Il presidente Benedetto ne aveva fatto un cavallo di battaglia nella sua insistenza nel credere ancora possibile il ritorno in serie D del Legnano calcio: «Non abbiamo fatto domanda di ripescaggio, perchè – così scriveva – alla luce di quanto sta emergendo in Procura Federale, siamo fiduciosi per l’iscrizione e potrebbe anche starci una riammissione, dovessero essere conclamati gli illeciti sportivi che coinvolgessero la Castellanzese ed alcuni tesserati». Un illecito, una possibilità di riammissione in serie D rimasti perennemente nel pensiero del presidente, ma mai assolutamente certificati da documenti, istruttorie, comunicati, dichiarazioni da parte di alcuno.

Oggi, martedì 30 luglio, la Lega Nazionale Dilettanti ha comunicato le squadre ammesse alla serie D (leggi qui). Tra società ripescate, escluse (tra loro l’Alessandria, guarda un po’ club presieduto da Benedetto fino all’anno scorso), altre che hanno rinunciato, il nome del Legnano e nemmeno quello della Castellanzese vengono citati. Del fantomatico illecito, quindi, nemmeno una riga. L’aiutino in cui confidava il presidente lilla, inibito dalla Federazione e indigato dalla Procura di Alessandria, è svanito nel nulla. Mai esistito.

Adesso, tutta l’attesa è rivolta al Comitato regionale lombardo per la definizione dei campionati dall’Eccellenza alla Terza categoria. Le sorprese potrebbero non mancare, soprattutto dopo il pensiero espresso dall’assessore Bragato nel consiglio comunale di lunedì scorso: «Quello che vogliamo è che allo stadio Giovanni Mari giochi una squadra che rappresenti la tradizione calcistica di Legnano, che parta da basi serie e solide e ci dia garanzie dal punto di vista della tenuta della società e possibilmente anche sul progetto sportivo e sociale».

“Legnano Calcio in un limbo”. Il Comune resta alla finestra e vuole per il Mari “una squadra che dia garanzie”