio di Legnano. In questo contesto i sindacati assistono ad un cambiamento della concezione stessa di “posto di lavoro”, sempre più specializzato e meno legato al posto fisico. Con il passare degli anni le fabbriche riducono i loro spazi e il numero di lavoratori. Mentre nelle piazze si parla di lavoro povero senza diritti, si fa spazio la contrattazione del tempo libero al posto di quella su straordinari o ore di lavoro. Un’esigenza avvertita perlopiù dai giovani, intenzionati a non lasciarsi assorbire, come i loro genitori, dai meccanismi del lavoro. «É una trasformazione che non possiamo fermare – spiegano Principe, Tripodi e Paglialonga -: è già in atto e noi come parti sindacali dobbiamo provare a governarla». Mentre si compiono passi verso nuovi orizzonti, c’è chi resta indietro e perdendo il lavoro finisce in veri propri vortici, nei quali vengono trascinate intere famiglie. I sindacati guardano anche a loro: «Dobbiamo capire come traghettare i lavoratori che pagano lo scotto di questa trasformazione – sottolinea- no i sindacalisti -. Per farlo dobbiamo puntare sulla formazione permanente, già concreta in alcuni contratti collettivi. I primi accordi realizzati sul territorio hanno dimostrato l’efficacia di questo sistema per lavoratori ed aziende».

Legnano al centro del territorio Ticino Olona

Il comprensorio Ticino – Olona, di cui Legnano è per i sindacati “capoluogo”, topograficamente non esiste, ma esiste concettualmente con una sua storia territoriale: «Noi rappresentiamo il territorio Nord-Ovest di Milano, un’area di soli 50 chilometri quadri costituita da 49 comuni compresi fra Legnano, Magenta e Abbiategrasso, abitata da più di 500mila persone. In questo contesto la città di Legnano spicca per le sue peculiarità – spiegano i tre sindacalisti -. Per i sindacati Legnano è da sempre un banco di prova: nonostante apparentemente sembri una piccola città dell’estrema provincia milanese, è in realtà un laboratorio nel quale si possono lanciare diverse iniziative. Legnano ha un notevole peso politico e la città ha la capacità di trasformarsi continuamente, pur rimanendo ben ancorata al suo passato di lotte partigiane e lotte sindacali e alla sua cultura del lavoro». Forte della sua identità storica e industriale, Legnano, con i suoi protagonisti, è chiamata a dare risposte a sfide, come la transizione ecologica, che si giocano su un tavolo mondiale. In questo contesto, tenendo sempre uno sguardo fuori dai confini nazionali, i sindacati dovranno muoversi per capire come si distribuirà il lavoro nell’ottica delle rivoluzioni in atto, continuando a difendere i diritti dei cittadini.

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Diritti dati per scontati in mezzo a una rivoluzione

La Legnano di “mamma Tosi”, con i lavora- tori che lottavano per le 35 ore, è diventata la Legnano delle partite IVA e delle piccole aziende. «Siamo andati da un estremo all’altro – sottolinea Tripodi -. Un tempo in questa città c’era un’altissima concentrazione di industrie medio-grandi, tanto da esser soprannominata la Manchester d’Italia. Oggi, al di là di qualche eccezione, vi è una straordinaria concentrazione di piccole imprese per lo più artigianali e di partite IVA legate ai locali e al commercio. Un quadro che rispecchia quello nazionale, che dà da pensare». Questa trasformazione, in cui oltretutto la contrattazione di secondo livello è presso ché assente, sta rendendo complesso il lavoro sindacale: «È diventato difficile assistere i nostri associati. È una continua sfida – spiegano i referenti di Uil, Cgil e Cisl -. Prima ogni azienda era un piccolo mondo ben definito, bastava entrare per capirne i problemi, ci si sedeva a contrattare ad un tavolo fra operai e padroni. Oggi non è semplice trovarsi a fare il “porta a porta” per capire le criticità delle varie categorie di lavoratori, aiutarli a districarsi fra codici e codicilli contrattuali, spiegare diritti e doveri di ognuno ad ognuno, specialmente ora che la sfiducia verso i sindacati è al suo apogeo».

Di fronte a questo scenario, diventa essenziale riflettere su come proteggere adeguatamente i lavoratori autonomi e le partite IVA: «Molti lavoratori non sono consapevoli che i diritti di cui godono oggi sono il risulta- to delle lotte sindacali. Se i sindacati perdono forza e influenza, queste conquiste rischiano di sparire gradualmente. È triste constatare che il sostegno ai sindacati è in costante calo, soprattutto perché molti danno per scontate le vittorie ottenute dopo anni di impegno e battaglie. Questa tendenza porta a sottovalutare la centralità dei sindacati nel proteggere e migliorare le condizioni lavorative, oltre alle altre numerose attività svolte dai sindacati e molto spesso sconosciute ai più».

Le sfide del futuro tra giovani e formazione

Nel nuovo millennio l’innovazione nel campo sindacale ha assunto una velocità senza precedenti, mostrando una forza quasi indomabile. In questo contesto dinamico, emerge l’esigenza di conquistare un diritto fondamentale per i lavoratori contemporanei: quello alla formazione continua. Questo diritto è cruciale non solo per garantire un’elevata occupabilità, ma anche per permettere ai lavoratori di adattarsi proattivamente ai cambiamenti nei processi produttivi, evitando di subirne passivamente le conseguenze. Questo approccio è particolarmente rilevante per le nuove generazioni che entrano nel mondo del lavoro. «In un’era di rivoluzione del lavoro, ci impegniamo a rispondere alle nuove esigenze del mercato, ma soprattutto a quelle dei lavoratori. Per questo motivo lottiamo per affermare il diritto alla formazione continua all’interno delle aziende. Il nostro obiettivo è di accompagnare tutti nell’era digitale, potenziando le competenze individuali e collettive», afferma Paglialonga, sindacalista della Cisl. Questo impegno riflette un cambiamento fondamentale nel ruolo dei sindacati, che oggi più che mai si configurano come attori chiave nel facilitare la transizione verso una società sempre più digitalizzata e in rapida evoluzione. Cgil, Cisl e Uil hanno quindi definito diversi obiettivi fra i quali quello di «avvicinarci ai giovani, così da farci conoscere per poter approfondire non solo i loro valori, ma soprattutto i loro problemi e le loro aspettative. Nel frattempo continuiamo a lottare per i diritti nello smart working e il tempo-vita. In questi anni abbiamo consolidato alcuni elementi quali i fondi pensione complementari e la sanità integrativa, dando risposte a moltissimi lavoratori. Il nostro compito resta quello di continuare a confrontarci su come sta cambiando la città, intercettando al meglio i bisogni dei singoli».

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 24 Ottobre 2024
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