Le ciclabili, il fascismo e l’antifascismo. Ennesima querelle in consiglio comunale a Legnano
In sala alcuni commercianti di via Novara, intervenuti per ascoltare le interrogazioni sul tratto di ciclabile che passa davanti alle loro attività
Chissà cosa direbbe Mauro Venegoni, partigiano legnanese medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, caduto per la libertà, della querelle (l’ennesima) andata in scena questa sera, 12 novembre, in consiglio comunale a Legnano, citando a più riprese il fascismo.
È proprio la commemorazione del partigiano avvenuta pochi giorni fa a Cassano Magnago ad avere alimentato la scintilla dello scontro politico, fatto di botta e risposta. In quella sede il sindaco Lorenzo Radice aveva invocato il concittadino parlando di ambiente e ciclabili: «Che cosa direbbe di fronte a chi dice, facendo un piccolo e banale esempio, “io sono per l’ambiente ma le piste ciclabili qui, davanti a casa mia, proprio qui, non vanno bene”?», erano state le parole del primo cittadino
Considerazioni che non sono proprio piaciute alle forze politiche di opposizione concentrate a portare avanti le istanze di cittadini e commercianti contro «piste ciclabili, ideologiche, inutili, insicure e ai danni del commercio cittadino e di cittadini terrorizzati», criticando pesantemente l’atteggiamento del sindaco: «Lei ha citato il motto fascista “Io me ne frego” nel comunicato di risposta al nostro – ha detto la consigliera Daniela Laffusa (Lega) -, io credo che con il suo atteggiamento lei sindaco ha pienamente incarnato il suo essere fascista».
A non piacere alle minoranza è stato soprattutto il termine codardia, usato da Radice, che ha dovuto a sua volta rispondere rimarcando il suo essere antifascista, citando la Costituzione sulla quale ha giurato: «La codardia l’attribuisco alle forze politiche non la attribuirei mai ai cittadini», ha detto prima di essere nuovamente definito «il Re Radice, unico detentore del potere assoluto».
In sala alcuni commercianti di via Novara, intervenuti per ascoltare le interrogazioni sul tratto di ciclabile che passa davanti alle loro attività, trattate solo in parte per i ritardi dei lavori causati dal dibattito iniziale dove ognuno ha potuto liberamente dire la propria opinione su un tema diventato ormai di cronaca quotidiana e oggetto di duri attacchi e parole sempre meno gentili che non portano beneficio al dialogo.
Il disco orario
In risposta all’unica interrogazione sulla ciclabile di via Novara trattata, l’assessore Bianchi ha quindi confermato che la riapertura del cantiere è avvenuta il 30 ottobre dopo l’interruzione estiva in seguito alla variante apportata al progetto relativa ai parcheggi ai lati della strada; con questa modifica sono stati mantenuti 9 posti auto. Prima erano 26. Un numero che rimane non sufficiente per chi lavora lungo la via: «Non abbiamo mai vissuto una situazione così disastrosa, questa via è diventata insicura e impraticabile», è il commento di una commerciante che ha lasciato la sala piuttosto amareggiata. Bianchi ha anche confermato di aver preso l’impegno di introdurre il disco orario nella stessa via e in via Ponzella e dintorni, proprio per venire incontro alle richieste avanzate dai cittadini.
Seguono aggiornamenti sul consiglio comunale
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