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Cento anni di Legnano città tra le fabbriche aperte, sulle note di due violini Stradivari

Domenica 22 settembre quattro aziende di Legnano apriranno le porte ai visitatori per celebrare il centenario di Legnano città, in una giornata che sarà chiusa dal concerto di due violini Stradivari sempre in fabbrica

C’era una volta la Legnano delle ciminiere. L’industria è da sempre il marchio di fabbrica di Legnano, e anche se oggi in città le vetrine hanno soppiantato in larga misura le ciminiere l’animo produttivo è rimasto. Prova ne siano le tante aziende che ancora oggi punteggiano il panorama urbano, che negli anni hanno cambiato e continuano a cambiare pelle ma non hanno mai smesso di tenere alto il nome di Legnano nel mondo. Quelle stesse aziende che domenica 22 settembre saranno il fil rouge di una giornata di festa per il centenario di Legnano città, che inizierà con le fabbriche aperte ai visitatori e finirà con le note di due violini Stradivari che risuoneranno proprio in un capannone.

«Legnano è la sua industria – ha sottolineato il sindaco Lorenzo Radice presentando l’iniziativa insieme all’assessore alla partita Guido Bragato -: questo territorio è l’industria che è stata, l’industria che è e l’industria che sarà. Il percorso del centenario serve per riflettere sulla nostra identità ma anche per guardare al futuro, e quella di domenica 22 settembre non vuole essere solo una giornata di memoria storica, ma anche un momento per dare visibilità a chi sta facendo la storia dell’industria nel territorio, a chi con il lavoro di tuti i giorni crea cultura del saper fare e opportunità di sviluppo, benessere e ricchezza, rendendo il nostro territorio ancora attrattivo e centrale nell’economia europea. Il lavoro è cultura, ma anche la cultura è lavoro e per questo il connubio è ancora più interessante. Sarà una giornata che ci regalerà la possibilità di guardare alle nostre radici ma anche al futuro, con le aziende che ci faranno vedere degli scampoli della capacità di innovare di chi fa impresa oggi e quindi del nostro territorio».

Cento anni di Legnano città tra le fabbriche aperte, sulle note di due violini Stradivari

Quattro le aziende che apriranno le loro porte al pubblico dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19: il Gruppo Ceriani, realtà attiva nel settore delle auto nata nel 1923 a Parabiago, quando il fondatore Santino Ceriani decise di dedicarsi, oltre alla costruzione di biciclette Excelsior, anche alla vendita e alla riparazione di veicoli iniziando la collaborazione con il gruppo FIAT; Nearchimica, fornitore globale di ausiliari chimici e coloranti a servizio del settore tessile fondata nel 1979 a Legnano; Pomini Long Rolling Mills, nata nel 1886 a Castellanza con la prima officina meccanica di manutenzione al servizio dell’industria locale, che oggi progetta e costruisce macchine e sistemi per la fabbricazione di prodotti lunghi in acciaio e altre leghe metalliche; Tamini, azienda leader nella progettazione e produzione di trasformatori industriali, di potenza e speciali fondata nel 1916 a Milano.

Chiuderà poi la giornata alle 21 il concerto dell’Accademia Concertante d’Archi di Milano diretta dal Maestro Ivano Mauro Benaglia negli stabilimenti della SAIN Impianti di via Boccaccio, azienda nata nel 2014 a Legnano specializzata nell’attività di saldatura e lavorazioni meccaniche a controllo numerico e nella costruzione di impianti di medie e grandi dimensioni. Lì il maestro Lorenzo Meraviglia suonerà due violini di inestimabile valore: un Omobono Stradivari del 1730 tra i pochissimi ancora in circolazione che ha già fatto tappa nei mesi scorsi alla Wiz Chemicals di Dairago e alla falegnameria di Matteo Magugliani a Marcallo con Casone e chiuderà la sua tournée nell’Alto Milanese alla Costruzioni Meccaniche Giani a Castano Primo, e uno dei primi ad uscire dallo bottega di Antonio Stradivari nel 1667, con cui eseguirà le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi davanti ai 350 spettatori che la serata permetterà di accogliere.

Cento anni di Legnano città tra le fabbriche aperte, sulle note di due violini Stradivari

Un nuovo palcoscenico, insomma, per lo Stradivari grazie alla regia della Fondazione Comunitaria Ticino Olona, che già l’anno scorso lo aveva portato tra la gente, all’Abbazia di Morimondo, in Villa Corvini a Parabiago, a Palazzo Stampa ad Abbiategrasso e nella Chiesa di San Rocco a Cuggiono. «L’idea di portare un violino Stradivari nelle periferie, nei luoghi dove nessuno pensa di poterlo ascoltare, nasce perché per noi è importante portare la cultura anche alle persone che ne sono escluse – ha spiegato Salvatore Forte, presidente della fondazione -. Il successo dell’iniziativa dello scorso anno ci ha spinto a non abbandonarla, e ci sembra che portare un’orchestra e un violino Stradivari in un luogo di lavoro, alle maestranze, ai cittadini, all’indotto che ruota intorno a quella fabbrica sia un momento apicale. Come fondazione comunitaria ci occupiamo essenzialmente del Terzo Settore aiutandolo ad affrontare i bisogni del territorio, che sono essenzialmente bisogni sociali. Dopo la pandemia, però, abbiamo iniziato a maturare l’idea che per un buon welfare territoriale serva che il non profit e il settore profit si mettano insieme».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Settembre 2024
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