Majorino e Astuti presentano una proposta di legge regionale per l’assistenza primaria ai senza dimora
Iniziativa del Pd regionale per assicurare il diritto alla salute anche ai cittadini più vulnerabili, seguendo l'esempio delle leggi nazionali e di altre regioni italiane
Nella seduta di stamattina, mercoledì, in III Commissione Sanità, il consiglio regionale lombardo ha discusso le “Disposizioni per garantire l’assistenza primaria ai cittadini senza dimora”. La proposta di legge, avanzata dal Pd lombardo, mira a restituire il diritto alla salute e all’assistenza primaria ai cittadini più poveri, privi di una residenza fissa.
«Il nostro progetto di legge regionale ha l’obiettivo di restituire un diritto, quello alla salute e all’assistenza primaria, anche ai cittadini più poveri, che non hanno una casa, un letto sul quale dormire e quindi di conseguenza non hanno una residenza. In questo modo, proseguiamo un impegno già intrapreso con la legge nazionale, a prima firma del parlamentare dem Marco Furfaro, che prevede una sperimentazione in 14 Città metropolitane, e saniamo una situazione nella nostra regione che non è più accettabile, dando dignità ai più fragili tra i fragili, evitando che l’unica soluzione per loro sia rivolgersi sempre e comunque al pronto soccorso», ha dichiarato Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd e secondo firmatario del progetto di legge.
La questione principale sollevata dalla proposta è la mancanza di accesso all’assistenza sanitaria primaria per chi non ha una dimora fissa. «Chi non ha una dimora non può avere una residenza. E senza questa non si può accedere all’assistenza primaria e quindi al medico di medicina generale. La proposta di legge risolve proprio questo problema. Stiamo parlando di persone che vivono nelle stazioni, lungo le strade, parliamo di padri di famiglia separati, persone vittime di violenza o senza lavoro che vanno a vivere magari a casa di amici, ma non hanno la residenza. E questo, purtroppo, vale anche per i minorenni che hanno i genitori senza fissa dimora», ha spiegato Astuti.
Pierfrancesco Majorino, capogruppo regionale dem e primo firmatario della proposta, ha aggiunto: «La nostra proposta vuole, dunque, essere lo strumento per non lasciare solo chi ha meno. Perché il diritto alla salute va garantito anche alle persone senza dimora. Siamo ovviamente pronti a discutere di come attuare al meglio questo servizio, ma pensiamo che il principio non possa essere più messo in discussione. Per altro, unitamente all’emendamento al nuovo Piano sociosanitario regionale, approvato dal consiglio regionale a fine giugno, nel quale si faceva esplicito riferimento a come garantire le cure non solo ai cittadini italiani, ma anche alle persone straniere prive di permesso di soggiorno, andrebbe a colmare un vuoto evidente».
Un altro punto cruciale è il costo del nuovo servizio, che risulterebbe inferiore rispetto agli attuali costi sostenuti dalla collettività per le cure d’emergenza dei senza fissa dimora.«Questo nuovo servizio ha sicuramente un costo, ma che è notevolmente più basso rispetto a quelli che oggi la collettività sostiene, perché i senza fissa dimora, che in Italia sono più di 90mila, si recano, appunto, al pronto soccorso. I dati ci dicono che a livello nazionale ci sono circa 10 accessi annui per ogni persona senza fissa dimora, e considerando che un costo medio di una visita al Ps è di 250 euro, vuol dire che il costo sanitario medio per ognuno di loro è di 2.500 euro. Invece, un medico di medicina generale costa alla collettività 80 euro all’anno a paziente. Oltre tutto c’è il tema della prevenzione: se queste persone accedono all’assistenza primaria, riusciamo a intercettare prima il bisogno di salute e quindi a ridurre il peggioramento di un’eventuale malattia e i costi sanitari futuri», ha ricordato Astuti.
Il censimento del 2022 ha rivelato che in Italia ci sono circa 96.000 persone senza fissa dimora, il 62% delle quali di nazionalità italiana. Emilia-Romagna, Puglia, Abruzzo, Liguria e Marche sono già intervenute legislativamente in tal senso. La proposta di legge del Pd lombardo prevede protocolli di intesa con le associazioni e le realtà del terzo settore che operano con le persone senza fissa dimora, per una sensibilizzazione capillare e l’iscrizione all’albo specifico della Asst di riferimento, attraverso cui potranno poi accedere al servizio di assistenza primaria.
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