Sei mesi dal “trasloco” in via Gramsci per il mercato di Rescaldina, il centrodestra: “Disagi notevoli”
Dal centrodestra una mozione per riportare il mercato, temporaneamente spostato in via Gramsci, in centro. La maggioranza: "Altre soluzioni più problematiche"
Sempre meno ambulanti – e con le tasche sempre più vuote – nei mercati cittadini. A far parlare definitivamente di crisi per un settore in difficoltà già da tempo per la concorrenza della grande distribuzione e dell’e-commerce era stato in primis il Covid, con tutti i problemi che ha messo sul percorso dei commercianti in generale e di chi lavora nei mercati in particolare. Poi ci si erano messi anche caro carburanti e inflazione galoppante. Il risultato quasi ovunque è un mercato con sempre meno bancarelle.
Non fa eccezione Rescaldina, dove nei prossimi due o tre anni Confcommercio prevede una diminuzione del numero degli ambulanti, passando dalla cinquantina di banchi attuali a 42 o 43, permettendo di fatto il ritorno del mercato nella piazza tra via Pellico e la corte della Torre Amigazzi dalla quale ha “traslocato” a metà aprile per fare spazio ai lavori di riqualificazione dell’immobile, abbandonato ormai da anni e ora prossimo ad una nuova vita grazie ai fondi del PNRR.
Proprio lo spostamento – uno spostamento temporaneo ma destinato comunque a durare fino al 2026 – è finito tra i banchi del consiglio comunale durante l’ultima seduta consiliare attraverso una mozione presentata da CambiaRescaldina, che ha stigmatizzato i «notevoli disagi» provocati dal cambio di location per gli impatti su traffico e viabilità, per la riduzione della «frequentazione del mercato stesso da parte dei cittadini», anziani in primis. Quadro, quello tracciato nella mozione, che spinto la civica di centrodestra a chiedere a sindaco e giunta di «valutare la possibilità di riportare il mercato nel centro del paese, sfruttando Piazza Chiesa, via San Bernardo, via Bossi e le vie annesse.
«Il trasferimento in via Gramsci è un trasferimento temporaneo – è stata la replica del sindaco Gilles Ielo -. Nell’ultimo mese e mezzo non c’è stato un giovedì senza pioggia: ci sono dinamiche che purtroppo determinano anche l’andamento e l’affluenza al mercato. Nei nostri incontri con gli ambulanti è emerso in realtà che molti hanno invece apprezzato la nuova ubicazione, che si presta ad una visibilità maggiore su una via ad altro transito come via Kennedy. Abbiamo già chiesto a Confcommercio dati oggettivi per capire quale sia l’affluenza e se gli incassi degli ambulanti siano variati per valutare l’effetto dello spostamento».
Quella di via Gramsci, peraltro, è una scelta arrivata dopo che l’amministrazione aveva vagliato una rosa di ipotesi che spaziava dal parcheggio di via Vittorio Veneto al parcheggio del cimitero, passando per Piazza Chiesa e via Bossi e la via Silvio Pellico. «La valutazione ha dovuto tenere conto della facilità di approntamento del mercato, che ha esigenze strutturali come colonnine elettriche, allacciamento dell’acqua e bagni pubblici, ed è stata fatta non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista normativo e da quello viabilistico – ha aggiunto il primo cittadino -: il parcheggio del cimitero e quello di via Vittorio Veneto avevano criticità maggiori dal punto di vista viabilistico perché andavano a intercettare la linea del trasporto pubblico locale. C’era anche la proposta di mantenere tutto il mercato nello stesso comparto con un eventuale ripristino dell’area del cortile della Villa Saccal, ma gli ambulanti hanno preferito le due aree parcheggio perché altrimenti i banchi inseriti nel cortile avrebbero avuto una visibilità minore».
Parole che non sono bastate a superare i dubbi del centrodestra, anche se Luca Perotta e il suo gruppo consiliare hanno accettato di ritirare la mozione per ampliare la discussione in sede di commissione. «È vero che il mercato è stato spostato in quell’area temporaneamente, ma i lavori alla Torre Amigazzi hanno un orizzonte temporale lungo – ha sottolineato Perotta -: in due anni un’attività commerciale sparisce se non ha la destinazione adatta. Il 90% degli ambulanti, se non il 95%, preferirebbe spostarsi in centro al paese. Se il cittadino si trova meglio ad andare in piazza della Chiesa, se l’ambulante si sente più presente a livello commerciale, se un semplice spostamento consente ai nostri commercianti di essere contenti perché magari riescono ad introitare qualcosa in più, non escluderei la proposta».
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