Il giardino di via Mazzini a San Vittore Olona è stato intitolato a Gino Strada e Teresa Sarti, cofondatori dell’organizzazione umanitaria Emergency. La cerimonia si è tenuta oggi, sabato 18 maggio, alla presenza del sindaco Daniela Rossi e di una rappresentanza di Emergency San Vittore Olona che ha condiviso testimonianze e riflessioni sull’importanza dell’assistenza medica nei contesti di emergenza.

L’intitolazione rappresenta un omaggio alla dedizione e al lavoro instancabile di Strada e Sarti nel campo della medicina umanitaria e dei diritti umani. Il sindaco durante il suo discorso ha ricordato che Emergency è attiva a San Vittore Olona da circa 30 anni, e l’intento di questa iniziativa è quello di permettere ai giovani di scoprire queste due figure importanti. Tra gli interventi più significativi, quello di Anna Mestriner, volontaria del gruppo locale, che ha ricordato con parole commoventi il pensiero di Strada: «Strada non fosse un pacifista, ma fosse contro la guerra. Una guerra da lui vissuta e raccontata che è la piaga dell’umanità, che procura morte e ha come vittime soprattutto civili, donne, anziani e bambini. È ora di buttare via la guerra dalla storia dell’uomo».  I volontari hanno quindi evidenziato quanto sia importante continuare a sostenere i principi di pace e assistenza medica nei contesti di emergenza, valori che Gino Strada e Teresa Sarti hanno incarnato con il loro lavoro e la loro vita.

La Rete antifascista dell’AltoMilanese ha mostrato «ammirazione e stima per la scelta dell’amministratrice comunale di San Vittore Olona di dedicare il giardino di via Mazzini a Gino Strada e Teresa Sarti. Questa notizia ci consente di giungere ad un’importante conclusione: come ci aveva già dimostrato il comune di Varese non manca certamente la possibilità di dedicare vie o piazze a Teresa Sarti e Gino Strada, al massimo l’unica cosa che può effettivamente ostacolare questa scelta è la mancanza di volontà politica da parte di un’amministrazione. Ci auguriamo che i comuni limitrofi sappiano trovare questa volontà, non abbiamo da perdere che qualche fascista e ignobili riti intrisi di saluti romani a vecchi gerarchi nazifascisti».