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La scia di morte della “sacerdotessa” Adilma Pereira Carneiro. Il ruolo del “Candomblè” e del “pai de santo”

La donna accusata di aver deciso e attuato l'omicidio del compagno era un'adepta del culto degli Orixa, diffuso in Brasile e in altri paesi del sud America. Nel suo passato già due mariti defunti

adilma pereira carneiro

Emergono nuovi particolari rilevanti nell’incredibile vicenda dell’omicidio di Fabio Ravasio, il 52enne di Parabiago investito lo scorso 9 agosto mentre tornava a casa dal lavoro in sella alla sua bicicletta da un’auto guidata da uno dei figli di Adilma Pereira Carneiro, Igor Benedito, e dal marito Marcello Trifone.

La 49enne brasiliana, compagna di Ravasio con il quale conviveva da qualche anno e ora in carcere con l’accusa di omicidio, era anche una sacerdotessa Candomblè, una religione afrobrasiliana importata nel continente sudamericano dagli schiavi africani provenienti dalle colonie portoghesi.

Era un’adepta del Candomblè, una religione afrobrasiliana

Ne ha parlato anche l’ultimo amante della vedova nera di Parabiago, quel Massimo Ferretti che insieme agli altri avrebbe compartecipato all’omicidio di Ravasio. Interrogato nuovamente ieri, martedì, dal sostituto procuratore Ciro Caramore avrebbe parlato delle doti spirituali della donna, dei riti che metteva in atto bollendo parti di animali e della capacità di farsi entrare gli spiriti in corpo.

Adilma, originaria di Natal (città di 800 mila abitanti dello Stato del Rio Grande do Norte) era una seguace di questo culto ancora diffuso in Brasile e in altri Paesi sudamericani che mette al centro gli Orixa, divinità emanate dal Dio unico, Olorun.

Il ruolo del Pai de Santo, la guida spirituale

A confermarlo è anche una fonte che vuole rimanere anonima ma che ha avuto la possibilità di conoscere da vicino Adilma e tutta la sua famiglia: «Adilma non faceva mai un passo senza consultare il suo “pai de santo”, la sua guida spirituale che l’aiutava nei rituali per ottenere ciò che desiderava. Per lui e per la sua famiglia, Adilma ha acquistato case, automobili e ha anche aperto un’attività per poter avere un sostegno economico. Ha pagato intere feste per il suo centro religioso. E di tanto in tanto portava la sua guida e suo marito in Italia, per svolgere un lavoro spirituale».

Cuori e cervelli di animali nel congelatore per avere ricchezza

Nel congelatore di casa sua, infatti, non mancavano mai cuori e cervelli degli animali che offriva nel suo lavoro spirituale: «È molto triste quello che ha fatto a una religione così seria e antica – raconta la nostra fonte -. Ha usato la spiritualità per il male. Non rappresenta il Candomblé. Tutte le sue decisioni sono state prese insieme alla sua guida, che l’ha supportata in tutto. Anche nelle cose sbagliate».

Quindi Adilma era come investita da un compito supremo e cioè quello di accumulare più beni possibile e con qualsiasi mezzo per sè stessa e per la sua guida con la quale aveva un legame molto forte: «A Natal non solo ha svolto il suo lavoro spirituale e ha incontrato il suo amante, ma ha anche partecipato, insieme alla sua guida spirituale, ad orge sessuali».

I due mariti morti in circostanze mai chiarite: uno in Brasile e uno in Italia

Infine ci sono i dubbi sulla morte dei due precedenti mariti. Il primo, dal quale ha avuto i primi due figli, è stato ucciso, il secondo (residente a Sedriano) è morto di infarto a 48 anni, il terzo è Marcello Trifone che viveva da recluso nella villa di via delle Orchidee a Parabiago «come un animale in gabbia – aggiunge la fonte – non poteva nemmeno scostare le tende e il cibo gli veniva fornito da Adilma. Lei sarebbe riuscita a nascondere una parte dell’ingente patrimonio ereditato da Trifone dal quale non ha mai divorziato con la speranza di ereditare altre ricchezze».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 28 Agosto 2024
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