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“Piazza Pulita bis” slitta ancora in attesa delle motivazioni dell’assoluzione di Fratus, Cozzi e Lazzarini

Il processo è tornato in aula martedì 21 maggio ma di fatto se ne riparlerà a luglio, dopo che la Corte d'Appello di Milano avrà depositato le motivazioni della sentenza di assoluzione di Fratus, Cozzi e Lazzarini

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Ancora uno slittamento per il processo “Piazza pulita bis”, il secondo filone processuale nato dall’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Nadia Calcaterra che a maggio 2019 aveva decapitato la giunta a trazione leghista di Legnano portando poi nella successiva primavera del lockdown alle condanne “eccellenti” dell’ex sindaco Gianbattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’ex assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini.

Dopo l’assoluzione in appello dei tre ex amministratori, infatti, il processo è passato nelle mani del Tribunale in composizione collegiale: in aula si è tornati già oggi, martedì 21 maggio, ma di fatto se ne riparlerà a luglio, dopo che la Corte d’Appello di Milano avrà depositato le motivazioni della sentenza di assoluzione.

In aprile, all’ultima udienza di un processo che non è al primo stop & go innescato proprio dal filone processuale principale, le difese degli imputati, come era ampiamente prevedibile, avevano provato a giocare la carta dell’assoluzione in appello . La pubblica accusa, invece, aveva parlato di una «richiesta prematura» in attesa delle motivazioni della sentenza d’appello e aveva anche chiesto la modifica dei capi di imputazione con la formula dell’imputazione alternativa: si passa in soldoni dalla turbativa d’asta al reato di abuso di ufficio consumato o tentato.

Per i fatti che ormai quasi cinque anni fa avevano azzerato l’amministrazione comunale di Legnano il processo Piazza Pulita bis vede a giudizio Paolo Pagani, ex direttore generale di Amga, Enrico Barbarese, ex dirigente per lo sviluppo organizzativo del comune, Enrico Peruzzi, suo predecessore, Mirko Di Matteo, ex direttore di Euro.PA, e Catry Ostinelli, ex presidente di Amga, chiamati a rispondere dell’accusa di aver collaborato a vario titolo con Fratus, Cozzi e Lazzarini alla manipolazione del conferimento di un incarico di consulenza in Euro.PA, della selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni e della nomina del direttore generale di AMGA.

Luciano Guidi, invece, viene contestato un accordo stretto con Fratus in occasione del turno di ballottaggio delle elezioni amministrative del 2017, quando proprio come l’ex sindaco era in corsa per la poltrona da primo cittadino: accordo in virtù del quale avrebbe barattato i propri voti con una nomina in una municipalizzata per la figlia. Per Flavio Arensi, infine, l’addebito riguarda il bando attraverso il quale è diventato curatore artistico del Comune di Legnano, che secondo gli inquirenti sarebbe stato cucito su misura proprio per il critico d’arte.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Maggio 2024
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