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Sciopero mense, adesione totale a Legnano per il contratto: “Con questi stipendi non si vive”

Lo sciopero per chiedere con forza il rinnovo del contratto collettivo del settore ristorazione scaduto dal 2021. Gli stipendi sono fermi a tre anni fa e non sono adeguati all'inflazione impennata. Poche le ore di lavoro garantite

Adesione massiccia, quasi totale, del personale impiegato nelle mense scolastiche di Legnano allo sciopero nazionale indetto per la giornata del 4 giugno dai sindacati per chiedere con forza il rinnovo del contratto collettivo del settore ristorazione. Buona anche la partecipazione dei lavoratori nel resto del territorio dell’Alto Milanese.

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Il presidio si è svolto davanti all’Ospedale di Legnano dove è presente una mensa gestita da Sodexo. In questa sede il servizio non è stato interrotto come, invece, è avvenuto nelle mense delle scuole cittadine. «Ci dispiace per i disagi creati alle famiglie ma era arrivato il momento di dovere fare sentire la voce di queste lavoratrici che si trovano a lavorare conj stipendi assolutamente non dignitosi – spiega Rossella Rossi della Cgil -. La loro retribuzione è ferma a tre anni fa senza tenere conto dell’impennata che ha avuto l’inflazione. La maggior parte di loro lavora 14 ore la settimana per 400-500 euro al mese e nei mesi estivi lo stipendio non è garantito: la risposta non può e non deve essere quella dei bonus. Oggi siamo orgogliosi di questa partecipazione massiccia delle lavoratrici e chiediamo con ancora più forza che le aziende tornino al tavolo per garantire il rinnovo del contratto». (seguiranno video e aggiornamenti).

C’è chi lavora nelle mense e serve i piatti ai bambini e chi al centro cottura: «Con le tante diete alimentari abbiamo anche grandi responsabilità – spiega una lavoratrice – eppure questo non viene preso in considerazione. È un lavoro che richiede fatica e attenzione. Molte di noi lavorano dalle 13 alle 15 ore settimanali, con questi stipendi fatichiamo a mantenere noi e le nostre famiglie».

Di seguito il comunicato dei sindacati Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS.  

A più di un anno dalla ripresa del negoziato per il rinnovo del Contratto Nazionale dei Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva, Commerciale e Turismo, le imprese della ristorazione collettiva aderenti alle Associazioni datoriali ANIR e ANGEM diffidano formalmente Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS firmatarie del contratto dall’intraprendere qualsiasi determinazione inerente il comparto della ristorazione collettiva. In altre parole, a più di tre anni dalla scadenza del CCNL, le imprese della ristorazione collettiva associate ad ANIR e ANGEM minacciano chi vuole arrivare ad un rinnovo in grado di garantire condizioni salariali dignitose alle lavoratrici e ai lavoratori del settore.

Il percorso avviato da tempo sui temi riguardanti la sfera normativa, la classificazione del personale e gli incrementi salariali rischia di subire ulteriori rallentamenti a causa di una presa di posizione irresponsabile da parte di alcune delle imprese del settore: AUTHENTICA SPA – EUROTOURIST NEW SPA – DUSSMANN SERVICE SRL – LADISA SRL – SERENISSIMA SPA – EURORISTORAZIONE – SIRISTORA GLOBAL SERVICE – VIVENDA SPA – COMPASS GROUP ITALIA SPA – GRUPPO ELIOR – GENESI SRL – PEDEVILLA SPA – SODEXO ITALIA SPA -ITALCATERING SRL – FELSINEA RISTORAZIONE SRL -SER CAR RISTORAZIONE COLLETTIVA SPA – SIR SISTEMI ITALIANI DI RISTORAZIONE

«In un contesto economico ancora fortemente compromesso dall’impennata inflattiva – dicono con forza i sindacati – degli scorsi anni e dal conseguente aumento del costo della vita, alcune imprese si dimostrano irresponsabili e sconsiderate nei confronti delle e dei loro dipendenti. Il comportamento delle imprese aderenti ad ANIR e ANGEM non può essere tollerato! E’ l’ennesima umiliazione che vogliono infliggere alle lavoratrici e ai lavoratori! Verranno indette da subito le ASSEMBLEE SINDACALI RETRIBUITE PRESSO I LUOGHI DI LAVORO per aggiornare le lavoratrici ed i lavoratori rispetto alle azioni sindacali che verranno intraprese, a partire dalla denuncia a tutte le committenze pubbliche e private, al fine di tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che lavorano nel settore». Queste le ragioni che hanno portato allo stato di agitazione e al blocco di qualsiasi forma di flessibilità  per l’intera giornata del 4 giugno. 

 

 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 04 Giugno 2024
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