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Le difese dopo le motivazioni dell’assoluzione di Fratus Cozzi e Lazzarini: “Sofferenza inutile”

Comune legnano

Le motivazioni della sentenza erano attese ormai da quasi sei mesi, da quando venerdì 19 febbraio al redde rationem la seconda sezione penale della Corte d’Appello di Milano aveva pronunciato la fatidica parola, assoluzione, ribaltando la pronuncia del Tribunale di Busto Arsizio che quattro anni fa aveva condannato in primo grado l’ex sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, il suo vice Maurizio Cozzi e l’ex assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini, travolti ormai quattro anni fa dall’inchiesta “Piazza Pulita” e poi condannati a vario titolo nel relativo processo per turbativa di gara e, nel caso dell’ex primo cittadino, per corruzione elettorale.

E oggi – ed era inevitabile – insieme alle motivazioni depositate sono arrivate anche le prese di posizioni delle difese che per cinque anni hanno combattuto una battaglia legale che, lo diciamo senza timore di smentita, passerà agli annali della città del Carroccio. E che ora, lette le motivazioni della Corte d’Appello, pensano al risarcimento dei danni per l’ingiusta detenzione e al ristoro delle spese legali.

La difesa Fratus: “Decisione che doveva arrivare in primo grado, sofferenza inutile “

«Giustizia è stata fatta – sottolinea Maira Cacucci, avvocato che fin dalla prima ora ha fatto parte del collegio difensivo di Gianbattista Fratus nonché ex assessore della sua giunta, oggi consigliera regionale -. Letta la motivazione della Corte d’Appello, questa sentenza doveva intervenire in primo grado: avrebbe evitato una sofferenza inutile che è stata procrastinata. Per quanto riguarda i primi capi di imputazione, è chiaro che non si sia trattato di gare: il dato fattuale è che non poteva essere applicata un’analogia, tantomeno in malam partem. Per quanto concerne il capo di imputazione relativo all’incarico di Arensi, come abbiamo evidenziato fin dal principio, se qualcuno in un certo qual modo si è inserito nella procedura di selezione lo ha fatto successivamente, ed è stata la commissione quando ha introdotto un’ulteriore criterio, ma non c’è nessuna condotta tenuta dagli imputati che dimostri che questo fatto sia dipeso da loro, anzi c’è la dimostrazione contraria. Così come non ci sono prove di un accordo pre-elettorale tra Fratus e Guidi: come hanno sempre sostenuto le difese, è passato più di un anno tra la elezioni e la nomina, a Fratus quei voti non servivano e oltretutto si trattava di una nomina a compenso zero».

«L’approccio differente, se così lo vogliamo definire, tra Tribunale e Corte d’Appello è stato nell’aderenza maggiore ai dati fattuali: è stato veramente analizzato il dato fattuale in maniera oggettiva, ma questo dato fattuale c’era anche in primo grado e poteva essere analizzato già allora. Per un processo di questo tipo, inoltre, secondo me, è stata veramente eccessiva l’applicazione delle misure cautelari. Sono contenta che nel frattempo il ddl Nordio sia stato approvato: ora la decisione dovrà essere assunta da tre magistrati e non più da uno, e soprattutto è previsto il previo interrogatorio dell’indagato».

Il legale di Cozzi: “Attendiamo il risarcimento dei danni”

Sulla stessa linea Cesare Cicorella, legale dell’ex vicesindaco Maurizio Cozzi. «La sentenza depositata è assolutoria. Ampiamente – commenta l’avvocato -. Ciò significa che l’avvocato Maurizio Cozzi è innocente ed è stato illegalmente sottoposto a coercizione cautelare. Un secondo profilo: nulla di biasimevole é emerso. Ed ogni accenno di questo tipo irrituale ed infondato. Evidentemente una sorta di strumentalizzazione per contenere gli effetti dell’errore. La formula sul caso Mortarino? Eclatante errore, assurda contraddizione tra quanto accertato ed una formula priva di logica. Attendiamo il risarcimento dei danni».

La difesa Lazzarini: “Sentenza tranchant”

Parla di «sentenza tranchant» anche la difesa Lazzarini. «Per quanto riguarda i capi d’imputazione che la riguardano la sentenza è stata tranchant – evidenzia Enrico De Castiglione, difensore dell’ex assessore alle Opere pubbliche -: dice che non c’è stata gara quindi il fatto non costituisce reato –. La giurisprudenza, anche quella precedente al 2018-2019, diceva che questo tipo di selezioni di personale non possono essere equiparate a gare, come abbiamo sempre sostenuto. Le ultime sentenze sono chiarissime ma si innestano in un solco di una giurisprudenza consolidata. L’ipotesi di abuso d’ufficio? I giudici dicono che in astratto si sarebbe potuto considerarlo ma mancano gli elementi costitutivi».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Luglio 2024
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