Violenza contro le donne, l’impegno di Regione Lombardia nel contrastarla
Nel 2024, ha evidenziato l'assessore Elena Lucchini della Giunta regionale «abbiamo introdotto misure innovative per favorire l’indipendenza sia sul piano abitativo che su quello lavorativo»
«Dobbiamo promuovere un messaggio universale: donne e uomini uniti contro ogni forma di violenza». Lo ha detto l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini che oggi, nell’Aula di Palazzo Pirelli ha portato all’attenzione del Consiglio regionale lo stato dell’arte sulle politiche di Regione Lombardia e i dati legati a un fenomeno, 1la cui gravità non deve essere sottovalutata».
Le nuove misure
Nel 2024, ha evidenziato l’esponente della Giunta regionale «abbiamo introdotto misure innovative per favorire l’indipendenza sia sul piano abitativo che su quello lavorativo. Una delle novità più rilevanti è la sperimentazione dell’assegnazione gratuita degli alloggi ALER alle donne vittime di violenza. Regione Lombardia ha stanziato complessivamente 3 milioni di euro, di cui 300.000 euro destinati ai Centri Antiviolenza e alle Case Rifugio per coprire i costi relativi al personale, agli arredi, alle spese di trasporto, di registrazione dei contratti e delle utenze». La misura ha raccolto un’ampia partecipazione, con 260 candidature ricevute. Dopo una prima selezione, sono stati assegnati 64 alloggi e, attraverso un lavoro sinergico tra ALER e Centri Antiviolenza, si è dato avvio ai trasferimenti nelle nuove abitazioni in modo fluido e strutturato. L’iniziativa proseguirà con l’individuazione di ulteriori alloggi per rispondere alle donne in lista d’attesa. A partire da gennaio, infatti, si terranno incontri tra ALER e i gestori dei Centri Antiviolenza per individuare nuovi alloggi coerenti con i bisogni delle donne.
In Lombardia sono operative 27 reti interistituzionali territoriali antiviolenza, composte da Comuni capofila tra cui Legnano, 57 Centri Antiviolenza e 157 Case Rifugio. Queste reti rappresentano una risposta strutturale alla violenza, offrendo a ogni donna percorsi di supporto personalizzati. Al fine di preservare e valorizzare il sistema antiviolenza lombardo, e contemporaneamente attuare l’Intesa Stato-Regioni approvata il 14 settembre 2022, Regione Lombardia ha istituito l’Albo dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio, individuando una modalità che permetta ai soggetti che da sempre si occupano di contrasto alla violenza seppur in modo non esclusivo di iscriversi all’albo. La soluzione adottata, infatti, ha permesso il mantenimento nell’Albo di 11 centri antiviolenza e oltre 100 case rifugio.
Bando inserimento lavorativo
«Accanto a questa misura – ha aggiunto Lucchini – abbiamo attivato un bando per l’inserimento lavorativo e la formazione professionale delle donne vittime di violenza, stanziando 1,5 milioni di euro». Dei 29 progetti presentati, ne sono stati selezionati 11, che puntano a fornire nuove competenze e opportunità lavorative alle donne, offrendo loro una prospettiva di indipendenza economica. Questi progetti coinvolgono oltre 30 enti tra pubblico e privato, 4 Comuni, 18 Centri Antiviolenza, 3 Case Rifugio e associazioni come la Rete Italiana di Microfinanza e Inclusione Finanziaria e la Camera di Commercio. L’autonomia passa anche attraverso l’educazione e quella che definiamo ‘Cultura della Parità’. Siamo fermamente convinti, ha affermato l’assessore, «che la prevenzione della violenza debba partire dall’educazione e dalla formazione. Per questo motivo, abbiamo rifinanziato un bando per il sistema universitario, con l’obiettivo di promuovere una cultura del rispetto e della parità. Grazie a un fondo di 170.000 euro, sono stati selezionati nove progetti innovativi, finalizzati a formare i futuri professionisti e a sensibilizzare i giovani». Inoltre, la Giunta «ha recentemente approvato lo schema per il rinnovo del protocollo con l’Ufficio scolastico regionale ‘A scuola contro la violenza sulle donne’. Con una dotazione di 490.000 euro, questo protocollo consentirà di proseguire e implementare numerosi progetti e buone pratiche nelle scuole lombarde».
Parallelamente, l’azione di Regione Lombardia si concentra sulla creazione di una vera alleanza con le forze sociali. «Una collaborazione – ha concluso Lucchini – che si concretizza attraverso nuovi protocolli con gli ordini professionali per sostenere le vittime e le loro famiglie. Il 25 novembre, infatti, sarà firmato un Protocollo con l’Ordine degli Psicologi, che include un finanziamento di 30.000 euro per realizzare moduli formativi finalizzati a riconoscere i segnali di rischio di violenza nelle donne e nei minori. Questo protocollo punta anche a sensibilizzare la comunità educante, offrendo strumenti per il riconoscimento della violenza domestica e assistita e per il supporto psicologico delle vittime nei Centri Antiviolenza. Abbiamo anche stipulato un accordo con l’Ordine degli Avvocati per l’estensione del gratuito patrocinio alle vittime di violenza domestica. Questa iniziativa garantirà un accesso equo alla tutela legale per le donne che devono affrontare processi complessi e costosi».
Femminicidi in Italia
Secondo i dati forniti dal Viminale, nel 2024 si sono registrati 94 omicidi di donne in Italia, 80 dei quali commessi in ambito familiare o affettivo. Di questi, 57 sono stati perpetrati dal partner o dall’ex partner. In Lombardia, dall’inizio dell’anno, sono state uccise sei donne, nei territori di Varese, Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova. Le statistiche dei Centri Antiviolenza lombardi riferiscono che, tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023, sono state prese in carico 5.810 donne. La maggior parte delle vittime sono donne occupate stabilmente (45,3%) o disoccupate (20,76%), con una formazione scolastica media o medio-alta. Sul piano personale, il 42% delle donne è nubile, mentre il 40% è coniugato. Le fasce d’età più colpite sono quelle tra i 35-44 anni (28,7%) e i 45-54 anni (24%). Inoltre, il 53% delle donne assistite ha figli minori. Le forme di violenza subita includono quella psicologica (31%), fisica (23%), le minacce, la violenza economica e lo stalking, spesso in contesti familiari, con il marito che risulta autore della violenza in un terzo dei casi.
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