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FESTA REGIONALE: CONTRADAIOLI, DIFFIDATE DELLA POLITICA

4 Marzo 2011


Egregio direttore,
Le scrivo in risposta all'intervento di Jody Testa sulla sua testata giornalistica.
 
Faccio una premessa: chi vive da decenni il Palio lo ha visto crescere e si è emozionato nel capire quanto potenziale sociale ha questa festa. Il Palio di Legnano non è una festa nazionale ma è anche detto ‘Palio delle Contrade’. Prima di tutto richiama la voglia di riunire i suoi cittadini, è una festa di Legnano, per Legnano, per i Legnanesi e fatta dai Legnanesi.

La battaglia di Legnano ricorda quanto popoli differenti con interessi ‘politici’ differenti si unirono per la difesa di un paese diviso si in tante terre ma accomunato dalla stessa voglia di rispetto come entità territoriale. Nell'inno di Mameli recentemente esaltato da Benigni a Sanremo la battaglia viene spiegata come SIMBOLO di UNIONE, modello preso da tanti ‘eroi’ di metà ottocento per perseguire l'obiettivo della creazione di uno stato ‘unico ed indivisibile’.

Fatta questa premessa da molti anni il pensiero di chi il Palio lo fa tutti i giorni a qualsiasi livello (dal semplice spettatore al contradaiolo fino alle più alte cariche della manifestazione) è che l' influenza ideologica e di giochi di conflitto all'interno dell'arena politica si situino sempre esternamente all'aspetto sociologico che questo evento ricopre. La festa ha il compito di unire anche nella differenza d'appartenenza religiosa, politica, ecc.

Possiamo esser considerati dei provinciali, ma preferisco l'etichetta di provinciale che il pensiero di manifestazione socialmente utile svenduta nell'arena politica.

Se volessimo fare un paragone con il Palio per eccellenza, quello di Siena, abbiamo proprio quest'aspetto, dove la politica non è mai entrata in nessun modo all'interno del tessuto sociale della festa e dove ogni tipo di ‘intrusione’ da parte di entità politiche di ogni colore o ideologia è vista come una minaccia alla festa ed alla sua identità ‘autoctona’ e ‘unica’. Questa fa di quel Palio l'incredibile unicità e superiorità a qualsiasi festa storica non solo italiana ma anche europea ricoprendo un aspetto sociologico e antropologico decisamente unico.

Da troppi anni si pensa erroneamente che per migliorare la nostra festa dobbiamo assolutamente spingerla oltre i confini della città per non risultare i soliti ‘provinciali’ che si chiudono nel loro orticello. Nella vita mi è stato insegnato che le cose che più persistono e che diventano eterne sono quelle fatte con ‘sincerità’ e ‘spontaneità’ ed è per questo che sostengo che il Palio debba esser prima di tutto una festa legnanese e che deve importare ai nostri ‘politici’, in quanto demandati della nostra sovranità popolare, di instaurarla a livello sociale in tutta la città rendendo le contrade non un entità fine solo alla corsa ed alla sfilata ma punto di riferimento reale per tutti i cittadini, 8 sedi distaccate del sistema amministrativo centrale, 8 sedi di vita sociale. Non che non avvenga già ma per rendere la nostra festa spontanea e sincera dev'esser radicata nella cultura del cittadino e quanto fatto fino ad oggi, seppur in buona quantità, non lo è abbastanza.

E' da qui che nasce il mio pensiero, non ci deve interessare particolarmente cosa succede esternamente a Legnano se poi la domenica del palio la gente fugge dalla sua città perché non siamo riusciti a legarli con la loro storia. Non riusciamo a legare gli stessi legnanesi a Legnano e pensiamo di dare lustro alla città con una festa regionale? Porterà si qualche turista in più credo, ma non porterà MAI quello che renderà questa festa eterna e sempre più VERA, cioè l'attaccamento del suo popolo. L'obiettivo dev'esser totalmente quello di rendere i legnanesi vivi partecipi della vita sociale cittadina delle contrade… quando mi sento dire da persone che vivono a Legnano da decenni domande tipo ‘ah perché le contrade sono aperte tutto l'anno? ah perché le contrade fanno cene durante l'anno? ah perché le contrade fanno attività culturali?’ capisco che siamo lontanissimi anni luce da un idea di identificazione cittadina.
Sociologicamente il Palio e le contrade hanno un importanza incredibile e forse chi non ha vissuto il mondo del Palio, non ha visto il lavoro sul tessuto cittadino che hanno fatto contrade in altre città (Fucecchio ad esempio) non si rende conto della vera ricchezza INTERNA di cui disponiamo. Forse si in questa zona siamo più concentrati su altro per renderci conto di ciò.

Dopo questa mia lunga ma doverosa spiegazione del mio pensiero non posso che inorridire davanti alla proposta di un partito e non per ‘fare politica’ ma perché trovo incoerente che la Lega si è opposta alla festa nazionale il 17 marzo e si è opposta a quella giornata come giornata non lavorativa per poi incongruamente presentare come festa regionale il 29 maggio e presentarla nella stessa modalità di quella nazionale, cioè non lavorativa. Come ci si può fidare delle intenzioni politiche di chi parla di Padania invece che di Regione Lombardia, o di Po' come un Dio o di Roma Ladrona invece che Roma Capitale come lo stesso GARIBALDI dichiarò a Legnano nel 1862 e di cui portiamo effigi scritte su lastre di marmo affisse in alcuni punti di edifici storici del centro?

Il nome della Battaglia di Legnano è già arrivato in Parlamento ma non come ricompensa di un entità storica cittadina o di meritocrazia per l'impegno rievocativo che la città svolge già dal lontano 1876, bensì per strumentalizzazione e per creare un idea sicuramente non positiva all'esterno della città.
QUESTO NON FA BENE AL PALIO.

E allora la festa della Lombardia (non Padania) non sarà il 29 maggio? E a noi legnanesi cosa dovrebbe importarci? Lo sapete cosa continueranno a fare quei legnanesi che migrano durante il Palio dopo l'istituzione del 29 maggio festa regionale? CONTINUERANNO A MIGRARE… si perché si sarà pensato troppo ad esternalizzare il PALIO  invece che preservare ed ingrandire quella ricchezza che possediamo al suo interno, la cultura paliesca, la memoria storica e lo spirito civico del cittadino e contradaiolo legnanese.

CARI CONTRADAIOLI LEGNANESI DIFFIDATE DELLA POLITICA COME MEZZO PER ESALTARE LA VOSTRA FESTA PERCHE' LA FESTA E' OGNUNO DI VOI ED OGNUNO DI VOI LA PUO' RENDERE GRANDIOSA.
VOI SIETE IL PALIO ED IL PALIO E' VOI.
Siete i custodi della cultura paliesca e storica della vostra città, siete voi la ricchezza su cui spendere energia, su cui costruire l'UNICITÀ' della nostra festa. 

LETTERA FIRMATA

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