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Aligi Sassu: opere in mostra a Villa Burba di Rho

A Sant’Ambrogio ha ricoperto le cariche di scudiero, capitano, gran priore con un Palio vinto nel 2004. Apprezzata la collaborazione in Famiglia Legnanese

Generico 23 Sep 2024

Villa Burba, sempre più destinata a polo culturale della città, accoglie una mostra di grande rilievo, dedicata a uno dei protagonisti più significativi della figurazione italiana del secolo scorso, Aligi Sassu. Sabato 19 ottobre 2024, alle ore 17.30, la mostra “Il percorso pittorico. Passione, colore, luce” verrà inaugurata alla presenza della curatrice Cristina Palmieri e dell’assessora alla Cultura Valentina Giro.

L’esposizione, che vanta la collaborazione della Associazione culturale GPC Arte di Rho, della Galleria B&B ARTE di Canneto Sull’Oglio (MN) e della Fondazione Helenita e Aligi Sassu di Milano, rimarrà aperta fino al 10 novembre con i seguenti orari: martedì, mercoledì, venerdì dalle ore 15.30 alle 18.30; sabato e domenica dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30.

La retrospettiva comprende opere che vanno dalla fine degli anni Venti sino agli Anni Novanta del Novecento, opere storiche citate da tutti i cataloghi e monografie dedicate all’artista, come il “Paesaggio industriale” del 1929, che il figlio di Sassu, Vicente, ha messo a disposizione.

Nato a Milano nel 1912, Aligi Sassu visse i fermenti che le avanguardie storiche, in primis il Futurismo, portarono nella città. Il padre, di origini sarde, si era trasferito nel capoluogo lombardo nel 1986, dopo essere stato uno dei fondatori del Partito Socialista Italiano nell’isola: a Milano strinse uno stretto legame di amicizia con Carlo Carrà, uno dei più rappresentativi esponenti del movimento futurista, con il quale condivideva l’impegno politico.

Aligi ebbe modo di frequentare, sin da giovanissimo, personaggi di spicco dell’ambiente artistico. La passione per le istanze futuriste lo indusse a studiare la pittura di Carlo Boccioni, ad approfondire gli scritti di Filippo Tommaso Marinetti e a cercare di conoscerlo.

La sua ricerca, di matrice chiaramente espressionista – spiega Cristina Palmieri, la cui relazione è allegata al comunicato stampa – ha attraversato diversi decenni, rimanendo sempre fedele alla necessità dell’artista di farsi narratore appassionato, capace  di immettere nelle proprie opere una vigorosa potenza espressiva. Da questa origina una pittura connotata da linee fluide, contrasti cromatici marcati e da una composizione equilibrata ma sempre incline al movimento e al dinamismo. Personalità carismatica, eclettica e coraggiosa, caparbia nel rivendicare l’eterogeneità e autonomia della propria espressività, apporta un indubbio contributo alla storia dell’arte italiana tra le due guerre, in virtù di un’ispirazione che è amalgama di culture, storia e vita”.

All’Accademia di Brera, Sassu conobbe Lucio Fontana, con il quale lavorò anni dopo ad Albissola. Quindi Tullio Mazzotti e Pablo Picasso, Giacomo Manzù e poi, a Parigi,  Filippo De Pisis, Lionello Venturi e Fernand Lèger.

Appassionato di due ruote, dedicò ai “Ciclisti” una serie di opere, mentre dal 1930, con la serie degli “Uomini rossi”, realizzò oltre cinquecento opere che ritraggono le figure più disparate, “da quelle mitologiche come i dioscuri e gli argonauti a quelle più popolane come i giocatori di dadi, i pastori, i suonatori e molte altre; personaggi dediti ad attività ludiche e passatempi come se si trovassero in un mondo magico, diverso dalla realtà”, come precisa Palmieri.

Una parte importante della sua pittura è costituita anche dalle opere sacre. Militò come antifascista e antifranchista, formando il Gruppo Rosso insieme a diversi altri artisti, tra cui Renato Guttuso. In seguito ad alcune manifestazioni venne incarcerato prima a San Vittore e poi a Regina Coeli, a Roma, con una condanna a dieci anni di reclusione. Trasferito al carcere di Fossano, venne scarcerato nel 1938 grazie all’intercessione di Marinetti, ma gli venne proibito di esporre.

Dopo la guerra, acquistò una casa a Maiorca, nelle Baleari, dove soggiornò per svariati periodi dell’anno: in Spagna coltivò la passione per le tauromachie.

Sassu fu anche ceramista, illustratore e scultore. Molto rilevanti anche i suoi murales e affreschi, nati da commesse istituzionali e pubbliche.

A Villa Burba saranno disponibili 500 cartoline e 500 brochure, oltre al catalogo dell’esposizione.

“Aligi Sassu è stato uno dei grandi protagonisti della pittura del Novecento – commenta l’assessora alla Cultura Valentina Giro – Ringrazio Cristina Palmieri per avere portato a Rho opere così importanti, di fama internazionale. Siamo orgogliosi di questa mostra e auspichiamo che i rhodensi, e non solo loro, la possano visitare per gustarsi tele che non appaiono facilmente, appartenendo anche a collezioni private. Villa Burba centra un grande obiettivo e sono certa che tanti potranno apprezzare questa accattivante retrospettiva”.

Nella foto la tela di Aligi Sassu scelta per la copertina del catalogo e delle brochure fa parte della serie “Uomini rossi

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Settembre 2024
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