Il grido d’allarme dei pendolari: “Un 2025 da lacrime e sangue tra disservizi e interruzioni per lavori”
Pendolari sul piede di guerra per le cantierizzazioni sulle linee ferroviarie lombarde previste nel corso del prossimo anno
«Un 2025 da lacrime e sangue per i pendolari lombardi». Il grido d’allarme arriva dai rappresentanti dei viaggiatori alla Conferenza regionale del trasporto pubblico locale, che nelle settimane scorse hanno partecipato ad una riunione durante la quale sono state presentate le principali cantierizzazioni sulle linee ferroviarie lombarde previste nel corso del prossimo anno.
«Per la rete RFI si parla di oltre 40 cantieri – spiegano Franco Aggio, Manuel Carati, Giorgio Dahò e Francesco Ninno -, molti dei quali comportano la chiusura di linee o tratte ferroviarie per settimane o per mesi, o anche anni, come per la Milano-Bergamo via Carnate da Ponte S. Pietro a Bergamo o la Como Albate-Lecco. Inoltre, sono previste chiusure parziali anche per la Stazione Centrale di Milano e per quella di Milano Porta Garibaldi, che, a causa dell’elevato numero di servizi che vi fanno capo, avranno presumibilmente un serio impatto sulla circolazione. In concomitanza ai lavori nelle due stazioni, è anche prevista la chiusura del Passante ferroviario di Milano nel mese di agosto».
«Ulteriori pesanti interruzioni riguarderanno la linea Milano-Genova e la linea Milano-Domodossola – aggiungono i rappresentanti dei viaggiatori alla Conferenza regionale del trasporto pubblico locale -. Relativamente all’area nord-est, spicca l’interruzione della linea Lecco-Sondrio-Tirano e Colico-Chiavenna, nonché la Monza-Molteno-Lecco, la Como-Lecco e la ben nota Milano-Bergamo via Carnate da Ponte S. Pietro a Bergamo. Queste ultime due rimarranno chiuse anche tutto il 2026. Non si può che restare esterrefatti e basiti per quello che, in assenza di un forte e deciso intervento da parte del Governo regionale e nazionale, finirà con ogni probabilità per tradursi in un periodo di “lacrime e sangue” per i pendolari e gli utenti del trasporto ferroviario della Lombardia. I disservizi di questo periodo, assolutamente inaccettabili, a fronte dei quali non vediamo adeguati provvedimenti da parte delle istituzioni per rimediare, potrebbero dunque essere niente in confronto a quanto accadrà nel corso del prossimo anno».
Non sono “solo” le interruzioni, però, a preoccupare i pendolari. «È stato fatto capire che in molti casi non sarà possibile organizzare adeguati servizi sostitutivi con autobus per far fronte a tutte le esigenze – sottolineano infatti Aggio, Carati, Dahò e Ninno -. In altre parole, molti pendolari e viaggiatori rischiano di essere lasciati a piedi. Non si può ignorare che, sinora, è anche del tutto mancato il benché minimo coinvolgimento del territorio, in particolare degli enti locali e dei rappresentanti degli utenti e dei viaggiatori nella programmazione dei lavori e dei servizi sostitutivi. In alcune località non vi è neppure modo di far passare gli autobus in numero adeguato per trasportare tutti i pendolari e i turisti, in particolare nel caso di Varenna. Tra Lecco e Colico, sommando le varie chiusure, per almeno metà dei week end del 2025 le località rivierasche saranno prive di servizio ferroviario».
«Riteniamo assolutamente necessario – proseguono i rappresentanti dei viaggiatori alla Conferenza regionale del trasporto pubblico locale – che Regione Lombardia attivi immediatamente un tavolo, aperto agli enti locali, ai Rappresentanti dei Viaggiatori ed ai Comitati dei Pendolari, che consenta, tra l’altro, di rivedere le priorità e l’entità dei lavori previsti, al fine di minimizzare i tempi di chiusura e l’impatto sul servizio. Ci sembra, tra l’altro, che alcuni lavori non siano di particolare urgenza e possano essere differiti, in modo almeno da evitare le sovrapposizioni. È il caso, ad esempio, del nodo di Milano, nel quale la concomitanza dei lavori in tre infrastrutture cruciali potrebbe portare al blocco completo della circolazione, con conseguenze evidentemente drammatiche per pendolari ed utenti. Occorre, inoltre, rivedere la programmazione facendo in modo che la durata dei lavori sia la più breve possibile, ad esempio con cantieri aperti ed operativi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7».
Per i pendolari, inoltre, «non è assolutamente accettabile far pagare biglietto o abbonamento a tariffa piena a lavoratori, studenti e turisti che, oltretutto, rischieranno persino di rimanere a piedi»: per questo i pendolari ritengono «necessario ed irrinunciabile che ai pendolari delle linee e tratte interessate dalle interruzioni del servizio venga consentito l’utilizzo dei mezzi di TPL urbani ed extraurbani con il titolo di viaggio valido sul treno, e che venga erogato l’indennizzo previsto dall’apposito Regolamento Europeo per ritardi e soppressioni dei servizi ferroviari, pari al 30% del prezzo dell’abbonamento in Lombardia, da riconoscere anche ai possessori di titolo integrato».
Foto di archivio
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